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Whatsapp, ecco perché il cofondatore Koum ha mollato Zuckerberg

Poche ore prima dell’inizio della conferenza annuale degli sviluppatori di Facebook F8, Jan Koum, co-fondatore di Whatsapp, l’app di messaggistica instantea (inglobata nella società di Mark Zuckerberg) ha annunciato le dimissioni dal gruppo di Menlo Park Dopo le indiscrezioni del Washington Post, un messaggio su Facebook ha dissipato ogni dubbio: Jan Koum, cofondatore di Whatsapp…

Dopo le indiscrezioni del Washington Post, un messaggio su Facebook ha dissipato ogni dubbio: Jan Koum, cofondatore di Whatsapp (di proprietà del gruppo di Menlo Park) e membro del board dei direttori di Facebook, ha confermato l’intenzione di lasciare la società di Mark Zuckerberg.

“Lascio in un momento in cui le persone utilizzano Whatsapp con più funzionalità di quanto io abbia immaginato. La squadra è più forte che mai e continuerà a fare cose incredibili. Mi prendo del tempo per godermi la vita al di fuori dalla tecnologia”, ha dichiarato Koum, senza accennare alle cause della sua decisione.

Come ha sottolineato il Washington Post, l’uscita di Koum dal board della società di Zuckeberg è un evento raro nella storia di Facebook. Il circolo ristretto del management, così come il consiglio di amministrazione, è stato sempre leale durante gli scandali che hanno scosso il gigante dei social media negli anni. Inoltre, Koum è l’unico fondatore di una società acquisita da Facebook a far parte del suo consiglio di amministrazione. Solo altri due dirigenti di Facebook, Zuckerberg e il Chief operating officer Sheryl Sandberg, sono anche membri del cda.

“Mi mancherà lavorare gomito a gomito con te – ha risposto con questo post il ceo di Facebook Mark Zuckerberg – sono grato per tutto ciò che hai fatto per aiutare a connettere il mondo, e per tutto quello che mi hai insegnato, inclusa la crittografia e la sua capacità di prendere il potere dai sistemi centralizzati e rimetterlo nelle mani delle persone. Questi valori saranno sempre al centro di WhatsApp”.

QUESTIONE DI PRIVACY…

Forse l’indipendenza e la protezione dei dati dei propri utenti come decantate da Zuckerberg nel suo post, non erano più così centrali agli occhi di Koum negli ultimi tempi. Più volte Koum, ha ricordato come crescere nell’Unione Sovietica durante gli anni ’80 – quando la sorveglianza era un dato di fatto – gli aveva fatto capire l’importanza di poter parlare liberamente.

Nel 2009, Jam Koum e Brian Acton, ex collaboratori di Yahoo, hanno fondato Whatsapp consentendo agli utenti comunicazioni private per 99 centesimi all’anno.

Una comunicazione sicura e protetta è stato il principio fondamentale di WhatsApp che i due co-fondatori hanno promesso di preservare quando hanno venduto la loro piccola start-up a Facebook nel 2014 per oltre 19 miliardi di dollari. All’epoca Whatsapp vantava 500 milioni di utenti, oggi sono ben 1,5 miliardi attivi mensilmente.

Nel 2016 Koum e Acton hanno raddoppiato il proprio impegno aggiungendo la crittografia a Whatsapp rendendo le conversioni tra gli utenti end-to-end, ovvero impossibili da decifrare da chiunque altro, nemmeno dal servizio stesso.

Inoltre, rispettosi della privacy altrui, i due co-fondatori hanno assunto la responsabilità di raccogliere il minor numero di dati possibile dai loro utenti, richiedendo solo i numeri di telefono. Al momento dell’acquisizione da parte di Facebook, Koum e Acton hanno rassicurato gli utenti sull’indipendenza di Whatsapp e che il servizio di messaggistica non avrebbe condiviso i dati con il social network blu.

Diciotto mesi dopo, la promessa di non condividere i dati è andata in fumo. Facebook ha spinto WhatsApp a modificare i suoi termini di servizio per consentire al social network di accedere ai numeri di telefono degli utenti di WhatsApp, insieme a analisi dei dati su quali dispositivi e sistemi operativi sono utilizzati dalle persone.

Acton e Koum hanno acconsentito, consentendo a Facebook di raccomandare che i contatti WhatsApp degli utenti diventino i loro amici di Facebook e rendendo possibile a Facebook di raccogliere più dati su tali relazioni. Le modifiche hanno inoltre consentito agli inserzionisti di inserire elenchi di numeri di telefono nel sistema pubblicitario di Facebook, noto come Pubblico personalizzato, e trovare nuove persone a cui indirizzare gli annunci.

Su una cosa però Koum e Acton sono stati irremovibili: la creazione di un profilo utente Whatsapp unificato su più piattaforme Facebook, come già accade per Instagram e Facebook Messenger, e che potrebbe essere utilizzato per il targeting pubblicitario o per il data mining di Facebook.

… E ANCHE DI SOLDI

Un altro punto di scontro tra Zuckerberg e i cofodatori di Whatsapp è stato il modello di business dell’app di messaggistica. Facebook ha insistito per eliminare i 99 centesimi all’anno di costo del servizio ma Koum e Acton hanno continuato a opporsi al modello pubblicitario. Tutt’oggi il servizio non ha ancora annunci, ma sono stati lanciati degli esperimenti per far avere ritorni economici: a gennaio Facebook ha lanciato uno strumento, WhatsApp Business, per consentire alle aziende di creare un profilo e inviare messaggi ai propri clienti su Whatsapp.

FACEBOOK NON TI RICONOSCO PIÙ

Prima di Koum, ci ha pensato Brian Acton a creare scompiglio quando ha lasciato la società di Mark Zuckerberg lo scorso settembre e a metà marzo, in pieno scandalo Cambridge Analityca, è diventato uno dei fautori della campagna #DeleteFacebook. Acton ha lasciato Facebook abbandonando a se stessa la sua creatura Whatsapp, riversando le proprie energie e risorse (soprattutto!) in Signal, uno dei servizi di messaggistica istantanea più sicuri al mondo. Da presidente esecutivo della Signal Foundation, ha investito 50 milioni di dollari del suo patrimonio nella messaggistica sicura.

DIMISSIONI DA 1 MILIARDO DI DOLLARI

Con la decisione di lasciare Facebook, Jan Koum potrebbe perdere 1 miliardo di dollari in azioni vincolate. È il calcolo fatto da Bloomberg, che sottolinea come molto dipenda anche dalla data precisa in cui lascerà definitivamente la società. L’annuncio è arrivato prima delle date in cui Koum può reclamare diritti su alcuni pacchetti di azioni vincolate collegate proprio all’acquisto di Whatsapp da parte di Facebook avvenuto nel 2014. Secondo gli accordi, Koum aveva ottenuto 24,9 milioni di azioni vincolate. Di queste, una tranche da 1,9 milioni di dollari gli sarà assegnata in un periodo che va tra maggio e agosto e una finale di 2,1 milioni di dollari a novembre. Ma solo se Koum sarà ancora dipendente ufficiale di Facebook in quel momento.

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