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F 35 Cina

F35, ecco le ultime capriole di Di Maio e Tofalo su Leonardo-Finmeccanica e Lockheed Martin

L'articolo di Michele Arnese

Signore e signori, benvenuti all’ennesimo spettacolino inscenato dal Movimento 5 Stelle sugli aerei militari F-35 della Lockheed Martin realizzati anche da Leonardo (ex Finmeccanica) a Cameri.

Dopo anni in cui i grillini hanno stigmatizzato il programma F-35, giunti al governo hanno scoperto le eccellenti tecnologie di un cacciabombardiere che l’Aeronautica e i passati governi hanno giudicato indispensabile per l’ammodernamento della difesa aerea.

Ma le scoperte dei Pentastellati si dipanano in parole, dichiarazioni e chiose che lasciano sovente interdetti non solo gli addetti ai lavori.

A essere protagonista su questo fronte nelle ultime settimane è il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo (M5s): “In Italia, in questi anni, se n’è parlato in maniera distorta. Il programma F-35, che ormai è avanti e c’è da oltre 20 anni, a differenza di quanto spesso qualcuno ha detto, è un aereo che ha un’ottima tecnologia, forse la migliore al mondo in questo momento”, ha dichiarato ieri l’esponente pentastellato.

Ha commentato il giornale web Next: “Il fatto che Tofalo parli al plurale quando dice che se ne è parlato in maniera distorta è significativo. Perché è stato lui, insieme al suo partito, in questi anni a sostenere che gli F-35 non fossero un grande affare e rappresentassero una cessione di sovranità da parte dell’Italia nei confronti degli Usa”.

Anche il Fatto Quotidiano ieri ha sottolineato come M5s abbia “fatto retromarcia”: “È normale che dobbiamo fare un po’ di calcoli, sia dal punto di vista economico sia da quello tecnologico. Ma resta ovvio – ha assicurato Tofalo – che non possiamo rinunciare a una grande capacità aerea per la nostra Aeronautica che, ancora oggi, ci mette avanti rispetto agli altri Paesi”.

Tutto chiaro? Mica tanto, viste le dichiarazioni di questa mattina del vicepremier Luigi Di Maio: nella legge di bilancio è previsto un “taglio di mezzo miliardo alla spesa militare inutile”, ha detto Di Maio a Circo Massimo su Radio Capital. Al conduttore che gli chiedeva se fosse confermato il programma sul F-35, Di Maio ha risposto: “Quello è un programma su cui continuiamo ad essere molto molto perplessi”. Il fatto che ci sia “non vuol dire che rifinanziamo tutto il programma, c’è una parte che è stata finanziata dagli anni precedenti”, ha aggiunto il capo politico del Movimento 5 Stelle.

Quindi? Boh. D’altronde anche le penultime dichiarazioni di Tofalo denotano ancora incertezze, secondo molti osservatori. Ecco quello che ha detto giorni fa al quotidiano La Verità: F-35? “Non possiamo rispondere all’irresponsabilità di chi tagliava a caso per guadagnare qualche voto con il rischio di compromettere le capacità operative del nostro Paese, interrompendo il programma in modo brusco senza un piano B”.

Per questo il giornale on line Formiche.net edito da Paolo Messa, neo direttore Relazioni Istituzionali Italia di Leonardo (ex Finmeccanica), ha così titolato rilanciando l’intervista di Tofalo al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro:”Non si può pensare di tagliare di nuovo gli F-35. Parla Tofalo”.

Dunque Tofalo abbraccia gli F-35? Il Pentastellato però ha anche detto nella stessa intervista: “Una politica responsabile non avrebbe investito su una tecnologia di cui non siamo consapevoli”. Tutto chiaro? Mica tanto.

Non sono gli unici ondeggiamenti. Tofalo, giusto un anno fa, co-firmava questo tipo di emendamento al DLB 2018: “Ai fini del contenimento della spesa pubblica il programma Joint Strike Fighter (F-35) è integralmente definanziato”.

Inoltre, come svelato mesi fa da Start Magazine, nella versione finale del programma M5S sulla Difesa in vista delle scorse elezioni non comparivano più critiche e tagli agli F-35. Tagli che erano esplicitamente previsti (e votati dalla base pentastellata sulla piattaforma Rousseau) nella prima versione del programma dei Cinque Stelle.

“Bisogna decidere – si leggeva nel quesito alla base della votazione su Rousseau – se tagliare i sistemi di armamenti prettamente offensivi, vedi F-35, destinando le risorse ad altri strumenti innovativi come la cyber security, o lasciare la programmazione come pianificata”.

Quasi il 100% dei votanti scelse l’opzione di trasferimento delle risorse dagli armamenti alla cyber security (19.012 su 19.651 voti). Del trasferimento di risorse – tagliando gli F-35 a favore della cyber security – non rimase traccia del programma Difesa definitivo.

Comunque si spera per Tofalo che lo scalpitante Alessandro Di Battista non si accorga dal Sudamerica – da dove scrive paginate di reportage per il Fatto Quotidiano – delle ultime sortite dei Pentastellati pro F-35 altrimenti potrebbe rilanciare i suoi post come quello dell’8 agosto del 2017: “Il programma F-35 (i cacciabombardieri) è un programma fallimentare. Chi ci ha fatto entrare in questo programma dovrebbe essere preso a calci in culo”. 

Forse per evitare questo tipo di calci, il titolare della Difesa, Elisabetta Trenta (M5s), avrebbe deciso di “acquistare solo 6 dei 10 velivoli opzionati dal governo Gentiloni per un quinquennio che presto si aggiungerebbero ai 28 (16 più 12) già acquistati”, ha svelato il Corriere della Sera.

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