skip to Main Content

Metroweb

Open Fiber, Huawei, Zte, Nokia. Tutte le aziende tlc che chiedono all’Ue di fermare le pubblicità “fake fiber”

Che cosa sostiene l'Ftth Council Europe di cui fanno parte Open Fiber, Huawei, Nokia e Ericsson. L'approfondimento di Patrizia Licata

Le pubblicità sulle connessioni Internet ultraveloci in Europa sono spesso fuorvianti, una sorta di fake news della fibra, che ingannano i consumatori presentando come servizio Ftth (Fiber to the home) una tecnologia in realtà basata sul rame. Lo ha scritto l’Ftth Council Europe in una lettera aperta ai ministri dell’Unione europea alla vigilia del Consiglio Ue su Trasporti, telecomunicazioni e energia, tenutosi in settimana Bruxelles. L’Ftth Council Europe afferma che le pubblicità ingannevoli rallentano l’adozione della “vera fibra” e ostacolano gli investimenti nelle nuove reti ultra-veloci. Il fenomeno delle pubblicità “fake fiber” è generalizzato in Ue, scrive l’associazione industriale, ma con alcuni paesi virtuosi, tra cui spicca l’Italia, dove l’Agcom impone di pubblicizzare come fibra solo connessioni Ftth e Fttb (Fiber to the building).

CHI FIRMA LA LETTERA

L’Ftth Council Europe è un’organizzazione industriale la cui missione, si legge sul sito, è accelerare la connettività capillare basata sulla fibra ottica in quanto strumento per realizzare la vera e competitiva digital society in Europa. L’Ftth Council Europe pensa che la connettività su fibra trasformerà e migliorerà ogni aspetto della vita di tutti i giorni, dell’economia e della capacità di fare impresa; l’infrastruttura basata su fibra è l’unico fondamento a prova di futuro per le reti ad alta capacità fisse e mobili che abilitano i nuovi servizi e le tecnologie digitali. Dell’Ftth Council Europe fanno parte oltre 150 aziende europee e internazionali; nessun incumbent telefonico è nella lista dei membri in cui spiccano invece l’italiana Open Fiber, i vendor cinesi di attrezzature di rete Huawei e Zte e le loro rivali europee Nokia e Ericsson.

CHE COSA CHIEDONO OPEN FIBER, ZTE, HUAWEI, NOKIA ED ERICSSON 

La lettera dell’Ftth Council Europe è stata inviata in vista del Consiglio dei ministri dell’Ue che in settimana ha adottato il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, una riforma completa delle Tlc che ha tra i suoi obiettivi chiave proprio lo stimolo della competizione e la realizzazione del mercato unico digitale europeo, la diffusione della connettività di ultima generazione e l’adozione delle reti ultraveloci da parte dei cittadini e delle imprese dell’Unione europea. Per questo le aziende della fbra chiedono con urgenza agli Stati-membro, alle autorità nazionali e al Berec (che riunisce i regolatori nazionali delle Tlc) di agire sia singolarmente che insieme per prevenire le pubblicità fuorvianti.

“Assistiamo a campagne pubblicitarie ‘fake fibre’ in diversi stati-membro”, in cui i termini fibra e velocità da fibra pubblicizzano quelle che sono realtà connessioni su rame, scrive l’Ftth Council. “Vendere come fibra connessioni basate su rame, che sono di qualità inferiore, mina la value proposition dela vera fibra e disincentiva l’investimento”. Ancora: “Siamo fermamente convinti che l’uso appropriato del termine fibra nelle pubblicità darebbe ai consumatori i corretti strumenti per scegliere e avrà effetti positivi sull’adozione delle reti ad altissima capacità, il che è vitale per gli investimenti”.

La lettera cita un sondaggio condotto in Uk dove il 24% del campione ha detto di avere già una connessione in fibra a casa quando in realtà la Fiber to the premises raggiunge solo il 3% delle case britanniche.

MODELLO ITALIA

Alcuni Stati-membro si sono mossi per contrastare il fenomeno: la lettera di Ftth Council Europe fa riferimento a Gran Bretagna, Danimarca, Portogallo, Spagna, Francia e Italia, con una menzione esplicita per la delibera Agcom N. 292/18/Cons, che l’organizzazione di settore allega nella sua lettera e di cui sottolinea in particolare quanto previsto all’art. 7 “Comunicazione all’utente finale”: “l’operatore può ricorrere al termine ‘fibra’ ed associarvi ulteriori aggettivi o avverbi di tipo accrescitivo e superlativo se e solo se il servizio è offerto esclusivamente su architetture Ftth/Fttb”. Per il regolatore italiano l’operatore non può in nessun caso ricorrere al termine “fibra” se il servizio è offerto, anche parzialmente, su architetture diverse da quelle indicate.

IN LINEA CON L’UE

Nella delibera Agcom si ricorda che “le reti ibride rame/fibra appaiono, secondo la Commissione europea, nell’orizzonte temporale di riferimento, insufficienti allo sviluppo di una ‘Gigabit Society’ tenuto conto che presentano, sulla base delle tecnologie attualmente disponibili, talune limitazioni intrinseche non solo legate al raggiungimento di una specifica velocità di picco in download”. Le connessioni che al momento garantiscono l’evoluzione verso la gigabit society, “secondo quanto indicato nella definizione prevista nel nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche, per il prossimo decennio, sono quelle che si basano sull’uso della fibra ottica sino a casa degli utenti”, sottolinea ancora la delibera Agcom, oppure “le connessioni wireless che saranno basate sui futuri sistemi 5G la cui commercializzazione potrà avvenire a partire dal 2020, tenuto conto delle specifiche tecniche attualmente disponibili”.

Back To Top