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Intelligence Danesi

Tutte le ultime pressioni di Trump e Nsa in Europa contro Huawei

Il Punto di Giuseppe Gagliano su come e quanto l'Intelligence americana e l'amministrazione Trump premono su Regno Unito e Germania per azzoppare Huawei sul 5G

 

Il direttore dell’agenzia di intelligence nazionale britannica ha respinto gli avvertimenti degli Stati Uniti secondo cui la condivisione di informazione di intelligence tra i due alleati verrà gravemente compromessa se Londra decidesse di utilizzare hardware di telecomunicazione di fabbricazione cinese. Washington sta esercitando un’azione di pressing politico costante per impedire a Huawei Technologies, uno dei principali produttori mondiali di hardware per telecomunicazioni, di competere alla pari con altri operatori per l’infrastruttura di comunicazioni di quinta generazione del Regno Unito.

Negli ultimi anni, Huawei è stata sottoposta a un controllo serrato da parte di alcune agenzie di intelligence occidentali, che lo considerano troppo vicino al Partito Comunista Cinese. Più recentemente, gli Stati Uniti, unitamente ad Australia e Canada, temono che il gigante cinese delle telecomunicazioni possa fungere da testa di ponte per conto delle agenzie di spionaggio di Pechino.

L’anno scorso, Washington ha avvertito due dei suoi principali alleati europei, la Gran Bretagna e la Germania, che avrebbe smesso di condividere informazioni con loro se avessero permesso a Huawei di competere per contratti relativi alla infrastruttura 5G.

Ma in un’intervista con il Financial Times, Sir Andrew Parker, capo del Servizio di sicurezza (MI5), ha dichiarato di non credere che il rapporto di condivisione sul fronte della intelligence tra Gran Bretagna e Usa possa essere condizionato da queste affermazioni. Infatti, quando gli è stato chiesto se Washington avrebbe smesso di condividere informazioni di intelligence con Londra, nel caso in cui il governo britannico avesse autorizzato un’offerta da parte di Huawei, Sir Andrew ha escluso tale eventualità soprattutto tenendo conto delle relazioni strettissime che da sempre legano la Nsa e la Gchq.

Non a caso, nel fine settimana, è stato riferito che una delegazione di alto livello della National Security Agency – la più grande agenzia di intelligence americana – e il Consiglio economico nazionale degli Stati Uniti si sarebbero recati a Londra, in quello che sembra essere uno sforzo finale per convincere Londra a non collaborare con Huawei. Prima delle dimissioni dello scorso anno, il primo ministro britannico Theresa May aveva deciso di consentire alla società cinese di competere per contratti 5G. E il suo successore, il primo ministro Boris Johnson, proprio oggi sembra proseguire nell’impostazione di May.

I critici di Huawei devono suggerire un'”alternativa” all’uso della tecnologia del gigante cinese per la realizzazione della rete 5G, ha dichiarato Johnson nella sua prima intervista dopo la vittoria elettorale di dicembre alla Bbc: “I britannici meritano di accedere alla migliore tecnologia possibile” e “se qualcuno si oppone ad un’azienda o ad un’altra, deve dirci qual è l’alternativa”. Tuttavia, il premier ha comunque assicurato di non volere “costruire alcuna infrastruttura che pregiudichi la nostra sicurezza nazionale o la nostra capacità di collaborare con i nostri partner di intelligence nell’alleanza ‘Five Eyes’ (Uk, Canada, usa, Nuova Zelanda e Australia)”.

D’altronde, proprio lo scorso aprile, un funzionario dell’intelligence tedesca ha anche respinto gli avvertimenti americani secondo cui la condivisione dell’intelligence con Berlino sarebbe terminata se Huawei avesse costruito una parte della rete tedesca 5G.

Ebbene, al di là della legittimità o meno dell’atteggiamento e del modus operandi americano, è indubbio che, a parte l’ovvia necessità di salvaguardare la segretezza delle informazioni di intelligence, vi sia da parte americana il timore che la competizione tecnologica con la Cina sul fronte delle infrastrutture di telecomunicazione possa danneggiare profondamente l’industria delle telecomunicazioni americane.

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