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Banda Ultralarga

Come funzioneranno i voucher per la banda ultra larga

Voucher per la digitalizzazione e aree grigie: ecco la seconda fase del Piano Banda Ultra Larga 

Che l’Italia, in fatto di digitale, debba accelerare non è un mistero. La diffusione sul territorio nazionale della banda ultra larga cresce, ma siamo sempre al di sotto della media europea. E tra le cose che non vanno è l’utilizzo da parte dei consumatori. Ed è per questo che il Comitato Banda Ultra Larga (CoBUL) ha approvato lo stanziamento dei voucher per gli abbonamenti.

Previsti anche nell’ambito della seconda fase del Piano Banda Ultra Larga alcuni interventi nelle aree grigie. Andiamo per gradi.

I VOUCHER

Con l’obiettivo di favorire la domanda di servizi digitali, il governo giallo-verde ha pensato allo stanziamento di voucher, per i prossimi tre anni, destinati a famiglie, piccole e medie imprese e centri per l’impiego che vorranno attivare un abbonamento alla rete di banda ultra larga.

TUTTO ANCORA DA DEFINIRE

L’entità dei singoli voucher sarà discussa nell’ambito di un tavolo tecnico con le Regioni e saranno resi operativi entro la fine dell’anno o nel 2020, solo dopo l’approvazione della Commissione Europea.

LE IPOTESI IN CAMPO

Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, a disposizione ci sarebbero 1,3 miliardi per i voucher. E secondo delle simulazioni, tutte ancora da analizzare, alle famiglie che chiederanno l’attivazione di servizi ultraveloci potrebbero essere destinati 250-300 euro, 3mila euro alle Pmi, 5mila euro alle scuole e ai centri per l’impiego.

LE AREE GRIGIE

Nella seconda fase del piano, il governo vorrebbe anche intervenire per potenziare le aree grigie, dove è già presente (o sarà presente) un solo fornitore di servizi di connettività.

Attualmente i fondi disponibili sono solo di 1,8 miliardi di euro e qualcosa si potrebbe recuperare dal denaro avanzato dal progetto Agenda Digitale 2014-2020. Il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ieri nella riunione del Comitato Banda Ultra Larga, ha parlato di un fabbisogno complessivo di 5 miliardi di euro: mancherebbero all’appello per un intervento serio diversi miliardi.

IL PUNTO

Ma cosa è stato fatto nella prima fase del Piano? L’Italia è intervenuta nelle aree bianche, quelle cosiddette a fallimento di mercato. Il completamento della copertura delle aree Infratel era previsto per dicembre 2020, ma alcuni ritardi (anche burocratici) faranno slittare tutto alla fine del 2021.

LA CLASSIFICA DESI

L’Italia è al 24mo posto fra i 28 Stati membri dell’Ue nell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Desi 2019) della Commissione europea 2019. Cresce la diffusione della banda ultra larga, ma i progressi sono ancora troppo lenti. E ancora basso è il tasso di utilizzo della banda larga ultraveloce e la penetrazione dei servizi digitali. Siamo sotto alla media europea.

SERVE ACCELERARE

“È necessario accelerare la digitalizzazione del Paese, attraverso la realizzazione di una infrastruttura di rete veloce, efficiente e soprattutto accessibile su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud. Con il lancio della seconda fase della Strategia nazionale per la Banda Ultralarga, vogliamo ribadire l’importanza di uno sviluppo tecnologico che si rende necessario per creare finalmente quelle autostrade digitali di cui il Paese ha bisogno “, ha dichiarato il ministro per il Sud Barbara Lezzi.

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