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Inps

Vi spiego la figuraccia dell’Inps

Che cosa è successo al sito Inps? E che cosa dice (di strano) il presidente Tridico? Il commento di Natale Forlani, già ai vertici della Cisl e coautore del Libro Bianco di Marco Biagi

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha imputato il collassamento del sistema informatico per la raccolta delle domande per l’erogazione dell’una tantum di 600 euro destinata ai lavoratori autonomi, a un attacco di pirati dell’informatica. Ammettendo successivamente che, il sistema informatico non era in grado di processare una tale mole di domande concomitanti e invitando gli interessati a presentarle con più calma nei giorni successivi.

Un affollamento che, per inciso, era stato provocato dalla circolare attuativa dell’Istituto che condizionava l’accettazione delle domande sino all’esaurimento dei fondi disponibili, come disposto nel decreto emanato dal governo. Sull’incidente non potevano mancare le polemiche riguardo la presunta inefficienza dell’Inps e la rituale richiesta di dimissioni del presidente dell’istituto avanzata dalle opposizioni politiche, compresa la Lega che ha concorso a nominarlo.

Un fatto che si ripete ogni qual volta, quasi sempre, l’istituto in questione venga chiamato a erogare delle prestazioni decise a livello politico con l’immancabile promessa di erogare tempestivamente.

Ma nella realtà i veri responsabili delle disfunzioni non sono i dirigenti e i dipendenti dell’istituto, tantomeno i pirati informatici. Da molti anni il vero hackeraggio viene praticato proprio dai politici.

Nel giro di 10 anni l’Inps, da ente erogatore delle pensioni e dei sostegni al reddito dei lavoratori dipendenti e autonomi privati, è stato incaricato di assorbire una moltitudine di enti previdenziali pubblici e privati di previdenza e di erogazioni varie (per un complessivo di oltre 40 fondi) che hanno comportato la razionalizzazione della gestione delle erogazioni e l’ uniformazione dei sistemi di raccolta dei contributi nell’ambito della attuazione di due complesse riforme della previdenza e dei sostegni al reddito.

Ciò non bastasse, sono state messe in capo all istituto una miriade di prestazioni di bonus assistenziali e integrazioni al reddito di ogni sorta, nazionali e regionali, voucher, Ape, ape social, bonus bebé e asilo, quota 100 e redditi di cittadinanza. Una miriade di provvedimenti spot, frutto della degenerazione assistenzialistica del nostro welfare.

Per l’erogazione di questi provvedimenti, enunciati in pompa magna dai politici di turno con l’immancabile promessa di renderli operativi prima delle scadenze elettorali, l’Inps viene chiamata a predisporre le circolari interpretative, l’adeguamento sistemi informatici di supporto, la raccolta degli immancabili pareri delle autorità della privacy e dell’Anac.

Adempimenti che l’Istituto ha dovuto ottemperare nell’ambito dei vincoli di legge che hanno imposto le riduzioni delle spese di amministrazione e del personale, introdotte per tutte la pubbliche amministrazioni.

L’accertamento dei requisiti di reddito e patrimoniali dei potenziali beneficiari, che accompagna la gran parte dei provvedimenti assistenziali, richiede all’Inps di verificare le fonti di reddito, i patrimoni, residenze e convivenze, benefit erogati da altre amministrazioni, rimediando le carenze delle amministrazioni fiscali preposte. Tutte cose improbabili e che, opportunamente, gli uffici dell’istituto aggirano con il rilascio delle autocertificazioni da parte dei richiedenti.

Fatevi una idea.

Negli altri paesi europei la mole delle prestazioni erogate dall’Inps per previdenza, assistenza e sostegni al reddito viene assolta normalmente da enti diversificati per finalità e professionalità è con volumi di personale di gran lunga superiori ai 27ml dipendenti del nostro ente.

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