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Anche la medicina diventa Hi-tech

Hi tech e medicina è un binomio destinato negli anni a influenzare sempre il mercato delle nuove tecnologie e a cambiare il modo di curare le persone.

 

Nel 2014 il settore della medicina mobile e fai-da-te varrà 6,7 miliardi di dollari a livello mondiale ma le cifre sono destinate ad aumentare. In base a uno studio condotto da Accenture, le start up che si occupano di salute digitale riceveranno dei finanziamenti di circa 3,5 miliardi di dollari nel 2014 e raggiungeranno i 6,5 miliardi nel 2017.

Ad aver posato gli occhi su questo settore sono anche i grandi colossi come Apple, Google. L’azienda fondata da Steve Jobs ha dato vita ad HealtKit, una piattaforma con cui è possibile creare applicazioni specifiche che poi inviano i loro dati alla app Salute di Apple permettendo al paziente di condividerli con il proprio medico. Il sistema è collegato anche con l’Apple Watch che sarà dotato di sensori in grado di rilevare i parametri vitali. La Google invece prevede l’uso dei Google Glass anche in sala operatoria e delle lenti a contatto ‘smart’ per monitorare la glicemia nei diabetici, oltre alla digitalizzazione delle cartelle cliniche.

Le applicazioni finora presenti su smartphone consentono di raccogliere dati clinici e informazioni utili ai medici, fornire un monitoraggio continuo  delle funzioni vitali di un paziente oltre a garantire un’assistenza a distanza con la telemedicina. Secondo i ricercatori di Visiongain le app dedicate alla salute  sarebbero quasi un milione e abbracciano tutti i campi della medicina, dall’alimentazione all’attività fisica fino all’individuazione delle retinopatie tramite fotocamera. Da pochi giorni è in commercio anche ‘What is app’, la prima applicazione dedicata alla pressione arteriosa, presentata a Bologna dalla Siia, la Società italiana dell’ipertensione arteriosa nel corso del loro XXXI congresso. Esistono, poi, delle startup italiane molto attive come Pazienti.org che lavora sull’analisi dei parametri biochimici ed Empatica, nata dentro il Politecnico di Milano, che in collaborazione con la Medical School di Harvard e i laboratori del Mit di Boston si occupa dello sviluppo di algoritmi per studiare le condizioni dei malati affetti da autismo, epilessia e altre patologie.

 

In questi giorni, inoltre, nel corso del 45esimo Congresso nazionale della Sin (Società italiana di neurologia), tenutosi a Cagliari è stata annunciato che l’anno prossimo partirà una nuova sperimentazione della prima mano bionica indossabile, successiva a LifeHand2. L’obiettivo è di installare tuttala parte elettronica dentro la mano bionica che, priva del suo apparato esterno, sarà più agile e leggera. Si tratterà di un arto integrato che interverrà sulla ‘sindrome dell’arto fantasma’, ossia la sensazione di persistenza dell’arto dopo la sua amputazione, e grazie a dei sensori permetterà ai pazienti di percepire la forma e la consistenza degli oggetti. 

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