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Autostrade, ecco che cosa dicono regolatori e authority (non solo su Atlantia)

Il punto di Giusy Caretto e Michelangelo Colombo

 

Authority, regolatori e vigilanti all’opera sul dossier autostrade, dunque non solo su Autostrade per l’Italia-Atlantia ma su tutte le concessionarie.

Negli ultimi giorni, sulla scia dell’insediamento del nuovo governo e sulla controversa questione della revisione delle concessioni indicata nel programma giallo-rosso, è tornata di attualità la controversa questione del crollo del Ponte Morandi anche dopo gli arresti di dirigenti di Aspi (gruppo Atlantia).

A esprimersi negli ultimi giorni sono state autorità, regolatori ed esperti. Ecco i dettagli partendo dalle parole odierne dell’Art (Autorità di Regolazione dei Trasporti).

CHE COSA HA DETTO CAMANZI SULLA REVOCA

La questione della revoca delle concessioni autostradali “riguarda le parti contrattuali e se ci esprimessimo in merito faremmo un errore gravissimo perché non siamo parte del contratto. E’ un tema che non ci compete”. A dirlo, a margine del seminario ‘L’Autorità, i cittadini, gli utenti: i benefici della regolazione e il valore dei comportamenti’, il presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti Andrea Camanzi. “Il nostro lavoro l’abbiamo fatto – dice – e questo è molto importante”. “Noi – ricorda – abbiamo adottato il sistema tariffario dei pedaggi con una metodologia comune sia per le concessioni in essere che per quelle in nuovo affidamento. E ci fa piacere che sia stato considerato dalle forze politiche come una soluzione sistemica, perché in quanto tale non solo trova applicazione in tutti i casi in cui deve trovarla ma credo sia un patrimonio per la tutela degli interessi pubblici”. Camanzi sottolinea che “questo sistema non è assolutamente un atto unilaterale di modifica diretta e immediata delle concessioni in essere. La nostra azione serve al concedente per rivedere con il concessionario caso per caso la concessione stessa, noi non produciamo effetti diretti, e men che meno retroattivi. Un’interpretazione che qualcuno ha dato che ci ha un po’ sorpresi – dice – e le consideriamo interpretazioni, diciamo, di parte”.

IL NODO DEI REGOLATORI

La bufera che coinvolge Atlantia non poteva che arrivare da indagini giudiziarie: il sistema di controlli tecnici sulle strade previsto dopo il crollo del Ponte Morandi, a un anno dal decreto legge che lo ha disegnato, doveva essere determinante e invece è ancora fermo al palo, ha criticato nei giorni scorsi il Sole 24 ore: “Le intenzioni del governo Conte 1, che lo aveva introdotto fissando tempi di attuazione rapidissimi. si è infranto contro difficoltà procedurali. Ostacoli frutto anche di resistenze interne al ministero delle Infrastrutture (Mit). Il decreto Genova (Dl 109/2018) ha previsto la costituzione di un’agenzia che si curi della sicurezza strutturale di strade e ferrovie (Ansfisa), avvalendosi anche di un nuovo archivio informatico integrato delle opere pubbliche (Ainop). Ad oggi, nulla di tutto ciò è operativo”.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

La questione più complicata – secondo gli esperti del settore – riguarda l’Ansfisa, “che poi probabilmente è anche lo strumento più importante per evitare fatti come quelli su cui indagano le Procure – ha sottolineato il Sole – Dovrebbe garantire i controlli su ponti, gallerie ed elementi accessori (come giunti e guard-rail), andando per la prima volta a occuparsi di aspetti strutturali (prima lasciati ai gestori). I controlli, da effettuare con parametri fissati dall’Agenzia stessa, dovrebbero anche verificare l’effettività delle spese dichiarate dai gestori”.

L’ANALISI DI MORTELLARO (AGENZIA PER LA SICUREZZA DI FERROVIE E STRADE)

E proprio dall’Ansfisa sono arrivate bordate inusitate oggi. Alfredo Principio Mortellaro, l’ex dirigente del Sisde già membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici, chiamato lo scorso gennaio dal ministro Danilo Toninelli a dirigere la neonata Agenzia nazionale per la sicurezza di ferrovie, strade e autostrade (Ansfisa), in un’intervista al Corriere della Sera, ha rilasciato dichiarazioni dirompenti.

SITUAZIONE PREOCCUPANTE

I viadotti italiani non godono di buona salute e i gestori non denunciano la situazione, anzi. “In questi mesi stiamo crocifiggendo i Benetton e Aspi che, per quanto mi riguarda, sono gli unici privati ad aver consegnato all’Agenzia le procedure di verifica. Tutti gli altri gestori non l’hanno fatto. Non serve aggiungere altro. Se non che le prime verifiche condotte dall’Agenzia fanno presagire una situazione preoccupante”, ha detto il direttore in una intervista al Corriere della Sera.

REPORT FALSIFICATI

Se la situazione è già preoccupante di suo, quello che lascia ancora più perplessi è il fatto che i report che dovevano informare sullo stato di salute dei viadotti e delle infrastrutture sono stati modificati, nascondendo, su pressioni dei dirigenti di Autostrade e Spea, tutti i problemi strutturali dei ponti (e non solo). Che i report fossero stati falsificati lo avevamo capito “anche noi ispettori un anno fa indagando sul Morandi”, ha detto Mortellaro.

VOTI ABBASSATI

“Il manuale di sorveglianza di Aspi, che immagazzina in una banca dati i difetti delle strutture, si basa su una tabella dettagliata che prevede una scala da 0 a 70. Più alto è il voto e più il difetto è grave con la conseguenza che si comprimono i tempi degli interventi di manutenzione con un aumento dei costi. Se si opera con la logica di abbassare i voti, mi viene dunque da pensare che la ragione è il risparmio economico. Ma l’alchimia in alcuni casi potrebbe essere più sofisticata”, ha aggiunto Mortellaro al Corriere della Sera.

MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER RECUPERARE DENARO

Cosa, dunque, potrebbe stare alla base della falsificazione dei report? A spiegarlo è sempre il direttore di Ansfisa: si abbassano i voti per cercare di allungare i tempi di intervento ed ottenere il vantaggio
di evitare una manutenzione ordinaria che costituisce un costo netto per il concessionario. “Con il trascorrere degli anni, di fronte a un probabile più marcato degrado della struttura, potrò puntare su un intervento di manutenzione straordinaria che, in alcuni casi, consente il recupero del costo attraverso un aumento tariffario”.

COSA E’ SUCCESSO CON IL PONTE MORANDI

“Per quanto riguarda il Morandi, così come in altri casi, si voleva far passare per locale il progetto di potenziamento degli stralli, la cosa più strutturale che si possa fare”, ha affermato Mortellaro, spiegando anche che “l’intervento strutturale è proceduralmente più complesso perché comporta la presentazione del progetto al Genio Civile che lo può sempre bocciare. Quelli di una certa importanza necessitano poi del collaudo statico da parte della struttura di vigilanza del ministero”.

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