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Startup, ecco il piano pubblico-privato M5S sull’innovazione (suggerito da Casaleggio)

Tutte le indiscrezioni sul progetto targato M5S per un fondo pubblico-privato di investimento per le startup innovative sul modello francese. Obiettivo: inserire la previsione del fondo nella prossima Legge di bilancio

Un mix di capitali privati, investimenti pubblici e fondi europei.

Obiettivo: costituire una sorta di fondo pubblico-privato di venture capital per le start up innovative.

Coinvolgendo, dicono ambienti del Movimento 5 Stelle, “casse di previdenza dei professionisti, i fondi pensione, le assicurazioni e gli istituti di credito”.

E’ questo il progetto che si sta elaborando ai piani alti del Movimento capitanato da Luigi Di Maio.

Le mire di chi sta seguendo il dossier, che ha un occhio di riguardo nelle stanze della Casaleggio Associati, è quello di inserire una norma di stimolo con relativi stanziamenti nella prossima Legge di Bilancio.

L’esempio da seguire, come nel caso della banca pubblica degli investimenti, secondo i Pentastellati, è Parigi.

La Francia solo dieci anni fa “si trovava nella situazione in cui si trova l’Italia oggi rispetto agli investimenti in Venture Capital, ed ora investe venti volte di più con molti casi di successo”, ha scritto di recente Davide Casaleggio, numero uno della piattaforma Rousseau che lavora per il Movimento 5 Stelle..

Il presidente di Casaleggio Associati ha insistito sul caso parigino: “La Francia ha iniziato creando la Banca Pubblica di Investimento che ha razionalizzato gli investimenti pubblici esistenti pur mantenendo le decisioni a livello locale e successivamente nel 2012 ha impresso un’accelerazione al settore coinvolgendo anche i privati”.

(CHE COSA E’ E COME FUNZIONA LA FRANCESE BPI)

In Francia il venture capital è nato nel 1997, all’indomani del grande sviluppo di Internet: “Il governo transalpino – ha scritto Casaleggio – ha promosso da subito una politica di defiscalizzazione degli investimenti in startup e fondi dedicati all’innovazione. Ciò ha messo insieme un “gruzzolo” che ha costituito la fortuna del sistema transalpino perché i fondi hanno consentito alla Francia di sopportare meglio l’esplosione della “bolla di internet” scoppiata fra il 2001 e il 2004. Mentre altri ecosistemi, per esempio quello tedesco e quello italiano venivano spazzati via, in Francia il flusso di finanziamento delle startup è stato invece “abbastanza stabile”. E così sono nate esperienze di successo come Meetic, Priceminister e Business Object”.

(STARTUP INNOVATIVE, GLI ESEMPI DI USA, FRANCIA, GERMANIA E ITALIA. REPORT CASALEGGIO ASSOCIATI)

Ma secondo Casaleggio, “la possibilità di sostegno al sistema attraverso il finanziamento statale è solo una componente della soluzione prospettata per colmare questo gap, ma è altrettanto importante”. Dopo il 2012, anche su pressione degli imprenditori, che si sono opposti a un più svantaggioso regime fiscale, si è vista “una straordinaria accelerazione degli investimenti”. Le cifre la certificano: si è passati dai 580 milioni del 2012 ai 2,7 miliardi del 2016, si legge in uno studio della Casaleggio Associati.

(TESI E CONTROTESI SULLE IDEE DI DAVIDE CASALEGGIO SUL MODELLO DA SEGUIRE PER SPINGERE LE STARTUP INNOVATIVE)

Non senza un intervento pubblico. Si legge nella ricerca, infatti, che “l’azione della Banca Pubblica di Investimento (Bpi) è stata una delle principali forze che hanno permesso uno sviluppo così rapido”. In particolare la Bpi è intervenuta in attività di co-investimento di varie aziende, sia nella fase iniziale che in quella di consolidamento. Inoltre la Banca ha contribuito a sviluppare un sistema di garanzie per “aumentare la bancabilità delle startup”.

Temi, spunti e suggestioni su cui il Movimento 5 Stelle sta cercando di sollecitare il ministero dell’Economia.

(TUTTI I PROGETTI GOVERNATIVI SULLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI. FATTI, INDISCREZIONI E APPROFONDIMENTI)

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