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Usa e Cina spaccheranno Internet a metà. Parola di Eric Schmidt (ex Google)

L'ex numero uno di Google, Eric Schmidt, prevede che Internet si dividerà in due entro il 2028 e una parte sarà guidata dalla Cina

Internet sarà divisa in due parti: una cinese e una americana entro il 2028. È la previsione di Eric Schmidt, amministratore delegato di Google dal 2001 al 2011 e presidente esecutivo di Alphabet – società madre di Google – fino all’inizio di quest’anno.

Intervenuto a un evento organizzato dalla società di investimento Village Global VC mercoledì scorso, il luminare della tecnologia e l’ex numero uno del colosso tecnologico di Mountain View ha previsto che Internet si trasformerà in due versioni: una a guida cinese e una a guida statunitense entro il prossimo decennio.

DUOPOLIO DI INTERNET

“Penso che lo scenario più probabile ora non sia una frantumazione, ma piuttosto una biforcazione in un internet guidato dalla Cina e un Internet non cinese guidato dagli Stati Uniti”, ha ipotizzato Schmidt. “La globalizzazione significa che possono giocare anche loro. Penso che assisteremo a una fantastica leadership di prodotti e servizi provenienti dalla Cina”. Ma un soft power cinese ha un lato della medaglia più oscuro: “C’è un serio pericolo che insieme a quei prodotti e servizi arrivi un diverso regime di leadership da parte del governo cinese attraverso la censura, maggiori controlli, ecc.”.

L’INFLUENZA CINESE

Ad avallare la sua tesi, Schmidt prende in considerazione la “Belt and Road Initiative”, il programma di Pechino per aumentare l’influenza politica ed economica della Cina collegando e facilitando tutti i tipi di commercio, compreso il commercio digitale con i paesi di Europa, Africa, Medio Oriente e Asia.

“Guarda come funzionano la loro Belt and Road Initiative, che coinvolge i governi di 60 paesi, è perfettamente possibile che questi paesi comincino ad assumere l’infrastruttura che la Cina impone insieme a una certa perdita di libertà” sentenzia Schmidt.

GOOGLE MADE IN CHINA…

La previsione di Schmidt suona come un campanello di allarme verso un preciso progetto di Big G: sotto la guida dell’attuale ceo Sundar Pichai, Google ha esplorato il potenziale per lanciare una versione censurata del suo motore di ricerca in Cina, chiamato “Project Dragonfly”. Attraverso questo motore di ricerca “Pechino taylor made”, Google starebbe cercando di penetrare nel mercato cinese – a lungo inespugnabile dal gigante della tecnologia di Mountain View a causa delle severe leggi cinesi in materia di internet e libertà di espressione.

IL PROGETTO DRAGONFLY

Ad agosto si è diffusa la notizia che Google stava sviluppando un motore di ricerca censurato per la Cina chiamato Dragonfly. Ma si scopre che Dragonfly non è solo una versione di Google censurata, bensì renderebbe molto più facile il monitoraggio degli individui per il governo cinese. Se lanciato, Dragonfly rimuoverebbe i risultati di ricerca che utilizzano termini ritenuti inadatti al consumo pubblico da Pechino.

… CHE NON PIACE AI DIPENDENTI GOOGLE

Al momento Dragonfly è solo un prototipo, ma ha provocato le proteste dei dipendenti e persino le dimissioni uno dei più importanti ricercatori di Google, Jack Poulson.

Sundar Pichai ha dichiarato che Google è “molto aperto riguardo al nostro desiderio di fare di più in Cina” e che il team “è in una fase di esplorazione già da un po’ di tempo” e starebbe considerando “molte opzioni”, ma non è affatto vicino al lancio in Cina.

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