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Telegram Spagna

Perché l’Iran come Putin ha segato Telegram

Niente messaggi via Telegram per i funzionari statali iraniani. Come riportato da Reuters, ieri l’Iran ha bandito l’uso dell’app di messaggistica istantanea per le organizzazioni governative. IRAN E RUSSIA ALLEATE ANCHE CONTRO L’APP L’agenzia stampa iraniana ISNA non ha fornito una ragione per il divieto governativo al servizio che consente alle persone di inviare messaggi…

Niente messaggi via Telegram per i funzionari statali iraniani. Come riportato da Reuters, ieri l’Iran ha bandito l’uso dell’app di messaggistica istantanea per le organizzazioni governative.

IRAN E RUSSIA ALLEATE ANCHE CONTRO L’APP

L’agenzia stampa iraniana ISNA non ha fornito una ragione per il divieto governativo al servizio che consente alle persone di inviare messaggi crittografati e ha circa 40 milioni di utenti nella Repubblica islamica. Da notare il tempismo: l’ordine è arrivato pochi giorni dopo che la Russia, alleata dell’Iran nella guerra siriana, ha ordinato il blocco di Telegram sul suo territorio al rifiuto da parte di Pavel Durov, fondatore e numero dell’app, di fornire le chiavi di decrittazione ai servizi di sicurezza federali (Fsb).

IRANIANI LOVE TELEGRAM

Telegram conta oltre 40 milioni di utenti in Iran, un paese in cui circa 50 milioni di persone hanno accesso a internet. All’inizio di quest’anno il paese aveva già temporaneamente bandito l’app di instant-messaging durante le diffuse proteste di gennaio che avevano coinvolto più di 80 città iraniane. I funzionari hanno accusato Telegram di aver fornito ai manifestanti una piattaforma per organizzare i raduni. In realtà il servizio è molto diffuso nei paesi di tutto il Medio Oriente e dell’ex Unione Sovietica come precisa Reuters.

Contro la censura di stato, gli iraniani hanno dimostrato grande capacità di resilienza. Quando le autorità governative hanno bloccato l’accesso a siti e piattaforme social, gli utenti colpiti hanno padroneggiato software anti-filtro per aggirare le restrizioni, spesso migrando da una piattaforma bloccata a un’altra. Come ha sottolineato il Guardian, il successo di Telegram è in parte dovuto al fatto che gli iraniani si sono rapidamente spostati sul servizio dei Pavel quando Viber – altra app di messaggistica istantanea – è stato bloccata.

AYATOLLAH SOCIAL

Secondo quanto hanno riferito i media iraniani anche l’ufficio dell’Ayatollah Ali Khamenei ha smesso di utilizzare Telegram. “In linea con la salvaguardia degli interessi nazionali e la rimozione del monopolio dell’app di messaggistica”, si legge nel post firmato da Khamenei proprio sul suo canale Telegram. Il leader supremo infatti ha una predilezione per la comunicazione social ed è super presente anche su Twitter e Facebook, che ricordiamo sono bloccati in Iran.

LA RESISTENZA DIGITALE DI DUROV

Nel frattempo, Bitcoin per resistere. Tramite un post/appello sul suo canale Telegram, Pavel Durov ha promesso milioni di dollari in Bitcoin ai fornitori di VPN e proxy5, le due soluzioni per aggirare il ban, che continueranno a resistere ai tentativi di blocco dell’applicazione in Russia.

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