skip to Main Content

Cervelli

Cervelli citati, italiani bene ma Cina super

Nella classifica dei ricercatori più quotati al mondo sono presenti 46 nostri scienziati. Tra i migliori le università di Bologna, Pavia, Torino e il Cnr. Articolo di Diego Vaggi Sono una cinquantina le eccellenze italiane che fanno parte del ristretto 1% degli scienziati più citati al mondo: l’Highly Cited Reserchers 2017, la lista che analizza…

Sono una cinquantina le eccellenze italiane che fanno parte del ristretto 1% degli scienziati più citati al mondo: l’Highly Cited Reserchers 2017, la lista che analizza e calcola le citazioni riportate su articoli di stampa divulgativa specializzata, ha infatti inserito 46 ricercatori italiani nell’elenco dei circa 3.400 studiosi che rappresenta il meglio della comunità scientifica internazionale. L’elenco riporta anche gli enti e atenei che ospitano i ricercatori inseriti nella speciale classifica: l’Università di Bologna ha registrato quattro nominativi, seguita dagli atenei di Pavia e Torino e dal Consiglio nazionale delle ricerche, con tre ciascuno.

L’area disciplinare in cui l’Italia ottiene risultati migliori è la biomedicale. Considerando il podio, Bologna ottiene tre riconoscimenti nella categoria Clinical Medicine (Michele Baccarani, Michele Cavo e Nazzareno Galie) e uno nella Space Science (Andrea Cimatti); Torino due per la Medicina (Antonio Palumbo e Giuseppe Saglio) e uno per Plant & Animal Science (Paola Bonfante); Pavia due in scienza medica (Mario Cazzola e Silvia Giuliana Priori) e uno in Computer Science (Alessandro Reali). Si dichiara particolarmente orgogliosa per le sue due citazioni l’Università di Parma, presente nella lista con Giuseppe Mingione per Mathematics e Nicoletta Pellegrini per Scienze Agricole.

CervelliÈ del Cnr l’unico informatico italiano: Marco Conti, dell’Istituto di informatica e telematica (categoria Computer Science), a cui si affiancano Vincenzo Di Marzo, dell’Istituto di chimica biomolecolare (Pharmacology & Toxicology), e Serena Sanna, dell’istituto di ricerca genetica e biomedica (Molecular Biology & Genetics). “Un nuovo risultato italiano di prestigio internazionale che premia la ricerca pubblica” afferma il presidente Massimo Inguscio. “Il Cnr è il primo tra gli Enti pubblici di ricerca: un primato ulteriormente rafforzato considerando che i tre ricercatori sono presenti in categorie distinte, a dimostrazione della vocazione multidisciplinare dell’Ente”.

Il nostro Paese appare stabile come numero di Highly Cited Reserchers: nei precedenti tre anni gli studiosi italiani inseriti erano stati 49, 44 e 48, ma in altre nazioni il ritmo di crescita è superiore. La vera sfida che attende la ricerca italiana è la competizione con i tradizionali partner europei e con realtà emergenti che riescono a beneficiare di ingenti investimenti nel settore. A guidare la classifica è infatti il gigante statunitense, dietro a cui si collocano, pur con una certa distanza, il Regno Unito e la Cina; l’Italia invece si posiziona tredicesima, alle spalle non solo del gruppo europeo di Francia, Germania, Olanda, Svizzera e Spagna, ma anche del Giappone, dell’Australia, del Canada e dell’Arabia Saudita, ed è tallonata da vicino dal Belgio.

Impressionante è il ritmo di crescita mostrato dalla Cina, che nel 2014 presentava ‘appena’ 144 citazioni e nel giro di tre anni quasi raddoppia con 249 ricercatori nominati; il paese del dragone sta investendo intensamente nel settore accademico specializzato, dedicando a ricerca e sviluppo ben il 2,25% del Pil nazionale. Per mantenersi competitiva in ambito scientifico, l’Italia deve riuscire ad ‘agganciarsi’ alle locomotive, cercando rapporti di partenariato con le nazioni più avanzate e sfruttando le occasioni di crescita comune con gli stati in crescita, secondo il Ministro degli Esteri Angelino Alfano: “Fra Italia e Cina sono in vigore oltre 600 accordi universitari e scientifici: L’Italia ha l’ambizione di costruire con la Cina una ‘Via della Conoscenza’ fatta di collegamenti tra l’Asia e l’Europa non solo materiali, ma anche immateriali, realizzati da quella rete intangibile di idee e di innovazioni che contribuisce alla produttività e al progresso. Dobbiamo capitalizzare questo tesoro fatto di rapporti di fiducia e di diffusione della conoscenza, anche e soprattutto nei mercati emergenti. Gli Accordi bilaterali di cooperazione scientifico-tecnologica conclusi nell’ultimo quinquennio ci hanno consentito di co-finanziare oltre 1000 progetti di ricerca e di mobilità di ricercatori tra l’Italia e il resto del mondo; ne è un esempio il progetto regionale Sesame (Synchrotron-light for Experimental Science and Applications in the Middle East) grazie al quale è stato inaugurato in Giordania il primo laboratorio di ricerca comune che ha coinvolto tra gli altri scienziati israeliani, iraniani e palestinesi” .

Back To Top