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Con OLO lo smartphone diventa una stampante 3D

Ecco OLO, la stampante 3D che funziona grazie al vostro smartphone. Dipenderà dal dispositivo cellulare la qualità dell’oggetto Trasformare lo smartphone in una stampante 3D è possibile, grazie ad OLO. A dire il vero, la stampante 3D economica (costerà circa 99 dollari) è proprio OLO, ma per funzionare necessita di uno smartphone e del suo schermo…

Ecco OLO, la stampante 3D che funziona grazie al vostro smartphone. Dipenderà dal dispositivo cellulare la qualità dell’oggetto

Trasformare lo smartphone in una stampante 3D è possibile, grazie ad OLO. A dire il vero, la stampante 3D economica (costerà circa 99 dollari) è proprio OLO, ma per funzionare necessita di uno smartphone e del suo schermo (i sistemi compatibili sono Android, iOS e Windows).

L’idea di una stampante 3D economica che funziona con uno smartphone è tutta italiana e su Kickstarter ( piattaforma di raccolta fondi per sviluppare le proprie idee) ha già raccolto 80.000 dollari. Il dispositivo si compone di una piccola vasca dove risiede la resina liquida, un vetro che rende perpendicolare la luce e un meccanismo che muove in verticale il piatto di stampa.

Come funziona OLO?

Far funzionare OLO è semplice. Prima è necessario scegliere il modello da stampare, quindi utilizzare l’app dedicata a OLO e posizionare lo smartphone all’interno della stampante. Il nostro telefono, quindi, inizierà ad emettere dei flash attraverso lo schermo per tutto il processo di stampa, sintetizzando la resina liquida. Sarà proprio il fascio luminoso emesso dallo schermo ad influenzare la qualità finale degli oggetti nei colori e nel grado di opacità (il risultato dipenderà dallo smartphone utilizzato). La stampa tridimensionale potrà avere un volume massimo di stampa è di 127 x 76 x 50 millimetri.

Olo ha solo un difetto: la velocità (che velocità non è) di stampa.

stampante 3D

Stampanti 3D e copyright: Disney risolve il problema della copia selvaggia

Le stampanti 3D riproducono (e copiano) oggetti  senza limiti. Un problema reale per le aziende di giocattoli e per le case produttrici di idee e oggetti, che vedono i loro modelli di business minacciati dal fenomeno 3D. Basta un poco di creatività e manualità, infatti, per stampare i casa i nostri personaggi Disney direttamente con la nostra stampante 3D: semplice, facile e casalingo. Niente Copyright, niente peluche da comprare e niente file in cassa. Una stampa selvaggia e, se vogliamo, anche poco legale. La stampa di oggetti marchiati non sarebbe forse illegale tanto quanto il download di musica pop da un canale torrent?
Per ovviare alla copia illegale e senza limiti, Disney ha pensato ad una piattaforma di registrazione, che potrebbe fornire gli elementi di identificazione e l’autorizzazione per la stampa 3D di oggetti Disney, dietro un piccolo pagamento.

La piattaforma, che autorizza la stampa attraverso un sistema di identificazione, è stata sviluppata da Jeffrey Voris, Benjamin Foster, Jorge Alted e David W. Crawford per la Disney e il brevetto è stato depositato già nel settembre 2014. Gli inventori hanno pensato ad un tag RFID, un ‘identificatore univoco o elemento ID in ogni istanza fisica di un oggetto 3D stampatoche eviterebbe la realizzazione di una copia attraverso uno scanner 3D’ spiegano. La soluzione dunque risiede nella stessa stampa 3D: ‘l’elaborazione del file digitale che definisce i diversi strati di stampa del modello 3D prevede anche una serie di strati di stampa che includono l’elemento ID. (…) L’elemento ID è incorporato all’interno dell’oggetto 3D’, scrivono gli inventori. L’elemento ID, potrebbe essere collegato a numeri di serie che rendono possibile tenere traccia di tutti i giocattoli autorizzati realizzati con la stampante 3D.

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