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Coronavirus, l’autodichiarazione e le polemiche sulle scartoffie

Coronavirus: ci si potrà spostare dalle zone arancioni per rischio contagio da coronavirus solo per motivi di lavoro, salute e per far ritorno al proprio domicilio. Serve un'autocertificazione. Fatti e dibattito

Divieto di entrata ed uscita dalle zone arancioni, ma non assoluto. È concesso spostarsi per lavoro o per motivi di comprovata necessità. E per farlo basterà firmare un’autodichiarazione, come spiega una direttiva emessa dal Ministero dell’Interno guidato da Luciana Lamorgese.

Modalità antiquate?, si chiedono alcuni esperti sui social.

Tutti i dettagli.

I MOTIVI PER CUI E’ CONCESSO SPOSTARSI

“Evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo (ndr, Regione Lombardia e altre 14 province: Modena, Parma, Piacenza, Reggio dell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia) nonchè all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”, spiega il decreto 8 marzo sulle misure contro il Coronavirus. Non potranno spostarsi per alcuna ragione, invece, le persone in isolamento oppure risultate positive al Coronavirus.

LA DIRETTIVA DEL MINISTERO DEGLI INTERNI

A spiegazione del decreto per le misure di contenimento del Coronavirus, domenica sera, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha emesso una direttiva per gli spostamenti delle “persone fisiche” delle zone isolate.

AUTOCERTIFICAZIONE

Gli spostamenti delle persone dovranno essere giustificati “mediante autodichiarazione, che potrà essere resa anche seduta stante attraverso la compilazione di moduli forniti dalle forze di polizia”, si legge nella direttiva.

I MODELLI

Dopo la pubblicazione della direttiva, sono circolati in rete i primi modelli di autocertificazione. La regione Veneto, per esempio, ne ha pubblicato un modulo in cui si giustifica lo spostamento per le esigenze lavorative (PDF) e uno per motivi di salute (PDF).

IL DIBATTITO SUI SOCIAL

Modalità, quella dei moduli da compilare, sembrata un po’ antiquata ad esperti e professori.

“Geniale, e tipico italiano. Freneranno gli spostamenti usando la potentissima arma della burocrazia: potrai salire sul treno senza problemi. Basterà compilare un modulo, perdendo un paio di minuti. Per salire in 200, qualche ora di attesa e di ritardo. Meglio dell’esercito”, ha scritto Marco Cantamessa, professore del Politecnico di Torino.

“Eccolo, il MODULO! In Corea del Sud, Hong Kong, Singapore hanno le applicazioni digitali per il contact tracing su smartphone da oltre un mese. Noi abbiamo il “modulo”. Mi raccomando, in duplice copia con carta carbone.”, ironizza su Twitter l’economista bocconiano Carlo Alberto Carnevale Maffè.

“Esatto. In Corea un mio amico prof. Mi faceva vedere l’app dove si erano anche registrati i casi più vicini a casa… Noi a malapena abbiamo dati provinciali…”, scrive, in risposta, l’economista Andrea Giuricin.

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