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Huawei Regno Unito

Huawei sotto attacco Usa, colpa anche del portafoglio Bitcoin?

L'approfondimento di Chiara Rossi

Huawei è sotto attacco ma non molla. Fatti e scenari sulla guerra iniziata dagli Stati Uniti contro l’azienda cinese Huawei, uno dei leader globali del 5G, la tecnologia di nuova generazione che renderà le connessioni più rapide e secondo produttore al mondo di smartphone dopo Samsung e in testa ad Apple. Vediamo i dettagli.

I COLPI SUBITI

Due settimane fa il Wall Street Journal ha rivelato che la Casa Bianca ha esercitato pressioni sugli alleati – tra i quali vengono citati Germania, Italia e Giappone – per bandire la tecnologia del 5G sviluppata dalla Cina e in particolare dal gruppo Huawei per rischio alla sicurezza informatica nazionale.

La scorsa settimana, secondo il Financial Times, Regno Unito e Germania hanno manifestato preoccupazioni sull’utilizzo di apparecchiature Huawei per lo sviluppo della rete 5g in seguito alle pressioni di una delegazione statunitense.

Sempre la scorsa settimana la Nuova Zelanda ha respinto formalmente la proposta di una società di telecomunicazioni di utilizzare le apparecchiature dal produttore cinese. Motivo? “Un significativo rischio per la sicurezza della rete”. Il Paese si unisce così agli Stati Uniti e all’Australia nel vietare Huawei in nome della sicurezza nazionale. Sono ormai 6 anni infatti che Huawei è bandita dagli Stati Uniti, preoccupati che reti e dispositivi della società cinese possano trasformarsi in avamposti per lo spionaggio di Pechino.

LA DIFESA DI HUAWEI

“Huawei non ha cercato e non cercherà il sostegno del governo cinese per affrontare le sfide future. Faremo affidamento su noi stessi, sui nostri buoni prodotti, sui nostri buoni servizi. Stiamo bene anche se alcuni Paesi non ci scelgono”. Parola di Eric Xu, presidente di turno del colosso cinese, intervistato da Cnbc. Precisando che senza il supporto del gruppo gli Usa potrebbero perdere la corsa al 5G. “Huawei – ha spiegato Xu – non ha l’opportunità di servire gli utenti americani con soluzioni e servizi 5G. Il mercato statunitense non è in piena concorrenza”. Una mancanza che sarebbe un freno per lo sviluppo. Dal momento che, senza competizione, “le società tlc dovrebbero spendere di più per acquistare apparecchiature 5G e i consumatori dovranno spendere di più per ottenere servizi 5G di qualità inferiore”. “Non sono sicuro – conclude Xu – che gli Stati Uniti raggiungeranno il loro obiettivo di diventare il numero uno al mondo nel 5G”. Per Xu il bando a Huawei ha solo “motivi politici” e non è comprovato da alcun rischio reale di cybersecurity.

MOTIVAZIONI A STELLE E STRISCE

Secondo la ricostruzione di Start Magazine, i timori dell’intelligence americana riguardano proprio il rischio di infiltrazione del governo cinese attraverso apparecchiature Huawei sulle infrastrutture Internet su cui viaggiano tutte le informazioni importanti e sensibili. Idem le informazioni sensibili e importanti della Nsa, della Cia o dell’Fbi.

Secondo il Ft, gli Stati Uniti temono per la potenziale applicazione della legge cinese sull’intelligence nazionale, approvata nel 2017, che stabilisce che le organizzazioni e i cittadini cinesi devono sostenere, cooperare e collaborare nel lavoro di intelligence nazionale“. Questa legge potrebbe tradursi nel rischio che le compagnie cinesi all’estero siano chiamate a svolgere attività di spionaggio.

IL PORTAFOGLIO PER BITCOIN

Ma oltre altre alle apparecchiature tlc, a preoccupare le autorità statunitensi sarebbero anche i Bitcoin. A maggio Bloomberg rivelava che Huawei aveva implementato nei propri telefoni cellulari un portafoglio per Bitcoin della BTC.com.

L’azienda con sede a Shenzhen è stata la prima a rilasciare nella sua AppGallery una app per lo scambio in Bitcoin di BTC.com, piattaforma che controlla anche il più grande pool minerario Bitcoin del mondo.

“L’applicazione di portafoglio Bitcoin di BTC è stata esaminata da AppGallery ed è stata approvata per il rilascio ufficiale in più paesi e regioni, esclusa la Cina continentale”, aveva dichiarato un portavoce di Huawei.

LA CRIPTOVALUTA NEL MIRINO USA

Ma proprio a fine settimana, i Bitcoin sono finiti nel mirino del governo americano che ha indebolito uno dei principali punti di forza della criptovaluta: l’anonimato degli utenti.

Come ha riportato Bloomberg, l’ufficio per il controllo degli asset esteri Ofac, un ramo del Dipartimento del Tesoro americano, ha collegato per la prima volta due wallet (indirizzi di valuta digitale) in Bitcoin con individui specifici. Questi erano infatti erano riconducibili a due cittadini iraniani, Ali Khorashadizadeh e Mohammad Ghorbaniyan, utilizzati come riciclaggio di attività fraudolente in Iran.

Nel rivelare gli indirizzi specifici, che sono una combinazione unica di lettere casuali e numeri che rappresentano una destinazione per inviare Bitcoin, l’Ofac ha messo in seria discussione la privacy dei pagamenti Bitcoin. Segnale dunque che le autorità  statunitensi stanno cercando di eliminare i cattivi comportamenti nei mercati crittografici e che hanno alzato l’allerta nei confronti delle piattaforme collegate, portafoglio per Bitcoin in smartphone Huawei incluso.

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