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Difesa

Perché la Difesa non deve giocare in difesa. Consigli non richiesti al futuro governo

L’intervento di Claudio Castagnetti, pseudonimo di un ufficiale di alto grado della Difesa

Perché la Difesa è importante.

1) È una componente fondamentale del posizionamento internazionale dell’Italia.

a. Per la “politica delle alleanze”, ovvero come l’Italia si posiziona tanto nei rapporti trans-atlantici quanto in quelli europei. Non solo per le missioni internazionali, ma anche (e soprattutto) per le tantissime attività congiunte che avvengono correntemente. “Fare il matto” dentro la Nato, come avviene per la Turchia di Erdogan, ha come conseguenza diretta l’isolamento internazionale. Una Ministeriale Nato è altrettanto importante dell’Ecofin, anche se non si comprende bene in Italia;

b. Per il nostro ruolo nel bacino Mediterraneo, perché nei Balcani, in Libano, in Libia ecc. è la Difesa che, a tutti gli effetti, svolge concretamente il ruolo più pesante, agli occhi della controparte;

c. Per il nostro posizionamento nell’Onu, come Paese affidabile e positivo per l’ordine internazionale, cosa fondamentale in caso di problemi (come la disputa sui Marò, ad esempio).

2) È un pilastro dello Stato. Il mondo militare ha una sua specificità, riconosciuta nella Costituzione e nelle Leggi. Gode di ampia popolarità, ma è uno strumento delicato, con un’enorme inerzia. Se instradato in maniera errata, servono poi enormi sforzi per recuperare la strada giusta. Soprattutto, il ruolo istituzionale delle Forze armate deve essere rispettato, senza distoglierle dai compiti previsti dalla Costituzione (la difesa della Patria nella sua corretta accezione) o dalla legge, per attività che le sviliscono (vedi discorso del PdR di fine anno).

3) È una componente fondamentale per la politica economica e industriale, perché gli investimenti militari hanno il più alto tasso di ricerca e sviluppo, e difatti l’industria per la difesa è probabilmente la più avanzata tecnologicamente fra quelle rimaste in Italia. Gli investimenti hanno orizzonte pluri-decennale: ogni scelta in tal senso deve essere compiuta con l’ottica del lungo e lunghissimo periodo.

Per quanto sopra:

A) Le decisioni fondamentali in tema di “politica di difesa” sono squisitamente collegiali, perché impattano fortemente sulla politica estera, sullo sviluppo economico, sulla sicurezza interna. Quindi, il ministro della Difesa deve cooperare con gli altri ministri e accettare la leadership del presidente del Consiglio;

B) La Difesa non si presta ad attività ad alta visibilità mediatica (o alla propaganda). Le decisioni vere, importanti, devono essere adottate a porte chiuse, perché così è imposto dal consesso (es. la Nato), oppure dalla natura (molte questioni sono per legge classificate), oppure dalla ragione (es. le scelte industriali). Non si può andare sulla prima pagina dei giornali, facendo il ministro della Difesa.

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