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Lockheed Martin

La Grecia punterà agli F-35 in funzione anti Turchia

La Grecia ha manifestato interesse ad acquistare 24 F-35, il cacciabombardiere stealth prodotto da Lockheed Martin. Atene potrebbe dunque sostituirsi alla Turchia, esclusa dal programma Jsf dagli Stati Uniti la scorsa estate

Ordini ellenici in vista per la statunitense Lockheed Martin. Giovedì scorso il ministro della Difesa Nikos Panagiotopoulos ha dichiarato che la Grecia prevede di aggiornare gli F-16 e intende acquistare uno squadrone di caccia F-35 LM.

L’obiettivo è riguadagnare la superiorità aerea sulla vicina (e rivale) Turchia. La Grecia sta cercando infatti di rafforzare le sue difese e migliorare la cooperazione con il partner Nato americano dopo che le tensioni politiche e militari con la Turchia si sono intensificate per i diritti territoriali nel Mar Egeo e l’esplorazione di petrolio e gas al largo di Cipro. La scorsa settimana il primo ministro Kyriakos Mitsotakis è volato a Washington per parlarne con Donald Trump alla Casa Bianca. Ecco i dettagli.

L’AGGIORNAMENTO DELL’F-16

Parlando a Skai Tv, il ministro della difesa ha fatto sapere che l’aggiornamento dell’F-16 della Hellenic Air Force alla versione Viper inizierà presto ma ci vorranno almeno 7-8 anni. Non è mancata una stilettata al premier turco Erdogan: Panagiotopoulos ha accusato infatti la Turchia di violare troppo spesso lo spazio aereo greco con i propri aerei da combattimento.

Ha detto inoltre che la Grecia reagirà “dinamicamente” a qualsiasi sfida alla sua sovranità e ha confermato l’impegno degli Stati Uniti di distendere le tensioni con la Turchia nella regione. A ottobre, gli Stati Uniti e la Grecia hanno firmato un accordo di cooperazione di difesa reciproca che prevede che le forze statunitensi utilizzino parte del porto di Alexandroupolis, vicino al confine turco.

L’INGRESSO NEL PROGRAMMA F-35

Dopo il completamento dell’aggiornamento degli F-16 (con un accordo da 280 milioni di euro con Lockheed Martin), nel 2024 la Grecia ha manifestato l’interessa a partecipare al programma Jsf di acquisto dei caccia di quinta generazione F-35. Atene starebbe negoziando con il Pentagono l’acquisto di 24 velivoli F-35A per un costo totale di 3 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti potrebbero dunque “piazzare” alcuni dei velivoli destinati precedentemente alle forze aeree turche.

AL POSTO DELLA TURCHIA

A luglio infatti la Turchia è stata esclusa dagli Stati Uniti dal programma F-35 dopo che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha acquistato sistemi di difesa missilistica S-400 russi. In quel frangente, l’amministrazione Trump ha annunciato che le aziende turche saranno escluse dalla catena di approvvigionamento del programma a partire da marzo 2020. Gli Stati Uniti sostengono che il sistema potrebbe essere utilizzato dalla Russia per ottenere segretamente dettagli classificati sul cacciabombardiere ed è incompatibile con i sistemi Nato. La Turchia, tuttavia, ribatte che l’S-400 non sarebbe integrato nei sistemi Nato e non costituirebbe una minaccia per l’alleanza. La Turchia ha definito “ingiusta” la decisione Usa di escluderla dal programma per il caccia stealth che prevedeva l’acquisto di 100 F-35 di cui 2 già consegnati.

COLPA DEL SISTEMA MISSILISTICO S-400 RUSSO

La scorsa settimana il sottosegretario turco Ismail Demir ha riferito sulla questione annunciando che il primo sistema di addestramento e installazione del programma S-400 sarà pronto e completato ad aprile 2020. Ankara e Mosca sono ancora in trattativa per una seconda flotta di S-400 poiché il nuovo acquisto richiederà trasferimento tecnologico e produzione congiunta ha aggiunto.

Per quanto riguarda il programma F-35, Demir ha dichiarato che le società di difesa turche continuano la produzione di componenti F-35 come un “gesto di buona volontà”. “Se avessimo detto alle nostre società di interrompere la produzione in questo momento, il programma si troverebbe in una situazione molto difficile”, ha dichiarato.

Se gli Stati Uniti insistono a interrompere la produzione di aziende turche per gli F-35 a marzo, allora la Turchia avrebbe i diritti per agire legalmente ha osservato il sottosegretario turco. Ma non si tratta dell’unica conseguenza.

LE CONSEGUENZE DELL’ESCLUSIONE TURCA

Come sottolinea Analisi Difesa infatti, il “taglio alla commessa si ripercuoterebbe anche sui costi dei velivoli destinati alle forze statunitensi e degli altri Stati che hanno acquisito il Jsf: anche per questo sembra che le compensazioni offerte ad Atene in termini di partecipazione dell’industria ellenica al programma siano ben superiori a quelle previste solitamente per l’acquisizione di soli 24 esemplari, tenuto conto che in futuro gli F-35 greci potrebbero aumentare in seguito a nuovi ordini”.

UN PARTNER AFFIDABILE

Parlando a un incontro dell’Atlantic Council di Washington martedì scorso, il premier greco ha ribadito che la Grecia è interessata ad aderire al programma Jsf. Tuttavia, Mitsotakis ha precisato che sarebbe difficile prendervi parte senza assistenza a causa dei vincoli fiscali.

Il paese infatti si sta riprendendo dopo una crisi economica decennale che ha visto salire la disoccupazione alle stelle e diminuire la produzione economico di quasi un quarto. Ma il governo ha intenzione di rafforzare in tutti i modi possibili l’alleanza con gli Stati Uniti. La Grecia rappresenta un “partner molto affidabile per gli Stati Uniti in una regione instabile” ha dichiarato il premier greco. Forte del “consenso tra le parti in merito all’importanza delle relazioni strategiche in Grecia “, Mitsotakis ha elogiato il nuovo accordo di cooperazione in materia di difesa che “migliora la presenza degli Stati Uniti sul campo”.

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