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Scuola: ‘gruppi di livello’ per migliorare l’istruzione

Una circolare del Ministero della Pubblica Istruzione esorta la Scuola italiana a creare gruppi di studenti sulla base del profitto. La cosa fa discutere La scuola d’Italia diventa (forse) più attenta agli studenti migliori. O almeno questo è quello che chiede una circolare del Ministero della Pubblica istruzione, inviata a tutti gli istituti del Bel…

La scuola d’Italia diventa (forse) più attenta agli studenti migliori. O almeno questo è quello che chiede una circolare del Ministero della Pubblica istruzione, inviata a tutti gli istituti del Bel Paese: con questa comunicazione, il Miur invita la scuola a creare ‘gruppi di livello’, in cui promuovere la conoscenza e supportare le attitudini degli studenti migliori. Alcuni, però, temono che la ricezione del messaggio porti alla creazione di gruppi di studenti bravissimi e di gruppi di studenti meno bravi: una classificazione offensiva e anche, per certi versi, ‘razzista’.

Ma lo spirito dell’esortazione non è questo. E dobbiamo anche ammettere che gli studenti non sono tutti uguali. È giusto aspettare e supportare chi ha difficoltà, ma è giusto anche sostenere gli studenti che eccellono, perchè non diventino mediocri, perchè non si sentano imprigionati in un sistema che non dia loro il giusto spazio, perchè l’Italia possa crescere con e grazie a loro.

L’esempio della Scuola anglosassone

Seguire le attitudini e sostenere le eccellenze è anche il principio base delle scuole anglosassoni. Le scuole superiori, per esempio, consentono agli studenti di aggiungere a un curriculum di base più ore di approfondimento e studio di una materie a scelta. Questo comporta l’annullamento della classe tradizionale, con aule e compagni che cambiano nelle diverse ore.

La circolare del Miur non invita certo ad una rivoluzione così radicale del nostro sistema scolastico, ma intende chiedere ai Presidi d’Italia di aumentare le ore di presenza in classe non solo per recuperare i casi difficili, ma anche per valorizzare i migliori.

Una scuola che non tiene conto delle attitudini di ogni singolo studente e che non promuove gli studenti più bravi non sarà mai una buona scuola. Livellare tutti gli studenti, per paura di offendere e discriminare, è dannoso per gli studenti stessi, che non si sentono stimolati a migliorarsi.

Promuovere le eccellenze è pensare al futuro, è incintivare la crescita, è stimolare tutti a fare meglio. L’Italia non abbia paura.

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