skip to Main Content

Leonardo Drs

Leonardo, ecco il vero ruolo di Drs nell’ex Finmeccanica

L'intervento dell’analista militare Aurelio Giansiracusa, animatore di Ares-Osservatorio Difesa, sul ruolo di Leonardo Drs nell'ex Finmeccanica

Nei giorni Start Magazine ha approfondito e contestualizzato voci e scenari su Leonardo Drs, la società statunitense controllata da Leonardo (ex Finmeccanica).

Ma che cosa c’è (sempre in via ipotetica) “in ballo”?

Partiamo dall’inizio, allorquando, fu posta in essere l’operazione d’acquisto di Drs da parte dell’allora Finmeccanica. All’epoca, Drs era un’azienda statunitense di nicchia che aveva rapporti diretti con il Pentagono; l’acquisto da parte della nostra major industriale suscitò parecchio scalpore negli ambienti visto il valore tecnologico di Drs.

Nell’ottobre 2008 Finmeccanica acquistò per 3,4 miliardi di euro la società Drs Technologies, impresa specializzata nel settore dei servizi e dei prodotti elettronici integrati per la difesa.

Avendo acquisito il controllo di Drs Technologies, Finmeccanica migliorava la propria posizione sul mercato mondiale della difesa, in modo particolare negli Usa, mercato fondamentale per chiunque voglia affermarsi commercialmente, vista l’entità delle spese militari statunitensi.

C’è da dire che, pur essendo una società controllata, gli accordi intervenuti tra l’amministrazione statunitense ed il governo italiano dell’epoca garantiscono una certa autonomia alla compagine statunitense; autonomia che, comunque, non influisce minimamente sull’aspetto economico ed industriale di Leonardo.

Si può dire che Drs rappresenta buona parte del “granaio” statunitense di Leonardo, quantomeno per i contratti militari stipulati con il Pentagono. Gli accordi di acquisto impongono a Leonardo di non poter dirigere direttamente questa azienda il cui board è composto da personale statunitense.

Per dare un’idea delle cifre, Leonardo ha chiuso il 2018 con un fatturato pari a 12,2 miliardi di euro. Di questi circa il 15% è stato prodotto in Italia mentre il “restante” 85% è stato ottenuto all’estero. A sua volta, questo 85% è prodotto in buona parte tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Europa, Medio Oriente, America del Sud, Australia, Asia ed Africa.

Nei soli mesi di settembre, ottobre e novembre Leonardo Drs ha siglato contratti con il Pentagono per 510 milioni di dollari. Questo dato parziale rappresenta l’importanza che ha Drs per Leonardo, considerate le difficoltà operative sul mercato domestico e quelle sul mercato internazionale dove la concorrenza è fortissima.

Concludendo, si può dire che Drs per Leonardo è un asset fondamentale perché è una società con ottimi rapporti con il Pentagono e con tutte le major statunitensi ed internazionali che lavorano sul mercato nord americano.

A titolo di esempio, ad ottobre è iniziata la fornitura/produzione per i carri armati M1 Abrams dell’US Army e del Corpo dei Marines dei sistemi di protezione attiva (APS) Trophy realizzati dalla israeliana Rafael che li ha sviluppati e costruiti per l’Esercito di Tel Aviv che, a sua volta, li ha ampiamente testati con esito positivo in condizioni operative reali sui propri carri armati Merkava e veicoli corazzati pesanti Namer.

Una vendita di Drs di sicuro consentirebbe di monetizzare immediatamente, ma resterebbe il problema della “sostituzione” negli Stati Uniti, operazione difficile sia perché le major statunitensi, in questo periodo con l’economia a stelle e strisce che va a gonfie vele, non lascerebbero spazio, sia perché l’amministrazione statunitense ha iniziato a porre tutta una serie di veti legislativi e commerciali ad operazioni che coinvolgono imprese statunitensi che possono avere valore strategico, a causa del timore che la Cina possa mettere le mani su tecnologia sensibile, acquistando il controllo del capitale delle aziende.

Commercialmente negli Stati Uniti si ottengono buoni riscontri solo se si è presenti da anni sul posto con imprese locali ben inserite negli ingranaggi degli appalti del Pentagono, o stipulando accordi con le major statunitensi. È quanto avvenuto di recente con la gara vinta da Leonardo consorziata con Boeing per la fornitura dei nuovi elicotteri destinati all’Usaf per la sorveglianza delle basi strategiche e missilistiche, ed è quanto avvenuto l’anno passato con la sconfitta nella gara per il nuovo addestratore avanzato, competizione nella quale, dopo lo scioglimento dell’accordo con Raytheon, Leonardo si è presentata da sola con l’ottimo (al momento il migliore al mondo addestratore avanzato) M-346/TX-100 che è risultante perdente contro la proposta di Boeing/Saab, poco più di un prototipo (e nel frattempo gli addestratori T-38 Talon destinati ad essere sostituiti dal nuovo velivolo continuano a precipitare dato che hanno oltre cinquant’anni di servizio operativo sulle ali).

Back To Top