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Mercato Lavoro

Perché serve un addetto alla felicità in ufficio

Spazi aperti e flessibili, filosofie di lavoro alternative e figure professionali dedicate al benessere e alla cura dei dipendenti. Sono queste le caratteristiche che più influenzerebbero l’esperienza lavorativa secondo “Workplace powered by Human Experience”, il report globale di JLL che misura l’effetto del real estate e del posto di lavoro sul benessere e sulla produttività…

Lo sapevate che nove italiani su dieci chiedono sul posto di lavoro un “Chief Happiness Officer”, una nuova figura professionale dedicata esclusivamente all’esperienza e al benessere dei dipendenti? Perché la felicità, intesa come benessere e attenzione alla salute, è un aspetto fondamentale dell’esperienza professionale, almeno per Il 63% dei lavoratori italiani. È uno dei dati principali che emerge dal report “Workplace powered by Human Experience” redatto da JLL, azienda leader nel settore dei servizi professionali.

LO STUDIO

In Italia JLL ha intervistato un campione rappresentativo di 507 dipendenti che lavorano in uffici e aziende di almeno 100 dipendenti, confrontandoli con i dati del report a livello globale che ha intervistato più di 7300 dipendenti in tutto il mondo.

Lo studio ha rivelato che aiutare le persone a sentirsi bene sul posto di lavoro è più di una spunta in una lista dell’ufficio HR nel tentativo di raggiungere l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Ma va molto oltre questo. Quando le aziende si renderanno conto che l’esperienza che creano per il loro personale sul posto di lavoro arriva dritto al cuore di questi dipendenti, potranno trarre benefici a livello sia di impegno del lavoratore sia di soddisfazione del proprio operato.

CI VORREBBE UN OPEN SPACE

Oltre due terzi dei dipendenti italiani lavora ancora in un ufficio chiuso (privato o condiviso con un numero limitato di persone), mentre solo il 27% delle persone, meno di un terzo, lavora in un open space, percentuale significativamente ridotta rispetto alla media globale del 40%. “Gli ambienti di lavoro tradizionali e gli uffici chiusi restano ancora la norma in Italia e la disponibilità di spazi flessibili e innovativi è ancora bassa rispetto ai parametri globali – commenta Silvia Impelluso, Associate Director – Senior Workplace strategy consultant – Molti lavoratori, in particolare i più giovani, manifestano la necessità di un cambiamento ‘smart’ in termini di luogo e gestione del lavoro. Un potenziale eccellente per le aziende per promuovere coinvolgimento e soddisfazione tra i propri lavoratori e, in un’ultima analisi, per migliorare la produttività e performance del proprio business”. Più della metà (53%) dei dipendenti italiani pensa che l’attuale luogo di lavoro non consenta loro di lavorare in modo davvero efficace – a indicare che c’è spazio per un significativo miglioramento in termini di apertura, ottimizzazione e flessibilità degli spazi.

UN UFFICIO A MISURA D’UOMO PER RENDERE DI PIÙ

Dal report di JLL emerge un forte collegamento tra l’ambiente fisico di lavoro dei dipendenti e il loro livello di coinvolgimento aziendale: il 62% dei dipendenti italiani infatti ha dichiarato di non sentirsi pienamente coinvolto sul proprio luogo di lavoro e espresso l’esigenza di nuovi spazi efficienti e innovativi che possano permettere di lavorare in privato o in condivisione a seconda della necessità. Sono in particolare gli spazi dedicati alla salute, al benessere e alla creatività a mancare negli uffici italiani. Solo il 15% dei lavoratori italiani ha infatti accesso ad aree dedicate alla salute e al benessere, mentre a livello globale tale percentuale arriva al 25%. L’Italia rimane indietro al resto del mondo anche nella predisposizione di spazi esterni per co-working (il 14% rispetto a una media globale del 20%) e di spazi per interesse comune condivisi (l’11% rispetto al 16%). La qualità gioca un ruolo fondamentale: la percentuale di persone che ha dichiarato di sentirsi “molto coinvolta” (37%) è decisamente più alta tra gli intervistati con accesso ad ambienti innovativi, specialmente a luoghi esterni di co-working, aree creative e strutture per la salute e il benessere. Dei vari spazi già a loro disposizione, i dipendenti più “coinvolti” percepiscono che incubatori/acceleratori, spazi comunitari e spazi per la cura dei bambini piccoli sono quelli che hanno un impatto più forte sul proprio livello di coinvolgimento al lavoro – dati che rispecchiano le esigenze dei lavoratori anche a livello globale.

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