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L’università italiana guarda alla lezione di Obama

Facebook e twitter sono social network usati da centinaia di milioni di persone eppure, leggendo La Lezione di Obama, il libro scritto da Stefano Lucchini e Raffaello Matarazzo che raccoglie dati e racconta l’esperienza delle due campagne vincenti che hanno portato all’elezione di Barak Obama, si intuisce che è cambiata un’epoca, non solo su come fare propaganda elettorale.

 

Un’analisi appassionata e lucida che mette in evidenza i fattori che hanno permesso di costruire il successo di Obama, con il ruolo determinante dei social media e della profilazione dei dati degli elettori, la vera arma vincente per riunire le molteplici minoranze che rappresentano la forza del cambiamento.

L’occasione per comprendere l’importanza di questi strumenti e di quanto l’accesso ai dati sia determinante per innovare le strategie di comunicazione politica è offerta dalla giornata di studio che si svolgerà all’Università di Roma Tre il prossimo 14 aprile. Un’occasione utile per cogliere il significato di una lezione che può indicare molteplici sviluppi, in termini di coinvolgimento dei cittadini su temi sensibili quali l’ambiente e, più in generale, nel percorso di innovazione della gestione delle città.

Perché è attorno all’accesso ai data, gli open data, che si gioca una delle partite decisive sull’opportunità di costruire il futuro delle aree metropolitane, in termini di maggiore qualità dei servizi erogati e della capacità di adeguare la gestione dell’economia urbana verso forme legate all’innovazione.

Ecco il senso della Lezione di Obama che, partendo da un’idea di comunicazione tradizionale, è evoluta, creando un modello di politica 2.0, con il quale si dovrà continuare a fare i conti, si tratti di organizzare le primarie o di riorganizzare il servizio di trasporto pubblico: coinvolgendo i cittadini, rendendoli partecipi delle scelte e operando, al tempo stesso per creare città efficienti e competitive.

 

Open data e urban data sono il punto di partenza di una trasformazione urbana che ha come fulcro l’innovazione tecnologica e la capacità di creare condivisione sulle scelte di gestione degli spazi urbani, incidendo sul design urbano e sull’adozione delle politiche. Smart cities che siano realmente intelligenti perché sanno puntare sull’intelligenza e sull’informazione innovando, in primo luogo, gli strumenti con i quali si valutano le capacità di amministrazione e di guida delle città.

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