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F-35, Tempest, Camm-Er, Piaggio P1HH e non solo. Analisi e auspici del generale Rosso

Che cosa ha detto il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, generale Alberto Rosso, in un'intervista alla Rivista Italiana Difesa diretta da Pietro Batacchi. L’approfondimento dell’analista e avvocato Aurelio Giansiracusa, esperto di questioni militari

Il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Gen. Alberto Rosso, ha rilasciato a Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa una interessante ed esaustiva intervista relativa ai programmi di maggiore importanza in corso e che sono richiesti dalla Forza Armata; tale intervista è stata pubblicata in parte sul portale della RID, in attesa della pubblicazione in versione integrale sul cartaceo.

LA QUESTIONE PERSONALE DIVENTA CRUCIALE

Il CSMA, a conferma di quanto già sostenuto in audizione parlamentare, si mostra sempre più preoccupato per la questione relativa al Personale, perché la Legge 244/2012 conosciuta nell’ambiente militare come “Riforma Di Paola”, impone notevoli contrazioni tabellari alle FF.AA. entro il 2024, e l’AM, in assenza di provvedimenti correttivi ormai richiesti, essendo una Forza Armata ad alto contenuto tecnologico, inizia ad avere grossi problemi nel reclutamento e nella formazione, perché a fronte di numeri sempre maggiori di personale che richiede ed ottiene il pensionamento, è costretta a contingentare gli arruolamenti con problemi che si riflettono sulla formazione e sull’operatività.

Nella sua teorica applicazione la Riforma Di Paola avrebbe il pregio di contenere la spesa del personale che, di fatto, rappresenta un vero macigno sul bilancio della Difesa con oltre il 70% delle risorse assegnate a questa voce; peraltro, la riforma non è stata ben bilanciata con l’invecchiamento progressivo del personale che, a differenza del personale della PA può andare in pensione prima del tetto previsto per il trattamento di quiescenza e, non potendo le FF.AA. sostituire il personale uscito con nuovo personale nel rapporto di 1:1 si vengono a creare pesanti problemi.

LA POSIZIONE DELL’AM SUL NUOVO CACCIA EUROPEO

L’AM, per bocca del suo CSM, ribadisce l’importanza per l’Aeronautica e per l’intero comparto aerospaziale italiano di partecipare all’impresa del nuovo caccia europeo; se optare per il programma Tempest britannico (dove è già presente Leonardo con la sua divisione britannica) o per il programma franco-tedesco Dassault-Airbus è questione di ordine politico sulla base dei requisiti dell’AM.

È evidente che il programma Tempest propone maggiori possibilità di partecipazione ad alto livello per la nostra industria, mentre il programma franco-tedesco è sostanzialmente chiuso con preminenza del gruppo aeronautico francese. Tra l’altro, il nuovo aereo franco-tedesco è pensato più per missioni di attacco che non di superiorità aerea, non avendo introdotto l’Armèe de l’Air e la Luftwaffe caccia stealth di 5A generazione come il Lockheed Martin F-35 entrato in servizio e che ha raggiunto la IOC o Initial Operational Capacity con la Royal Air Force e l’Aeronautica Militare. Questo fattore importante può, anzi deve, spingere il piatto della bilancia verso la scelta del piatto britannico al netto della Brexit, perché entrambe le Aeronautiche, oltre a collaborare nel programma F-35, gestiscono il Typhoon che i Britannici vogliono sostituire dal 2040 in poi, appunto, con il Tempest.

CONFERME SUL F-35 E SUL TYPHOON

Il Gen. Rosso conferma le eccezionali capacità operative del F-35, il quale si sta dimostrando un vero assetto moltiplicatore di forza, che modifica radicalmente il modus operandi sin qui seguito dall’AM per le limitazioni imposte dai velivoli delle generazioni precedenti finora impiegati, con enorme beneficio per l’Aeronautica e per l’intera Difesa.

Per il Typhoon, con il recentissimo rischieramento in Kuwait, a supporto della Coalizione anti IS, di velivoli dotati di pod ISTAR RECCELITE al posto dei caccia bombardieri AMX, le capacità multiruolo sono ormai mature (nonché nettamente superiori al velivolo italo-brasiliano) e si apre la strada, già perseguita con successo dalla RAF, per l’integrazione del missile per attacchi a lungo raggio di precisione STORM SHADOW di MBDA, oggi in uso con i Tornado IDS il cui addio operativo è ormai prossimo.

T-346, T-345, PROSPETTIVE INDUSTRIALI ED INTERNATIONAL FLIGHT TRAINING SCHOOL

L’AM conferma la bontà del T-346 A e sostanzialmente “brucia” le aspettative di chi vorrebbe l’acquisizione da parte della Aeronautica della versione da combattimento leggero, lo M-346 FA; al massimo, se ci saranno risorse disponibili, si punterà a dotare gli addestratori oggi in uso con limitate capacità aggiuntive, fatto non nuovo per la Forza Armata che, a suo tempo, dotò di cannoncini e missili aria aria a guida IR gli attuali T-339C per renderli idonei a missioni di intercettazione di bersagli aerei a bassa velocità, non particolarmente cooperativi. Del resto con gli F-35 ed i Typhoon a regime anche come aerei multiruolo non si vede la necessità di un ulteriore aereo da combattimento che avrebbe comunque delle pesanti limitazioni ad operare in situazioni con forte contrasto aereo e missilistico.

Relativamente il T-345, si conferma il requisito complessivo per 45 velivoli, compresi quelli destinati alla Pattuglia Acrobatica Nazionale, ma al di là, del già siglato contratto per i primi 5 velivoli, il contratto per il secondo lotto di 25 esemplari non risulta ancora sottoscritto con gravi problemi per l’AM che ha, comunque, la necessità urgente di pensionare i vecchi T-339 A sia pure ammodernati, e che le impedisce di dar vita alla International Flight Training School sulle basi di Lecce Galatina e di Decimomannu, rilanciando quest’ultima che vive una stagione di crisi dovuta all’abbandono da parte della Luftwaffe dopo più di trent’anni di rischieramenti fissi di reparti operativi per l’addestramento avanzato nei poligoni sardi. La mancata finalizzazione del contratto sul secondo lotto ha riflessi anche su Leonardo, costruttrice dell’apparecchio, che è frenata nel presentare sul mercato internazionale il velivolo, non avendolo in produzione di serie; questo impedisce la finalizzazione di interessi esteri mostrati per l’aereo comunque interessante perché va ad inserirsi, nonostante sia un turbogetto, nella fascia di addestratori oggi occupata da aerei dotati di turboelica, tipo T-6 Texan II, PC-7/9 e Super Tucano/A-29, grazie alla motorizzazione adottata molto parca nei consumi e che garantisce all’aereo prestazioni superiori alla concorrenza.

PIAGGIO P1HH HAMMERHEAD

Non mancano le conferme sulla inutilità del programma P1HH HammerHead volto a dar vita ad un UAV da ricognizione ad alte prestazioni, programma nato su iniziativa privata di Piaggio Aerospace per far fronte ad un requisito operativo degli Emirati Arabi Uniti che, tramite il fondo sovrano Mubadala, avevano finalizzato l’acquisto della storica società ligure, anche per l’acquisto di una versione da pattugliamento marittimo del P-180 Avanti.

Il programma P-1HH si è trascinato tra più di una traversia di ordine tecnico (un atterraggio fuori pista ed un crash in acqua dinanzi alla base di Trapani Birgi) e di ordine economico (Mubadala non ha ricapitalizzato in attesa dei fondi statali). Gli Emirati Arabi Uniti si sono sostanzialmente ritirati dal programma, anche perché l’AM che, per volontà del precedente Governo, si era assunta l’onere della certificazione del velivolo, voleva puntare sulla versione 2HH, pesantemente rivista e corretta rispetto alla 1HH giudicato poco performante e tagliato per esigenze export, assegnando a Leonardo un ruolo cruciale per quanto riguarda la gestione del programma.

L’attuale Governo sembra voler uscire dall’impasse, con i sindacati di Piaggio che reclamano l’intervento governativo per il salvataggio della società, sbloccando circa 250 milioni di euro per il completamento della certificazione (circa 70 milioni) e per la fornitura di otto velivoli (quelli che erano previsti per gli EAU) di cui sei già sostanzialmente costruiti ed in attesa di essere completati. L’AM insiste a non volere droni considerati inutili e gioca anche la carta dell’EUROMALE, un programma multinazionale volto a dar vita ad un drone di capacità simili ma non uguali a quelle che erano previste per il P2HH.

MBDA CAMM-ER

Per quanto riguarda il programma CAMM-ER finito nel tritacarne del Ministro dello Sviluppo Di Maio, perché, almeno ufficialmente, i soldi stanziati servivano a finanziare reddito di cittadinanza e quota cento pensionistica provvedimenti di bandiera della compagine di governo gialloverde, il Generale Rosso continua a richiederne il via libera al finanziamento perché tale missile è assolutamente indispensabile, data l’obsolescenza degli attuali missili Aspide del sistema di difesa Spada, entrati in servizio nel corso degli anni Ottanta del passato secolo.

Ricordiamo che il programma CAMM ER interessa anche l’EI per la sostituzione dei missili Aspide dei sistemi Skyguard di difesa antiaerea e anche la MM che vorrebbe integrare/sostituire gli ASTER 15 ed i residuali Aspide dei sistemi Albatros con una versione lanciabile dagli attuali canister degli ASTER. Il CAMM ER è un programma italo-britannico perché è la versione evoluta nella gittata e nel raggio operativo del missile CAMM che, attualmente, viene dispiegato dalla Royal Navy al posto del vecchio Seawolf, dall’Army al posto dei Rapier (anche la Royal Air Force dovrebbe seguire l’esercito per la sostituzione dei sistemi Rapier).

La decisione di bloccare il finanziamento presa nel tardo autunno del passato anno ha creato fortissimo imbarazzo con Londra essendo un programma binazionale oltre a mortificare le legittime aspirazioni industriali di MBDA che per questo missile vedeva e tutt’ora vede ottime prospettive di successo sui mercati internazionali.

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