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Camm-Er

Perché Camm-Er di Mbda e Leonardo-Finmeccanica è strategico

L’approfondimento di Arcangelo Milito, analista strategico e di intelligence

 

A fronte di tutto ciò, appare evidente la necessità che l’Italia abbia a disposizione uno strumento di difesa al passo tecnologico e strategico dei tempi. A fronte di seri rivali del Camm-Er e sistemi obsoleti, l’attuale esecutivo a guida Lega-M5s ha mostrato numerosi tentennamenti e per vari mesi, a partire da settembre 2018 fino al giugno 2019 il programma Camm-Er ha corso il rischio di essere depotenziato nella migliore delle ipotesi o essere tagliato, nella peggiore.

Come già detto all’inizio, la realizzazione del programma Camm-Er è stato messo seriamente a rischio da una politica governativa che potremmo definire “Stop-and-go”, con la Lega a premere per un proseguimento e parte del M5S per il suo ridimensionamento, a prescindere dalle valutazioni strategiche e industriali.

Tuttavia, sarebbe un grosso errore ritenere che M5S sia contrario al programma a prescindere: prova ne sia che il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo (M5S, appunto) ha sostenuto con vigore e in molte occasioni l’inter-operabilità del programma e connessione con altri progetti industriali e della difesa, come il contributo italiano al caccia di 6^ generazione stealth “Tempest”, a regia britannica: a margine dell’evento Cybertech Europe 2018, lo scorso 26 settembre Tofalo affermava che “Italia deve avere un ruolo di primo piano nel Tempest”. Ugualmente importante pare l’affermazione: “L’Italia deve puntare molto a sviluppare un’industria della difesa forte per poter essere competitivi sui mercati globali”, espressa da Tofalo al convegno “Il (nuovo) ruolo dell’Italia, quali strategie in Europa e nel Mediterraneo”, organizzato da Geopolitica.info e Rotary Club Roma Polis il 15/10/2018. Più recentemente, al Meeting ministeriale ‘Eurofighter’ di Monaco di Baviera (a Monaco di Baviera il 23/05/2019 e al Meeting precedente tenutosi a Firenze il 14/12/2018) sempre Tofalo affermava “la necessità di mantenere una linea di azione comune, evitando derive nazionali e individualismi”.

A fronte di tutto ciò, l’approccio ondivago sul Camm-Er si è reso evidente con le limitazioni contenute nella Legge di Bilancio 2019 a fine dicembre 2018 e quindi attraverso le riflessioni e audizioni tra gennaio e marzo 2019, che hanno coinvolto esperti del settore e responsabili militari.

È quindi comprensibile che arrivassero serie obiezioni alle incertezze politiche, come quella di Carlo Festucci, segretario Generale Aiad (Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Sicurezza e la Difesa) in Commissione Difesa della Camera mercoledì 09/01/2019. In quell’occasione Festucci dichiarava: “Se non facciamo il Camm-Er, il nostro è un Paese che non avrà più una difesa. Questo non è un problema industriale. Questo è un problema del Paese”.

Identica preoccupazione è stata espressa poco tempo dopo dal Gen. Alberto Rosso, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare, audito in Comm. IV (Difesa) della Camera dei deputati e 4a (Difesa) del Senato, lo scorso 12 marzo.

In seguito, in un’intervista a Pietro Batacchi, direttore di Rivista Italiana Difesa–RID, 02/04/2019, oltre a dichiararsi un convinto estimatore dell’F-35, sempre il Gen. Rosso dichiarava che “senza un sostituto dell’ASPIDE si determinerebbe una grave carenza sia per la capacità di difesa aerea a corto-medio raggio, sia per la sicurezza di infrastrutture critiche e di grandi eventi. Pertanto, il Camm-Er è un programma fondamentale per l’Aeronautica Militare”.

È ragionevole dunque dedurre che l’approccio ondivago a livello politico è stato determinato dalla notevole incertezza finanziaria, superata solamente grazie al Rendiconto 2018 e alla Nota di assestamento del Bilancio dello Stato a fine giugno-inizio luglio 2019, grazie al quale è possibile ri-allocare parte delle somme risparmiate da misure legislative non godute appieno (‘Quota 100’ e ‘Reddito di cittadinanza’). In ultimo, si consideri che lo Stato Maggiore Difesa (in particolare: UGPPB – Ufficio Generale Pianificazione e Programmazione del Bilancio) ha pianificato l’acquisizione dal 2027 al 2031, per specifica esigenza del Mef. E Il Camm.er è anche stato inserito nei programmi da finanziare nel Documento programmatico pluriennale pubblicato dal ministero della Difesa (qui l’approfondimento).

RICADUTE ECONOMICHE E PRODUTTIVE DEL CAMM-ER

Ha scritto Gianandrea Gaiani, direttore del giornale online Analisi Difesa in un articolo di fine settembre 2018, “Il programma avrebbe un impatto positivo in termini tecnologici e occupazionali coinvolgendo gli stabilimenti di Mbda Italia ma anche quelli di Avio per lo sviluppo e produzione del motore del missile e Leonardo per il radar Kronos”. Gaiani cita il sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi (Lega): “Il comparto industriale dell’aerospazio e difesa fattura più di 14 miliardi di euro all’anno, corrispondenti allo 0,8% del nostro Pil [e impiega] oltre 44mila persone, che salgono a più di 110mila se si considerano anche indotto ed altri impatti indiretti. Le aziende, inoltre, pagano tasse allo Stato per non meno di 4,5 miliardi”-

Pari importanza è stata evidenziata grazie all’analisi effettuata da Aurelio Giansiracusa proprio su StartMag nel suo articolo “F-35, Tempest, Camm-Er, Piaggio P1HH e non solo. Analisi e auspici del generale Rosso”. Al programma contribuirebbero sia il CIMA della Marina Militare, come già accennato, e almeno il 20% della forza-lavoro di Mbda, con particolare riguardo allo stabilimento di Fusaro (Bacoli, NA).

PERCHÉ IL CAMM-ER NON È DA CANCELLARE O SOTTOVALUTARE?

Il programma Camm-Er rappresenta un’opportunità per rispondere a un’esigenza operativa e, al tempo stesso, garantire la sovranità nazionale su una tecnologia rilevante e ottenere ritorni economici e occupazionali per l’industria nazionale (per la precisione: il “weapon package” per l’Eurofighter ‘Typhoon’, il caccia multi-ruolo F-35 e, in prospettiva, per la piattaforma del caccia stealth di di 6^ generazione “Tempest”). Dal punto di vista squisitamente commerciale, il Camm-Er è stato già selezionato per equipaggiare le unità navali delle marine di Nuova Zelanda, Cile e Brasile, mentre ulteriori buone prospettive si prefigurano per Portogallo, Spagna e Qatar.

Sempre grazie al programma, Mbda Italia (partecipata da Leonardo-Finmeccanica) potrà fornire un adeguato supporto logistico secondo i criteri di riservatezza richiesti, oltre alle eventuali opportunità di upgrade con soluzioni rispondenti alle specifiche future esigenze delle Forze Armate italiane.

A questo punto c’è solo da augurarsi che qualsiasi ripensamento, qualora si presentasse, sia almeno effettuato solo dopo una seria riflessione sulla proiezione strategica complessiva della difesa italiana.

 

(Per leggere la prima parte, clicca qui)

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