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Tutti i dettagli del programma M5S-Lega sulla green economy

Favorire “la transizione verso modelli sostenibili di economia e gestione delle risorse rinnovabili”. “Decarbonizzare e defossilizzare produzione e finanza promuovendo l’economia circolare”. “Drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica ed incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti adottando metodi tecnologicamente avanzati ed alternativi”. Favorire “la rigenerazione urbana e il retrotif…

Favorire “la transizione verso modelli sostenibili di economia e gestione delle risorse rinnovabili”.

“Decarbonizzare e defossilizzare produzione e finanza promuovendo l’economia circolare”.

“Drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica ed incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti adottando metodi tecnologicamente avanzati ed alternativi”.

Favorire “la rigenerazione urbana e il retrotif (riqualificazione energetica) degli edifici”.

Sono alcune delle proposte più concrete contenute nel capitolo sulla green economy in cima al contratto di programma del governo in fieri tra Movimento 5 Stelle e Lega.

Si confermano dunque in linea di massima le impostazioni pro energie rinnovabili che erano presenti nelle proposte elettorali di Movimento 5 Stelle e Lega per il voto del 4 marzo.

ECCO DI SEGUITO IL CAPITOLO COMPLETO SU AMBIENTE E GREEN ECONOMY

Uomo e ambiente sono facce della stessa medaglia. Chi non rispetta l’ambiente non rispetta se stesso. C’è bisogno di un maggior coinvolgimento e conoscenza dei temi ambientali capace anche di costruire alleanze e di portare la questione ecologica al centro della politica. In Italia questo significa concentrare le risorse nella necessaria manutenzione del territorio e nella innovazione. Partendo da questa convinzione, il nostro compito è di sostenere la “green-economy”, la ricerca, l’innovazione e la formazione per lo sviluppo del lavoro ecologico e per la rinascita della competitività del nostro sistema industriale con l’obiettivo di “decarbonizzare” e “defossilizzare” produzione e finanza promuovendo l’economia circolare.

I PRINCIPI

Vanno ribaditi e rinnovati i limiti indicati dal principio di sostenibilità:
• per una risorsa rinnovabile (suoli, acqua, foreste), la percentuale sostenibile di impiego non può essere maggiore di quella di rigenerazione;
• per una risorsa non rinnovabile (combustibili fossili, giacimenti minerari, acque sotterranee), la percentuale sostenibile di impiego non può essere maggiore di quella con la quale è possibile rimpiazzarla con una risorsa rinnovabile (ad esempio: investire parte dei profitti per l’adozione di tecnologie produttive con risorse rinnovabili).

STRUMENTI NORMATIVI

Nelle strategie nazionali di sviluppo economico deve considerarsi prioritaria l’adozione di strumenti normativi efficaci atti a promuovere una sempre maggior diffusione di modelli di sviluppo sostenibili, della Green Economy e dell’economia circolare.

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

A tal fine le Pubbliche Amministrazioni dovrebbero essere coinvolte a tutti i livelli nella promozione di questo cambiamento e diventare un riferimento per l’adozione di buone pratiche, migliori tecniche e standard.

LE AZIONI NECESSARIE

È necessario armonizzare i rapporti tra lo Stato e le Pubbliche amministrazioni, rafforzando le autonomie ed i presidi territoriali più efficienti ed i modelli più avanzati e rispettosi dell’ambiente, valorizzandone le professionalità e le risorse migliori.

L’ECONOMIA CIRCOLARE

È necessario che ogni intervento del decisore politico si collochi in una strategia di economia circolare, intesa quale sistema ambientale ed economico in cui un bene è utilizzato, diventa rifiuto, e poi, a valle di un procedimento di recupero, cessa di essere tale per essere riutilizzato quale materia seconda per la produzione di un nuovo bene, in contrapposizione al modello di “economia lineare” in cui i beni divenuti rifiuti sono avviati semplicemente a smaltimento dopo il loro utilizzo.

DOSSIER RIFIUTI

Una corretta e virtuosa applicazione dell’economia circolare, in linea con la gerarchia nella gestione dei rifiuti europea, comporta una forte riduzione del rifiuto prodotto, una crescente percentuale di prodotto riciclato e contestualmente una drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica ed incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti adottando metodi tecnologicamente avanzati ed alternativi. A tal proposito il sistema di economia circolare di riferimento è quello oggi adottato dal servizio pubblico della provincia di Treviso, studiato in tutto il mondo.

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

La riduzione della produzione del rifiuto e di raccolte differenziate di qualità che portino al reale recupero di materia è realizzata anche attraverso la progettazione dei beni e fiscalità premianti per chi produce beni riciclabili e riutilizzabili, il ricorso alla raccolta domiciliare con tariffazione puntuale per cittadini e imprese, azioni contro lo spreco alimentare, la realizzazione di centri di riparazione e riuso dei beni utilizzati. È necessaria una mappatura capillare di tutte le eventuali strutture a rischio amianto partendo dalle scuole, al fine di intervenire per la rimozione e lo smaltimento presso siti idonei dei materiali contenenti amianto.

CAPITOLO BONIFICHE

È necessario altresì snellire i procedimenti di bonifica definendo accuratamente responsabilità e metodologie, salvaguardando i controlli per individuare i responsabili delle contaminazioni e la tutela delle matrici ambientali, garantendo trasparenza dei dati e la partecipazione dei cittadini. A livello nazionale, come regionale e locale, è quindi determinante avviare una serie di interventi diffusi in chiave preventiva di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo, anche come volano di spesa virtuosa e di creazione di lavoro a partire dalle zone terremotate, oltre ad azioni per responsabilizzare il cittadino sui rischi connessi alla tutela del territorio.

NO CONSUMO DEL SUOLO

È inoltre indispensabile fermare il consumo di suolo (spreco di suolo) il quale va completamente eliminato attraverso un’adeguata politica di sostegno che promuova la rigenerazione urbana. A questo proposito vanno promosse azioni a sostegno alle iniziative per rilanciare il patrimonio edilizio esistente, favorendo la rigenerazione urbana e il retrotif (riqualificazione energetica) degli edifici. Gli immobili capaci di autoprodurre energia rappresentano la sfida del futuro.

L’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA

In questo senso deve essere orientata anche l’edilizia residenziale pubblica. Per contrastare il rischio idrogeologico sono necessarie azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo sui siti ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico In tema di contrasto al cambiamento climatico sono necessari interventi per accelerare la transizione alla produzione energetica rinnovabile e spingere sul risparmio e l’efficienza energetica in tutti i settori.

L’EFFICIENZA ENERGETICA

È quindi fondamentale potenziare le azioni attualmente considerate a livello nazionale per il contrasto al cambiamento climatico e per la transizione verso modelli sostenibili di economia e gestione delle risorse rinnovabili. È necessario avviare azioni mirate per aumentare l’efficienza energetica in tutti i settori e tornare a far salire la produzione da fonti rinnovabili prevedendo una pianificazione nazionale che rafforzi le misure per il risparmio e l’efficienza energetica riducendo i consumi attuali. A tal riguardo, azioni prioritarie, contro cambiamenti climatici ed inquinamento, andranno avviate con piani specifici per le aree più colpite del nostro Paese. Pensiamo, ad esempio, al bacino della Pianura Padana dove va migliorato e implementato il piano di bacino, e tutte le aree metropolitane.

ECCO LA BOZZA COMPLETA DEL PROGRAMMA

 

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