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Elezioni

Elezioni 2018, ecco chi trolla di più su Twitter e Facebook

Fatti, numeri e denunce sull’attività dei troll in rete in vista delle elezioni del 4 marzo nell’articolo di Giusy Caretto   Il risultato delle elezioni potrebbe non essere deciso nelle urne. Meglio, quanto andremo a scrivere nelle urne potrebbe essere “stabilito” su Twitter e Facebook. E non c’è nulla di divertente, anzi. Le ore peggiori…

 

Il risultato delle elezioni potrebbe non essere deciso nelle urne. Meglio, quanto andremo a scrivere nelle urne potrebbe essere “stabilito” su Twitter e Facebook. E non c’è nulla di divertente, anzi. Le ore peggiori in cui i troll potrebbero influenzare le nostre idee sono ultime 24 prima del voto, ma sono già tanti gli agitatori della rete in azione.

TwitterLa task force impegnata a monitorare l’influenza di social media e web sulle prossime Politiche è a lavoro, ma fino ad oggi non ha rilevato azioni che comportino illeciti tali da richiedere un intervento giudiziario.

E ancora. Parlando di social, di elezioni e di followers non si può non fare riferimento alla fabbrica dei “like”, alla fabbrica dei “seguaci”: non sempre i numeri dei followers che leggiamo corrispondono ai dati reali, spesso dietro un profilo, infatti, si nasconde un robot.

TROLL IN AZIONE

I troll sono già in azione da diversi mesi. A lavoro per scovarli e stanarli c’è una squadra dedicata messa in piedi nel 2013. E al momento ne ha individuato una quota che gravita intorno al 30% rispetto a quelli che circolano sulla rete, tutte cose, però, di “poco conto”.

I troll mantengono un profilo basso e fino ad oggi non sono state rilevate situazioni che comportino illeciti tali da richiedere un intervento giudiziario. Il team di esperti, che comprende, oltre ai tecnici informatici, anche psicologi ed esperti di comunicazione, ha denunciato falsi account, notizie provocatorie e inattendibili, che rimangono sempre nei confini del dibattito politico (ma che potrebbero comunque influenzare l’opinione pubblica).

ALLARME PER LE ULTIME 24 ORE

Twitter è l’osservato speciale (seppur Facebook non scherza) e il momento in cui i troll si scateneranno sembra essere il giorno prima dell’apertura delle urne: le ultime 24 ore prima del voto è atteso un attacco che potrebbe “falsare” il risultato delle elezioni. Per evitare grossi problemi, l’unità di difesa cybernetica nazionale collabora con quella degli altri Paesi della Nato e, ultimamente si è confrontata in particolare con Francia e Germania dove le elezioni sono più recenti.

LA FABBRICA DEI FOLLOWERS

L’ultimo allarme in materia arriva da una ricerca effettuata dal New York Times, alcuni amici che abbiamo in rete e con cui magari chattiamo potrebbero essere dei robot, che si nascondono dietro foto e biografia falsi.

La questione è semplice: Vip, personaggi famosi e politici hanno bisogno di seguaci, di follower, di numeri da capogiro per dimostrare che “piacciono”, hanno bisogno di like, di condivisioni per diffondere le loro opinioni. Per capire quanto stiamo dicendo, basti pensare che quasi 50 milioni di utenti attivi di Twitter sarebbero in realtà profili gestiti da robot e su Facebook questo numero sale a 60 milioni.

UN PROBLEMA SERIO

Il problema degli zombie digitali, se così possiamo definire i profili fasulli, non è prendere sottogamba: si tratta di vere e proprie truffe organizzate. C’è chi, infatti, proprio sulla base del numero dei followers crea e modella la carriera. Si guardi agli inflencer.

E I POLITICI

Seppur sempre attuale, a fare luce sulla fabbrica dei followers è stato, già nel lontano 2012, il professor Marco Camisani Calzolari che in una ricerca sosteneva che il 50% (e più) dei followers di Beppe Grillo su Twitter erano in realtà falsi profili. Da allora poco è cambiato: sono passati 6 anni e il problema non è stato risolto, anzi si è fatto ben più serio.

Secondo quanto denunciato dai dati Cnr e Policom, riportati da Repubblica, il segretario del Pd Matteo Renzi può vantare 3,3 milioni di followers, molti di più di Meloni, Salvini, Grasso e Bonino messi insieme. Ma i numeri mentono: i veri follower di Renzi, infatti, in base all’analisi degli esperti, coordinati da Maurizio Tesconi, si riducono a 400mila seguaci attivi, solo uno su otto.

Lo studio ha preso in esame sei leader politici e i rispettivi partiti: Renzi e il Pd, Di Maio e M5s, Bonino e +Europa, Grasso e Liberi e Uguali, Salvini e la Lega, Berlusconi e Forza Italia, Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. La triste verità è che tutti hanno  una quota importante, quasi sempre maggioritaria, di utenti-followers inattivi. Tra questi molti sono fake, ovvero non sono solo profili che non interagiscono ma sono completamente falsi.

Twitter
Fonte: Repubblica

TWITTER OMAGGIO ALLE ELEZIONI

Troll a parte, Twitter ha deciso di prepararsi alle elezioni dedicando una emoji: un’urna avvolta da una bandiera italiana. Il disegnino apparirà ogni volta che gli utenti utilizzeranno gli hashtag #Elezioni, #Elezioni2018 e #ItalyElection2018.

“Twitter è il posto ideale per seguire la politica, perché consente a cittadini e politici di condividere le proprie opinioni e interagire tra loro. Con questa emoji, vogliamo aiutare le persone ad esprimere il proprio punto di vista sulle elezioni e dare così un contributo importante e positivo ai cittadini in questo momento così importante per l’Italia”, ha commentato Sinéad McSweeney, Vice President for Public Policy and Communications.

Ma proprio il suo essere posto ideale per la diffusione di opinioni politiche rende Twitter vulnerabile agli attacchi dei troll.

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