skip to Main Content

Tim

Ecco perché la pubblicità di Tim sulla fibra era ingannevole. Parola dell’Antitrust

Su segnalazione di Open Fiber e Fastweb, l”Antitrust ha multato Tim per pubblicità ingannevole. Tutti i dettagli nell’articolo di Giusy Caretto    Subbugli vari in casa Tim. Mentre il fondo Elliott si porta sopra il 5% del capitale e prova a scacciare i francesi di Vivendi dal consiglio di amministrazione della società italiana, l’ex Telecom Italia…

 

Subbugli vari in casa Tim. Mentre il fondo Elliott si porta sopra il 5% del capitale e prova a scacciare i francesi di Vivendi dal consiglio di amministrazione della società italiana, l’ex Telecom Italia deve fare i conti con un’altra (ed importante) grana. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in seguito a un ricorso di Open Fiber e Fastweb, ha dichiarato la società ex monopolista colpevole di pratica commerciale scorretta, punendola con una sanzione da 4,8 milioni di euro.

COSA NON VA NELLA PUBBLICITA’ DI TIM

Per l’Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella, Tim non informa i consumatori delle reali caratteristiche di servizio. “Nelle campagne pubblicitarie inerenti l’offerta commerciale di connettività in fibra ottica (cartellonistica, sito web, below the line e spot televisivi), Telecom Italia, a fronte del ricorso a claim volti a enfatizzare l’utilizzo integrale o esclusivo della fibra ottica e/o il raggiungimento delle massime prestazioni in termini di velocità e affidabilità della connessione – spiega Agcm – ha omesso di informare adeguatamente i consumatori circa le reali caratteristiche del servizio offerto e le connesse limitazioni (in particolare i limiti geografici di copertura delle varie soluzioni di rete, le differenze di servizi disponibili e di performance in funzione dell’infrastruttura utilizzata per offrire il collegamento in fibra)”.

E non solo. “Le diverse campagne pubblicitarie oggetto del provvedimento hanno, inoltre, omesso o indicato in modo non sufficientemente chiaro che, per raggiungere le massime velocità pubblicizzate, fosse necessario attivare un’opzione aggiuntiva a pagamento. Tale circostanza ha, dunque, vanificato l’indicazione del prezzo dell’offerta contenuta nei claim principali”, afferma Agcm in una nota.

IL CONSUMATORE NON PUO’ SCEGLIERE CONSAPEVOLMENTE

L’utente, denuncia l’Antitrust, “non è stato messo nelle condizioni di individuare gli elementi che caratterizzano, in concreto, l’offerta. A ciò si aggiunga che sui mezzi di comunicazione diversi dal sito web, il professionista ha omesso un adeguato richiamo alla necessità di verificare le effettive funzionalità dell’offerta nella zona di interesse dell’utente”. Il consumatore non ha gli strumenti per “prendere una decisione consapevole sull’acquisto dell’offerta in fibra”.

UN SETTORE ECONOMICO IMPORTANTE

La condotta ingannevole, assume particolare “rilievo in considerazione dell’importanza del settore economico interessato, caratterizzato da modelli di consumo ed esigenze degli utenti che stanno mutando radicalmente a fronte di una crescente offerta di servizi digitali”.

MetrowebLA BATTAGLIA CON OPEN FIBER

A far notare all’autorità che la pubblicità di Tim avesse qualcosa di ingannevole è stata una segnalazione di Open Fiber e Fastweb. La rivalità sul fronte della fibra, tra la società partecipata al 50% da Enel e Cassa depositi e prestiti e l’azienda controllata da Vivendi si fa sempre più accesa.

Solo qualche giorno fa, infatti, Elisabetta Ripa, ad di Open Fiber, in una lunga intervista ad Affari e Finanza di Repubblica, spiegava perché non era a favore di una società unica della rete, evidenziava i successi dell’azienda che guida ed elogiava l’operato di Agcom nel sottolineare la differenza tra la rete di Open Fiber e quella (appunto) di Tim: “Bene ha fatto l’Agcom nei giorni scorsi a mettere l’accento sul fatto che non si può parlare di ultra-fibre o iper-fibre quando un pezzo della rete resta in rame e non ha quindi la velocità e l’affidabilità della nostra soluzione”.

FASTWEB, DA AMICI (PER LA FIBRA) A NEMICI?

A puntare il dito contro Tim è stata anche Fastweb, impegnata a tessere accordi (anche con Open Fiber) per vendere la fibra ai clienti. Nonostante in guerra (commerciale, ovviamente) tutto è lecito, suona comunque strano il nome di Fastweb tra i primi accusatori.

TIM e Fastweb hanno una partnership in corso per diffondere velocemente la banda ultralarga in Italia. Il progetto prevede la realizzazione della rete a banda ultra larga con tecnologia FTTH (Fiber to the Home) in 29 città italiane, grazie ad una società congiunta, dal nome Flash Fiber, e all’investimento di 1,2 miliardi di euro, all’80% del capitale di TIM e il 20% di Fastweb. Questa società realizzerà, per conto di TIM e Fastweb, e successivamente affitterà loro, la rete secondaria e i verticali che giugnono nelle case dei clienti. L’obiettivo è collegare circa 3 milioni di abitazioni con tecnologia FTTH entro il 2020. Un altro aspetto di questo accordo prevede l’acquisto da parte di TIM, nei prossimi 18 mesi, delle infrastrutture di Fastweb con tecnologia FTTH, per poter collegare alla rete TIM circa 650mila unità immobiliari in 6 città con un anno di anticipo rispetto al piani aziendali.

Back To Top