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Amazon Bezos

Tutte le ideuzze finanziarie di Amazon con Bank of America Merrill Lynch

A che cosa punta il colosso di Bezos con Amazon Lending. L’articolo di Giusy Caretto Quando le banche non vogliono concedere un prestito a una piccola o media impresa, ci pensa Amazon. Meglio, ci pensa Amazon Lending, un servizio nato nel 2011 che prevede l’erogazione di prestiti alle pmi già iscritte come rivenditori sulla piattaforma.…

Quando le banche non vogliono concedere un prestito a una piccola o media impresa, ci pensa Amazon. Meglio, ci pensa Amazon Lending, un servizio nato nel 2011 che prevede l’erogazione di prestiti alle pmi già iscritte come rivenditori sulla piattaforma.

I colossi tecnologici spingono sempre più il loro business anche nel settore finanziario, provando a sostituirsi ai vecchi player. Amazon non è il solo che di questi tempi si interessa alla finanza, anche Facebook ed Alibaba, tra gli altri, hanno deciso di sfruttare tutte le opportunità che offre il settore.

AMAZON LENDING COSA E’?

Partiamo da qui. Amazon Lending è una sezione (non una piattaforma autonoma) del sito di Amazon attraverso cui le aziende possono chiedere supporto economico. La sezione è abilitata in Usa, Giappone e Regno Unito, ma la volontà è quella di espandersi in tutto il mondo. Fino ad oggi, il servizio ha erogato circa 3 miliardi di dollari di prestiti.

COME FUNZIONA

La forza di Amazon è proprio la tecnologia. Un algoritmo analizza i dati commerciali e finanziari delle imprese che vendono i loro prodotti su Amazon e il prestito viene erogato nel giro di 24 ore. I prestiti sono a breve termine, con durata massima di un anno, e vanno da un minimo di mille dollari a un massimo di 750mila.

soldiTASSI USURAI?

Tutto troppo bello fino a qui. In realtà, Amazon Lending non è l’eldorado delle aziende in difficoltà. E anche se arrivasse in Italia non sarà certo così semplice la diffusione del servizio: i tassi di restituzione, infatti, sono altissimi, si va dal 6 al 17%.

L’APPOGGIO DI BANK OF AMERICA

Amazon Lending è stato, fino ad oggi, un servizio marginale, su cui Jeff Bezos non ha puntato granché. Ma le cose stanno per cambiare: il fondatore e ceo del colosso tecnologico, infatti, ha deciso di espanderne il funzionamento.  A supportare il progetto darà la Bank of America Merrill Lynch, con cui Bezos ha siglato un accordo per garantire la concessione di un numero maggiore di prestiti e una maggiore copertura.

NON SOLO AMAZON

Tra i colossi tecnologici che provano a testare il mercato finanziario non c’è solo Amazon. Dalla Cina, Alibaba ha lanciato Alipay, una piattaforma di pagamento via App che offre servizi molto simili a quelli degli altri operatori del fintech. Da poco è arrivato anche in Italia, grazie a un accordo con Unicredit. Ma serve, per ora, solo ai turisti cinesi in vacanza nel nostro Paese. Sempre in Cina, anche WeChat, app di Tencent, offre l’opportunità di scambiarsi denaro in modo digitale.

A novembre 2016, la Banca centrale irlandese, dopo due anni di attesa, ha concesso a Facebook l’autorizzazione a operare, in Europa, come emittente di moneta elettronica. Facebook aveva già l’autorizzazione per operare in questo senso negli Usa, attraverso pagamenti tramite apposite app, tra cui i video giochi Candy Crush e Farmville, dai quali prende una percentuale del 30% sugli incassi. In Europa, ed in Italia, però, potrà fare molto di più: il social network di Mark Zuckerberg, infatti, offre ai suoi clienti la possibilità di aprire un deposito di denaro sulla piattaforma, di trasferire soldi elettronici nei vari paesi dell’Unione europea (senza dover ottenere autorizzazioni dai singoli paesi) e di fare acquisti online. Una vera e propria banca virtuale.

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