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F 35 Cina

F35, il Pentagono delude Lockheed Martin e strizza l’occhio a Boeing

L'articolo di Chiara Rossi

Sforbiciata a stelle e strisce per Lockheed Martin. Come ha riportato per primo Bloomberg, il Pentagono chiederà 78 F-35 , ovvero sei in meno rispetto a quanto pianificato in precedenza per il 2020, nel budget che dovrebbe essere inviato al Congresso la prossima settimana.

I TAGLI PREVISTI

Secondo funzionari della difesa rimasti anonimi, l’Air Force ha ancora intenzione di acquistare tutti i 48 jet nel 2020 che aveva già programmato. Ciò significa che la riduzione dei velivoli richiesti proviene dalla Marina o dal Corpo dei Marines.

IL BUDGET ATTUALE DEL CONGRESSO

Per l’anno in corso, il Congresso ha stanziato 9,34 miliardi di dollari per 93 F-35, 16 in più del richiesto. Per l’anno fiscale 2018, i legislatori avevano addirittura aggiunto 20 F-35 ai 70 richiesti.

COLPO BASSO PER LOCKHEED MARTIN

La riduzione degli 84 velivoli pianificati un anno fa per il 2020 è una battuta d’arresto per Lockheed Martin, incassata proprio in “casa”. Ma il colosso della difesa con sede nel Maryland è da sempre impegnato a concludere contratti anche — e soprattutto — da compratori stranieri.

A FAVORE DI BOEING

Ad accendere i riflettori sulla questione è il tempismo. Il taglio delle richieste dell’F-35 sembra coincidere con un rinnovato interesse del Pentagono per l’acquisto di 8 jet F-15X aggiornati della rivale Boeing. Saranno i primi F-15 che il Pentagono acquista dal 2001. Come sottolinea Bloomberg, è probabile il Congresso manifesti perplessità al Dipartimento della Difesa, impegnato negli ultimi anni a convincere i legislatori della necessità dell’F-35 più avanzato, sui tagli agli acquisti pianificati dell’f-35 LM per acquistare 8 nuovi F-15 aggiornati Boeing.

C’ENTRA IL SEGRETARIO ALLA DIFESA SHANAHAN?

Ci si interroga se in questo cambio di rotta c’entri per caso il neo segretario alla Difesa ad interim Patrick Shanahan — che ha ricevuto il testimone dal dimissionario James Mattis — visto il suo curriculum. Shanahan è infatti un ex alto dirigente della Boeing e potrebbe aver preso parte alla decisione di acquistare meno aerei da Lockheed Martin in favore della sua ex società. Tuttavia, Shanahan si è ritirato dalla partecipazione a tutte le questioni relative a Boeing.

CHE LODA IN PUBBLICO IL VELIVOLO MA PENSA AI TAGLI

Se Shanahan è ufficialmente tenuto fuori dalle decisioni su Boeing, in pubblico si palesa come “fan” dell’f-35 costruito dal “rivale” Lockheed Martin. In una recente intervista con Bloomberg News, ha esaltato l’F-35 come prodotto, sia per la sua capacità sia per prestazioni. “È davvero performante senza ambiguità, senza se e senza ma”. Eppure sempre Shanahan ha detto che si sta concentrando sulla “esecuzione del programma”, che include la riduzione dei costi a lungo termine del mantenimento e della gestione della flotta di 2.456 F-35 che gli Stati Uniti intendono acquisire. “Questo è il più grande programma nella storia della DoD e il costo del mantenimento è circa lo stesso costo della modernizzazione nucleare”, ha precisato, riferendosi a un prezzo stimato di oltre 1 trilione di dollari spalmato su alcuni decenni, secondo l’Ufficio del Bilancio del Congresso.

INTANTO L’ITALIA TEMPOREGGIA

In attesa della pubblicazione del bilancio statunitense, Lockheed Martin sta aspettando anche la risposta dall’Italia sul numero definitivo di velivoli da acquistare. Come ha scritto Pietro Batacchi di Rid, “gli americani si aspettavano risposte dalla recente visita negli Stati Uniti del Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo che, però, non sono arrivate e la circostanza non è certo stata presa bene a Washington”.  Ad oggi l’Italia ha già ordinato 14 F-35, di cui 11 già consegnati. In teoria, dunque, eventuali ridimensionamenti al programma dovrebbero avvenire a partire dai lotti pluriennali di acquisto successivi, ovvero dal 2023 in avanti, ma al momento su questo fronte non c’è nessuna certezza.

Per quanto riguarda le prossime consegne l’esecutivo ha intenzione di modificare il programma mentre la base pentastellata preme per il ‘congelamento’ degli accordi presi come ha già scritto Start Magazine: “Le intenzioni di Palazzo Chigi sono di ordinare meno apparecchi F-35 di quanto programmato dal governo Gentiloni”. Nei giorni scorsi sul tavolo c’era l’opzione di acquistare in tutto 70 velivoli entro il 2033 per un risparmio di mezzo miliardo di euro: invece dei 10 previsti per i prossimi 5 anni il lotto potrebbe essere ridotto a 6, con l’eventualità che poi sia il prossimo governo a decidere sul resto.

 

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