skip to Main Content

Movimento

Deliveroo, Foodora, Glovo, Just Eat. Ecco sbuffi e critiche contro la bozza Di Maio

Critiche le aziende del settore, sindacati confederali non troppo convinti, il mondo delle piattaforme digitali anche di professionisti come avvocati e ingegneri preoccupati di conseguenze negative anche per loro, tecnici ministeriali che si sentono esclusi dalla normativa in fieri. Ha sollevato malumori, sbuffi e contrarietà il piano in cantiere al ministero del Lavoro ora retto…

Critiche le aziende del settore, sindacati confederali non troppo convinti, il mondo delle piattaforme digitali anche di professionisti come avvocati e ingegneri preoccupati di conseguenze negative anche per loro, tecnici ministeriali che si sentono esclusi dalla normativa in fieri.

Ha sollevato malumori, sbuffi e contrarietà il piano in cantiere al ministero del Lavoro ora retto da Luigi Di Maio per regolamentare l’opera dei fattorini che lavorano per aziende come Deliveroo, Foodora, Just Eat e Glovo.

Per questo già domani, secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine, ci sarà un incontro fra Di Maio e le maggiori aziende del comparto.

D’altronde lo stesso Stefano Feltri del Fatto Quotidiano, svelando venerdì scorso la bozza del decreto in fieri, ha sottolineato la durezza del provvedimento in cantiere chiedendosi se non sarebbe stato un colpo ferale per il comparto.

Le prime reazioni non si sono fatte attendere: “Se fossero vere le anticipazioni del decreto dignità che il ministro Di Maio ha fornito alle delegazioni di rider incontrate, dovrei concludere che il nuovo governo ha un solo obiettivo: fare in modo che le piattaforme digitali lascino l’Italia”, ha detto oggi al Corriere della Sera Gianluca Cocco, amministratore delegato di Foodora Italia. Secondo Cocco, il piano lanciato dal ministro del Lavoro “ingessa la flessibilità, parte dal riconoscimento dell’attività dei rider come lavoro subordinato. Così gli operatori saranno costretti ad assumere tutti i collaboratori, chiuderanno i battenti e trionferà il sommerso“.

Ma c’è subbuglio anche nelle piattaforme di professionisti come avvocati e ingegneri: alcuni passaggi della bozza potrebbe interessare l’attività delle piattaforme digitali in cui si incrociano domanda e offerta di liberi professionisti. Il timore degli addetti ai lavori – e di alcuni giuslavoristi che hanno letto il documento in cantiere – è che la bozza del decreto possa mettere ostacoli a queste attività.

In verità, anche tra i sindacati non ci sono troppi entusiasmi per la bozza del decreto, specie quando si aprono spiragli per scavalcare la contrattazione nazionale e prevedendo una salario minimo. Non a caso a caldo Susanna Camusso, leader della Cgil, ha commentato: “Gli Unions Riders (i nuovi sindacati che difendono i fattorini che si occupano delle consegne a domicilio, ndr) chiedono di far riferimento al contratto nazionale della logistica. Purtroppo non mi è molto chiaro se il ministro Di Maio ha capito che avere un contratto nazionale è una cosa molto diversa da avere un salario minimo”.

A sbuffare sono anche i burocrati ministeriali esperti della normativa del settore che non sono stati coinvolti nel progetto architettato da Luigi Di Maio. Il vicepremier pentastellato e titolare del Lavoro si è infatti affidato sostanzialmente all’economista Pasquale Tridico, già candidato da Di Maio prima delle elezioni a ministro del Lavoro. “Ma il testo risente di un’impostazione che non tiene troppo conto di questioni giuridiche e giuslavoristiche”, dice una fonte al corrente del dossier.

In verità, si dice in ambienti della maggioranza di governo, Di Maio ha puntato su questo dossier per contemperare l’attivismo politico e mediatico dell’altro vicepremier, Matteo Salvini.

Ma anche in questo dossier la Lega sarà decisiva: il tema del superamento della Fornero è nel contratto di programma, così come il salario minimo, ma la subordinazione di tutti i lavoratori delle piattaforme non lo è.

Non solo: a livello numerico, il settore interessato dalla norma in fieri ha già creato 20mila posti di lavoro (assunzioni dirette, collaborazioni con i rider, nuove assunzioni nei ristoranti) generando un fatturato complessivo che addetti ai lavori stimano in 100 milioni di euro in Italia. E se la tendenza non sarà castrata da provvedimenti come quello in gestazione al Lavoro si creeranno almeno altri 100mila posti di lavoro in 5 anni.

Numeri che, secondo le indiscrezioni raccolte da Start, saranno con tutta probabilità illustrati domani a Di Maio dalle aziende del settore.

Back To Top