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F-35 Europa

Leonardo-Finmeccanica, ecco come Di Maio silurerà un pochino gli F-35 di Lockheed Martin. Parola del Corriere della Sera

Tutte le ultime indiscrezioni sui programmi del Movimento 5 Stelle sugli F-35

 

“Le intenzioni di Palazzo Chigi sono di ordinare meno apparecchi F-35 di quanto programmato dal governo Gentiloni”.

E’ quello che ha scritto ieri il Corriere della Sera dando conto dell’incontro fra il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, e l’ambasciatore americano a Roma, Lewis M. Eisenberg.

Non si è parlato soltanto di Huawei e 5G, di Delta in Alitalia, e dei rischi per gli americani che l’Italia abbracci troppo entusiasticamente la Via della Seta cinese.

Secondo l’articolo del Corriere della Sera, presto Palazzo Chigi comunicherà agli Stati Uniti una decisione definitiva sul programma di acquisti dei cacciabombardieri prodotti dalla Lockheed Martin e assemblati in Italia nello stabilimento di Cameri gestito da Leonardo-Finmeccanica.

Le ultime notizie sul dossier F-35 che arrivano dal Movimento 5 Stelle sono dunque per un ridimensionamento del programma di acquisti di F-35-

CHE COSA SI DICE TRA I 5 STELLE SUGLI F-35

Dopo le dichiarazioni del sottosegretario grillino alla Difesa, Angelo Tofalo, che non parevano indicare indietreggiamenti sul programma di acquisti degli F35, dal dicastero retto da Elisabetta Trenta, indicata dal Movimento capeggiato da Luigi Di Maio, giungono da settimane altri segnali.

COME SI MUOVERA’ LA DIFESA SUGLI F-35

Secondo fonti della Difesa – ha svelato giorni fa il Corriere della Sera – “il punto di caduta sarebbe quello di acquistare «solo» 6 dei 10 velivoli opzionati a suo tempo dal governo Gentiloni per il prossimo quinquennio che presto andrebbero ad aggiungersi ai 28 (16 più 12) già acquistati dal nostro Paese”.

CHE COSA HA SCRITTO IL CORRIERE DELLA SERA SUGLI F-35

In realtà, ha chiosato Dino Martirano, il cronista del Corriere della Sera che segue da anni la materia, “la trasparenza non si sposa con i contratti militari: tant’è che a giugno 2018, quando uscì la notizia dell’ultimo ordine per gli F35, perfezionato con tanto di anticipo versato su un ordine totale di un miliardo e 200 mila euro, si parlò di ulteriori 8 aerei e non di 10 da acquisire nei prossimi 5 anni”.

LE MIRE DI TRENTA

Tuttavia per Trenta questa linea di ridimensionamento del programma F35, senza una rottura sostanziale con gli Usa, “sarebbe la strada giusta per placare la rivolta della base antimilitarista grillina perché in ogni caso porterebbe a un risparmio fino al 40% della spesa prevista”, secondo il Corsera.

LA LINEA DI DI MAIO

Una linea, quella del ministro, di fatto dettata da Luigi Di Maio (come è successo anche nel caso di Piaggio Aero, peraltro).

Il 20 dicembre il capo politico del Movimento 5 Stelle nonché vicepremier ha detto a Circo Massimo su Radio Capital: nella legge di bilancio è previsto un “taglio di mezzo miliardo alla spesa militare inutile”.

Al conduttore che gli chiedeva se fosse confermato il programma sul F-35, Di Maio ha risposto: “Quello è un programma su cui continuiamo ad essere molto molto perplessi”. Il fatto che ci sia “non vuol dire che rifinanziamo tutto il programma, c’è una parte che è stata finanziata dagli anni precedenti”, ha aggiunto Di Maio.

“Non compreremo altri F35, valuteremo se mantenere o togliere i contratti in essere perché potremmo scoprire che tagliare costa più che mantenere”, disse al Fatto Quotidiano il 6 luglio scorso la professoressa Trenta, esperta di Difesa, scoperta dal M5S alla Link University dell’ex ministro dc Vincenzo Scotti.

Un’altalena di posizioni, come quelle ondeggianti del sottosegretario alla Difesa, il pentastellato Angelo Tofalo (qui un approfondimento di Start Magazine).

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