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Lavorare meno a parità di salario. Ecco il nuovo programma Lavoro del Movimento 5 Stelle

Che cosa scrive sul Blog delle Stelle l’economista Pasquale Tridico, che il capo politico di M5S, Luigi Di Maio, vorrebbe al ministero del Lavoro Si arricchisce di un nuovo punto il programma Lavoro del Movimento 5 Stelle. L’integrazione arriva da un post pubblicato sul Blog delle Stelle scritto non da un militante senza competenze ma da…

Si arricchisce di un nuovo punto il programma Lavoro del Movimento 5 Stelle. L’integrazione arriva da un post pubblicato sul Blog delle Stelle scritto non da un militante senza competenze ma da un candidato ministro in un eventuale governo a guida M5S secondo Luigi Di Maio. A scrivere il post infatti è Pasquale Tridico, il professione che il capo politico dei Pentastellati vorrebbe alla testa del dicastero del Welfare.

La nuova idea a 5 Stelle: lavorare meno a parità di salario. E’ lo slogan bertinottiano o landiniano d’antan messo nero su bianco oggi da Tridico sul Blog delle Stelle che per il Movimento capitanato da Di Maio ha soppiantato il Blog di Beppe Grillo come piattaforma politica dei Pentastellati.

L’idea dell’economista Tridico è la soluzione secondo il Movimento al problema della robotizzazione. Leggere per credere l’ultimo punto del post in questione: “C’è poi il tema di più lungo periodo della robotizzazione, una sfida che non va lasciata alla schizofrenia del mercato, ma gestita politicamente. Il primo passo in questo senso sarà la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, in modo da aumentare l’occupazione e di incentivare la riorganizzazione produttiva delle imprese”.

(TUTTE LE IDEE DI FIORAMONTI, L’ECONOMISTA CHE M5S CANDIDA ALLO SVILUPPO ECONOMICO)

Il resto del post rilancia e approfondisce altre tesi e proposte note del Movimento: dal reddito di cittadinanza a una banca pubblica per gli investimenti, fino al “salario minimo orario che ha il compito di salvaguardare quelle categorie di lavoratori non coperte da contrattazione nazionale collettiva”.

La nuova idea sul lavoro dei Cinque Stelle rientra perfettamente nel solco dell’impostazione teorica di Tridico, come è stata approfondita in un recente articolo di Start Magazine. Ecco di seguito la summa teorica del Tridico-pensiero sulla base degli scritti e delle interviste più recenti dell’economista.

L’impostazione teorica di Tridico si rintraccia in un suo saggio di 4 anni fa. Il nostro Paese, ha scritto l’economista, è “afflitto da una triplice combinazione negativa: 1) una bassa produttività, 2) bassi livelli di occupazione, e 3) bassa dinamica del PIL”. Per Tridico, “a flessibilità del lavoro non è il modo giusto per aumentare la produttività e il reddito. Ciò è stato annunciato più volte da molti economisti keynesiani e non solo”. “Oggi – per Tridico – vi è un più ampio consenso in particolare tra gli economisti del lavoro, che ritengono che nel corso degli ultimi quindici anni le politiche del lavoro e le politiche dello sviluppo siano state più trascurate, non erano integrate e non miravano agli stessi obiettivi”. “Ciò ha portato ad un aumento dei profitti delle imprese che hanno per lo più sfruttato la manodopera a basso costo per rimanere competitivi, piuttosto che effettuare investimenti e creare innovazione per aumentare la produttività del lavoro”.

(TESI E PROGRAMMI DI ROVENTINI, IL CANDIDATO M5S AL MINISTERO DELL’ECONOMIA)

E le imprese? “Con la crisi attuale, hanno perso anche il vantaggio della manodopera a basso costo poiché sono ancora gravate da una relativamente elevata imposizione fiscale, e da un continuo calo delle vendite”. Risultato: “Nella situazione attuale si assiste a dinamiche di salario netto basso (il più basso nell’UE-15) e alla mancanza di innovazione e di investimenti in tecnologia: si tratta di una delle peggiori combinazioni secondo uno dei maggiori economisti italiani recentemente scomparsi, Sylos Labini, il cui approccio Keynesiano sarebbe molto utile per l’Italia di oggi”.

Nell’intervista di giorni fa al quotidiano La Stampa il prof è entrato nello specifico: “È urgente invertire le politiche di estrema flessibilizzazione del mercato del lavoro approfondite di recente dal decreto Poletti sui contratti a tempo determinato e dal Jobs Act. Le evidenze empiriche mostrano che sono i Paesi con mercati meno flessibili a presentare le migliori performance in termini di produttività del lavoro in Europa».E poi indica la priorità: “La revisione del decreto Poletti sui contratti a tempo determinato che oggi permette alle imprese di rinnovare quelli a termini fino a 5 volte per un massimo di 36 mesi senza indicarne la ragione. Inoltre la deroga del 20% dei contratti a tempo determinato è aggirata grazie alle troppe deroghe. Dobbiamo ridurre questa discrezionalità esagerata”.

(CHI E’ – E COSA PENSA – IL PROF. TRIDICO, CANDIDATO DA DI MAIO AL MINISTERO DEL LAVORO)

«Valuteremo se tornare alla disciplina precedente per le imprese sopra i 15 dipendenti, per quelle sotto non c’era prima e non crediamo sia utile». Così Tridico ha detto al quotidiano La Stampa: «Il nostro intervento sul cuneo fiscale sarà selettivo, perché in linea teorica abbassare eccessivamente il costo del lavoro spinge le imprese a investire in produzioni labour intensive, ostacolando crescita della produttività e innovazione tecnologica. Ci vuole equilibrio. Stiamo pensando a riduzioni in determinati settori economici e soprattutto sui lavoratori più giovani, a patto che la riduzione si accompagni all’aumento degli investimenti in innovazione».

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