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Netflix

Netflix vs Amazon: è scontro sui contenuti

Sicuramente per tutto il 2017, Netflix ed Amazon si daranno battaglia sui contenuto per accaparrarsi utenti ed aumentare i rispettivi guadagni   Il 2016 è stato l’anno in cui la televisione ha incontrato la tecnologia. Mentre Netflix, gigante dell’internet Tv, dello streaming, dell’on demand ha rafforzato la sua presenza in tutto il mondo (Italia compresa),…

Sicuramente per tutto il 2017, Netflix ed Amazon si daranno battaglia sui contenuto per accaparrarsi utenti ed aumentare i rispettivi guadagni

 

Il 2016 è stato l’anno in cui la televisione ha incontrato la tecnologia. Mentre Netflix, gigante dell’internet Tv, dello streaming, dell’on demand ha rafforzato la sua presenza in tutto il mondo (Italia compresa), Amazon Prime Video ha fatto il suo debutto sugli schermi mobili per allietare le giornate dei suoi clienti. Entrambe sono piattaforme a pagamento ed entrambe piacciono: conquistano sempre più utenti.

E mentre si attende il debutto, nei prossimi mesi, di Youtube Unplugged, la streaming tv di Google, il 2017 si delinea l’anno dello scontro diretto tra Netflix ed Amazon.

NetflixSicuramente Netflix ha dalla sua il tempo. La piattaforma per lo streaming video, ad abbonamento mensile, senza alcun limite è nata nel 2007 per un’idea di  Reed Hastings, ingegnere informatico laureato a Stanford. E dal 2011 il gigante dell’internet Tv ha iniziato a produrre anche contenuti originali. Amazon Prime Video ha debuttato ufficialmente nel 2016, anche se un servizio di contenuti on demand veniva già fornito ad alcuni clienti Prime, l’espansione internazionale è avvenuta a metà di dicembre. I due big competono, ora, sugli stessi mercati a livello mondiale. E a far la differenza saranno, certamente, i contenuti, così come scrive Forbes.

Dicevamo che Netflix ha iniziato a produrre contenuti originali già nel 2011 e nei prossimi mesi la produzione casalinga potrebbe raggiungere l 50% di tutto il catalogo. Forbes sottolinea come Netflix sia pronta a investire ben 6 miliardi di dollari in contenuti autoctoni. Ad oggi, comunque, i numeri testimoniano che la strategia di Hastings sembra funzionare: il big dello streaming ha chiuso il terzo trimestre con un boom di registrazioni, superando di gran lunga le attese degli analisti: 3,57 milioni di persone hanno sottoscritto nuovi abbonamenti (contro le previsioni di 2,3 milioni). L’azienda, nel 2016, ha registrato utili per 51,5 milioni di dollari (12 centesimi ad azione), in netto rialzo rispetto ai 40,75 milioni di dollari (9 centesimi ad azione) dello stesso periodo del 2015.

Dall’altra parte, anche Amazon Video Prime intende puntare sui contenuti originali: il colosso dell’e-commerce potrebbe, in questo 2017, raddoppiare la spesa del 2016, pari a 3.2 miliardi di dollari. Serie tv e show prodotti in casa, comunque, non basteranno certo a far la differenza. La guerrà tra i due colossi dello streaming si giocherà anche per la conquista di diritti terzi.

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