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Intelligenza Artificiale, ecco il piano del governo (non solo con la Cdp)

Tutte le proposte contenute nel documento elaborato dal gruppo di esperti nominati dal governo per elaborare la strategia italiana in materia di Intelligenza artificiale

 

Candidare l’infrastruttura italiana a diventare l’equivalente del CERN per l’AI. E’ uno delle proposte per la strategia italiana nell’Intelligenza artificiale contenuta nel paper elaborato dal gruppo di esperti nominati dal governo.

E’ il ministero dello Sviluppo economico che sta seguendo le proposte che si inseriranno nel piano a livello europeo.

La bozza del documento è datata 10 maggio, ossia a pochi giorni dal 23 maggio, giorno in cui il team lo ha consegnato ufficialmente al Mise, ha sottolineato Corcom: al netto dunque di revisioni dell’ultim’ora è questo il paper a firma degli esperti del gruppo che farà da base per la discussione in sede Ue.

Vediamo in dettagli alcune delle principali proposte contenute nella bozza di documento:

Creazione di una governance nazionale per la scienza e la tecnica con lo scopo di coordinare gli investimenti con un disegno unitario e sinergico. Questa potrebbe dipendere direttamente dalla Presidenza del Consiglio in supporto alle diverse amministrazioni, sul modello di un CTO Office aziendale. L’AI sarebbe una delle tecnologie coordinate dalla governance nazionale che potrà anche mantenere i rapporti con analoghi uffici di governi esteri e con la Commissione europea.

La creazione di una task force dotata di adeguate risorse e competenze per gestire le sandbox (e possibilmente i patti per l’innovazione e le challenge) in modo adeguato e proattivo. Riguardo alle challenge, vista la complessità organizzativa, la task force potrebbe essere anche individuata in alcune strutture esistenti (università) oppure come parte delle nuove azioni proposte nel seguito.

Creazione di una o più Società di Intermediazione Dati (SID), che si occupino di supportare le PMI nella creazione, annotazione, gestione e valorizzazione (inclusa la vendita) dei dati.

La creazione di un marketplace centrale, gestito e animato dalle SID, che valorizzi i dati delle aziende promuovendone l’interscambio sicuro e trasparente. La protezione del know-how delle imprese, specialmente nella transizione verso la data-driven economy tramite la normazione in ambito GDPR per IoT (uso e cessione di dati, macchinari, ecc.).

Un coordinamento del Governo e dell’AGCM con l’introduzione di obblighi di condivisione dei dati (Data Sharing Mandates), fondata sulla dottrina antitrust delle infrastrutture essenziali e che può rivelarsi fondamentale per ristabilire l’accessibilità e il riutilizzo di banche dati oggi concentrate nelle mani di pochi, ma costituite dei dati dei cittadini, delle aziende, dei veicoli, delle strade, e di altri beni pubblici e privati.

Concentrare le risorse sull’applicazione dell’AI ai seguenti verticali:
• IoT, manifattura e robotica;
• Servizi: finanza, sanità, creatività;
• Trasporti, agrifood, energia;
• Pubblica amministrazione;
• Cultura e digital humanities.

L’istituzione di una struttura a carattere privato (costituita come una S.p.A. per esempio) a finanziamento prevalentemente privato con lo scopo di lavorare a strettissimo contatto con le aziende a un TRL tra il 5 e 8 (di fatto portando le idee dell’Istituto di Ricerca più vicine alla loro adozione da parte del mercato).

Attivare un piano per l’assunzione di professori universitari con indirizzo di ricerca industriale ed esperienza almeno decennale sull’AI, documentata, anche attraendoli dall’estero.

Creare una misura specifica per promuovere l’assunzione di esperti di AI nelle industrie per promuovere l’adozione dell’AI in ogni ambito industriale e per migliorare le potenzialità delle aziende produttrici di componenti software e hardware e di oggetti intelligenti, per la produzione delle nuove generazioni di sistemi e servizi intelligenti, nonché di sistemi autonomi e robot.

Creare un Fondo per l’Innovazione, partecipato da CDP ma anche da altri attori privati, che eroghi credito a medio lungo termine per progetti ad alto potenziale innovativo, ma ad alto rischio. Si potrebbero inoltre orientare gli investimenti del Fondo Nazionale Innovazione verso l’AI per sostenere la nascita e lo sviluppo delle start-up e delle PMI innovative e accompagnarle nella fase di way out dell’investimento; Realizzare strumenti pubblici di supporto agli investimenti: contratti di sviluppo, accordi per l’innovazione; Utilizzare attraverso CDP del Fondo InvestEU che prevede una specifica linea di intervento
per l’innovazione e la digitalizzazione; Rafforzare il sostegno pubblico-privato del venture capital, anche esteri consentendo la protezione dell’invenzione per start-up, spin-off e PMI che producono nuove soluzioni di intelligenza artificiale.

Il credito d’imposta per ricerca e sviluppo da rendere strutturale e riportare al 50% l’aliquota sugli investimenti incrementali con un massimale fino a 20 milioni di euro, prorogando nel contempo l’iperammortamento ed estendendo il credito d’imposta per la formazione anche all’AI e infine valorizzando i voucher per l’acquisizione di consulenze per l’innovazione digitale.

Candidare l’infrastruttura italiana a diventare l’equivalente del CERN per l’AI oppure uno dei nodi di un’ipotetica rete europea (nel caso che l’AI venga declinato come una rete invece che un unico sito).

ECCO IL DOCUMENTO COMPLETO

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