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Servono tamponi di massa. L’appello a governo e regioni

Il testo dell’appello promosso dal virologo Andrea Crisanti, dal sociologo Luca Ricolfi e dal giurista Giuseppe Valditara

Se vogliamo che la imminente riapertura non sia effimera, se vogliamo evitare la chiusura di centinaia di migliaia di aziende, se vogliamo che milioni di lavoratori non perdano il posto di lavoro, occorre cambiare rotta. Bisogna iniziare subito a fare tamponi di massa. È necessario, ed è possibile. Ecco perché:

1) Finora nelle regioni italiane si è fatto un numero insufficiente di tamponi giornalieri per abitante e ciò è ancora più evidente quando si confronta questo numero con i casi positivi identificati.

2) Una recente comparazione internazionale mostra che il numero di tamponi giornalieri per abitante è inversamente correlato a quello dei morti: più tamponi, meno morti (si veda www.fondazionehume.it).

3) Gli studi epidemiologici collegano ormai una efficace strategia di contenimento del virus a una campagna di tamponi di massa (si veda, per esempio, gli articoli pubblicati su www.thelancet.com del 17 e 18 aprile 2020). Persino l’Oms ora caldeggia l’esecuzione di tamponi di massa.

4) Uno studio fatto da Francesco Curcio (università di Udine) e Paolo Gasparini (università di Trieste) ritiene che, utilizzando strumentazioni di laboratorio già esistenti sul territorio del Friuli-Venezia Giulia e una efficiente organizzazione, si potrebbero processare già oggi 10.000 tamponi. Per regioni più grandi i numeri possono essere molto più elevati.

5) Il costo per il processamento di un tampone, utilizzando reagenti almeno in parte prodotti nei laboratori di ricerca, è dell’ordine di 15 euro (inclusi il costo del personale tecnico, le utenze, il costo di ammortamento della strumentazione).

6) Risulta che molte imprese private, in diverse regioni italiane, si sono rese disponibili a pagare una campagna di indagini molecolari per i propri dipendenti e anche a finanziare laboratori che eseguano tamponi.

7) Macchinari di ultima generazione arrivano a processare fino a 10.000 tamponi al giorno.

8) La capacità di fare tamponi in grande numero permetterebbe di contenere ed eliminare prontamente la trasmissione del virus in caso di sviluppo di focolai epidemici, come effettuato con successo a Vo’.

9) Dopo 2 mesi di confinamento domiciliare esistono in Italia milioni di persone negative a Covid-19 che, adottando adeguati strumenti di protezione, potrebbero vivere nella pienezza dei propri diritti costituzionali invece finora conculcati. Una campagna di tamponamento può consentire a loro di riprendersi pienamente la libertà di movimento, e di riunione, la libertà religiosa, la libertà di lavorare, e quella di iniziativa economica, tutte attualmente e in vario modo compresse. Ovviamente, tutto ciò richiede che, sempre a scopo precauzionale, si osservi il distanziamento e si indossino obbligatoriamente le mascherine. È altresì auspicabile un efficace tracciamento con app.

10) Vietare a persone sane di circolare liberamente sul territorio nazionale, di lavorare o di intraprendere iniziative economiche è contrario ai principi costituzionali.

11) Senza una politica di tamponi di massa si avranno più morti, più danni alla salute, maggiori rischi di nuovi lockdown con conseguenze catastrofiche per la nostra economia. Perciò invitiamo le autorità nazionali e regionali ad avviare una massiccia campagna di tamponi per contenere la diffusione di Covid-19, per difendere la vita, la salute, il lavoro, i risparmi degli italiani oltre ai loro diritti fin qui sospesi. Il tempo è poco, i rischi sono grandissimi: è ora di agire.

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