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Apple

Ecco come e dove Apple sparerà tutte le munizioni in cassa

Dopo la riforma fiscale di Trump, Apple ha munizioni finanziarie rilevanti. In questo periodo si moltiplicano le ipotesi su come quel denaro verrà speso. Qualche indizio nell’articolo di Giusy Caretto   Apple è una società decisamente in buona salute. E i suoi guadagni potrebbero salire di un ultreriore 30% rispetto alle stime attuali se la…

 

Apple è una società decisamente in buona salute. E i suoi guadagni potrebbero salire di un ultreriore 30% rispetto alle stime attuali se la società acquistasse il 10% delle sue azioni per ognuno degli anni a venire. Questo è uno dei futuri scenari possibili per la società più ricca e preziosa d’America, che mira a diventare cash neutral, secondo UBS, nei prossimi anni.

Tutto questo sarà possibile grazie alla nuova riforma fiscale di Donal Trump, approvata dalla Camera il 19 dicembre 2017, che prevede per le imprese un taglio cospicuo delle aliquote. Con l’introduzione delle nuove norme si stabilisce un tetto massimo del 21 per cento di imposizione fiscale per le aziende, contro l’attuale 35 per cento. Questo permetterà alle aziende, Apple compresa, di avere maggiore liquidità in cassa e questo, secondo i Repubblicani, incentiverà nuovi investimenti e assunzioni da parte delle imprese. Grazie alla nuova riforma, poi, i profitti realizzati all’estero e che ora vengono trattenuti al di fuori degli Usa riceverebbero un trattamento decisamente migliore: agli utili delle aziende Usa è applicata un’aliquota del 35%, mentre con la riforma agli utili riportati negli Usa verrà applicata un’aliquota intorno al 14,5%.

APPLE E IL “PROBLEMA” DEGLI 285.1 MILIARDI DI DOLLARI

E così che Apple ora può vantare in cassa ben 285.1 miliardi di dollari. Questa settimana, si è tenuta la riunione degli azionisti di Cupertino e l’attenzione è tutta focalizzata su come il gigante della tecnologia spenderà il denaro.

Una delle soluzioni è quella proposta da UBS: la Mela Morsicata potrebbe spendere quel denaro per diventare neutrale in termini di liquidità, ovvero avviare una strategia che non richiede denaro liquido per dare vita ad una transazione, tramite acquisto simultaneo e vendita di azioni.

QUALI STRADE

Ad ipotizzare le strade che Apple potrebbe seguire per diventare cash neutral è l’analista di UBS Steven Milunovich. Una prima via è quella che prevede che la società riacquisti il ​​10% delle proprie azioni ogni anno fino al 2021, aumentando gli utili per azione del 30% rispetto alle stime. Un altro scenario è che Apple spenda tra $ 30 miliardi e $ 60 miliardi l’anno per i riacquisti di azioni e che si combinano con un rendimento da dividendi del 3% fino al 2023 (la più ipotizzata a Wall Street).

UNA DECISIONE IN APRILE

Quando i singoli azionisti, nel corso della riunione, hanno chiesto ai dirigenti Apple quali fossero i piani per il futuro, questi hanno risposto che solo ad Aprile sarebbero potute arrivare le prime risposte, mentre il consiglio di amministrazione si è impegnato a distribuire un dividendo annuale.

QUALCHE INDIZIO

Il direttore finanziario di Apple, Luca Maestri, aveva comunque accennato, all’inizio di questo mese, che la società stava “mirando a diventare approssimativamente cash neutral nel tempo”.

APPLE VERSO L’ACQUISTO DI ALTRI BIG?

streaming netflixAlcuni investitori hanno ipotizzato che Apple potrebbe acquistare una grande compagnia americana. Secondo gli analisti di Citigroup, Apple avrebbe in cassa denaro a sufficienza per comprare Netflix (deal al 40%). La capitalizzazione di Netfix è pari a circa un terzo di questa somma, e si aggira attorno agi 83 miliardi di euro. Non solo: Apple potrebbe acquisire Disney (il deal ha una probabilità tra il 20 e il 30% per gli analisti di Citigroup), Electronic Arts, Activision o Take-Two (10%), mentre si ferma al 5% la probabilità che Cupertino metta nel mirino Tesla.

Milunovich non ci spera poi così tanto. “Non trattenete il respiro”, ha detto l’analista. “Sul fronte delle acquisizioni ci aspettiamo che Apple continui la sua strategia per colmare le lacune tecnologiche o del personale con piccole acquisizioni tuck-in.

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