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Xiaomi

Perché Xiaomi punta su GoPro

Xiaomi potrebbe sfruttare GoPro per entrare nei mercati di Europa ed America. Fatti, numeri e scenari nell’articolo di Giusy Caretto Xiaomi vuole acquisisre GoPro. Sono questi i programmi della casa cinese di tecnologia secondo un report realizzato da Bloomberg: le due aziende sarebbero in trattative avanzate per portare a termine il matrimonio. La notizia, in…

Xiaomi vuole acquisisre GoPro. Sono questi i programmi della casa cinese di tecnologia secondo un report realizzato da Bloomberg: le due aziende sarebbero in trattative avanzate per portare a termine il matrimonio. La notizia, in realtà, non sorprende più di tanto: GoPro è in difficoltà economica e solo una acquisizione da parte di un gigante hi tech potrebbe salvare il salvabile.

Xiaomi è già attiva nel settore delle action-cam attraverso la gamma delle Yi Camera, ma con il nuovo acquisto la casa cinese potrebbe acquisire un know how per fare davvero la differenza.

1 MILIARDO DI DOLLARI PER ACQUISIRE GOPRO

Xiaomi potrebbe sborsare circa 1 miliardo di dollari per acquisire GoPro da Woodman Labs, azienda californiana detentrice del marchio. La notizia, seppur non confermata, piace ai mercati: la società americana è cresciuta dell’8,8% in borsa.

PERCHE’ XIAOMI VUOLE GOPRO

Xiaomi non è certo nuova al settore: è già attiva nel settore delle action-cam attraverso la gamma delle Yi Camera, ma l’acquisizione porterebbe alla casa cinese un know-how importante.

OBIETTIVO: PENETRARE NEI MERCATI IN EUROPA E NORD AMERICA

Ma c’è di più. Xiaomi vuole crescere e GoPro potrebbe essere la giusta via. La casa cinese, infatti, potrebbe sfruttare il conosciuto brand per entrare con più determinazione nel mercato europeo e americano. GoPro è diventato, negli anni, quasi sinonimo di action-cam e questo è una carta da giocare per sbaragliare la concorrenza.

GOPRO, I CONTI DELUDONO AZIONISTI ED ANALISTI

GoPro, la società guidata da Nicholas Woodman, non naviga certo in buone acque. I conti del quarto trimestre 2017 parlano chiaro: il fatturato è stato di 340 milioni di dollari, inferiore ai 472 milioni di dollari attesi dagli analisti. Pesano gli 80 milioni di dollari di oneri straordinari che l’azienda californiana si è trascinata per tutto lo scorso anno e che l’ha costretto al taglio di più del 20% della forza lavoro nel corso del 2018 (da 1.254 impiegati si dovrebbe passare a 1.000), al ritiro dal mercato dei droni e alla riduzione dei compensi in contante per l’anno in corso per l’amministratore delegato Woodman.

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