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Italia 5g Cina

Che cosa dicono (e non dicono) Bruxelles e Garante Privacy su 5G e Huawei

Le novità in Italia e da Bruxelles in materia di sicurezza e 5G su Huawei e non solo. L'articolo di Giusy Caretto

Huawei e tecnologia 5G preoccupano, ma non troppo. I rischi ci sono e aumentano con il lancio della nuova frontiera di internet, come ricorda il Garante della Privacy, Antonello Soro, ma almeno al momento l’allarme non sembra preoccupare più di tanto l’Europa che non sembra intenzionata ad accogliere l’invito Usa a rinunciare alle tecnologie cinesi.

I rischi, però, non possono nemmeno essere del tutto ignorati e l’Ue ha chiesto ai 28 Paesi più sicurezza e un piano di azione ben definito sulla tematica. Andiamo per gradi.

L’INDAGINE CONOSCITIVA DEL COPASIR

Più velocità di connessione, nuovi (ed importanti) introiti e infinite possibilità di applicazione e sviluppo, ma anche più minacce cibernetiche: internet di nuova generazione mette a rischio i nostri sistemi. Ed è per questo che il Copasir, il comitato parlamentare sui servizi di sicurezza, sta svolgendo un’indagine conoscitiva sui rischi per la sicurezza nazionale determinati dall’ingresso dei colossi tlc cinesi come Huawei e Zte nel mercato italiano. Ieri il Copasir ha sentito i vertici dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali.

IL 5G AUMENTA LE MINACCE CIBERNETICHE

Le minacce cibernetiche “sono destinate a crescere esponenzialmente con lo sviluppo del 5g, con cui la superficie di attacco si amplia in progressione geometrica”, ha spiegato Antonello Soro , parlando all’uscita della sua audizione al Copasir. “Va letta in questa prospettiva la preoccupazione, da noi espressa nei mesi scorsi, per la presenza delle aziende cinesi in questo settore strategico, con i flussi informativi che inevitabilmente ne conseguono”.

“Il Garante – ha continuato Soro – è stato audito dal Copasir alla luce del nuovo quadro giuridico europeo, ma anche alla luce del nuovo accordo siglato con i Servizi, che valorizza il ruolo dell’autorità ai fini della cybersecurity, in ragione del legame sempre più stretto tra protezione dati e contrasto delle minacce cibernetiche. Minacce che non sono più prevedibili a priori, perché pulviscolari ed in continua evoluzione e che cresceranno con il 5G”.

SERVONO GARANZIE ADEGUATE

“I rapporti commerciali tra Occidente e Oriente non possono più prescindere oggi da una cornice di garanzie adeguate, soprattutto sotto il profilo privacy, sulla scia di riforme quali quelle che hanno consentito la conclusione del Privacy Shield con gli Stati Uniti o dell’accordo con il Giappone per lo scambio dei dati”, ha aggiunto Soro.

LE PREOCCUPAZIONI (RAGIONATE) DELL’EUROPA

In questo contesto di preoccupazione, l’Europa gioca una partita fondamentale a livello mondiale con gli Usa che hanno chiesto a Bruxelles di bandire, in nome della sicurezza, le tecnologie cinesi Huawei e ZTE. Il Vecchio Continente, però, per ora ha deciso di non cedere alle pressioni che arrivano l’Oltreocano e non bandisce le cinesi, pur lasciandosi la possibilità di estrarre il cartellino rosso contro Huawei e Zte se si rendesse conto che diventerà necessario per salvaguardare una serie di criteri di sicurezza.

OCCHIO ALLA SICUREZZA

La questione, d’altronde, è assai delicata e la preoccupazione dell’Ue c’è. “La tecnologia 5G trasformerà la nostra economia e la nostra società. Offrirà grandi opportunità alle persone e alle imprese. Non possiamo tuttavia permetterci che non ci sia piena sicurezza. È quindi essenziale che le infrastrutture 5Gnell’Unione Europea siano robuste e pienamente sicure, sia dal punto di vista tecnico che in un’ottica giuridica”, ha affermato due giorni fa in una conferenza stampa a Strasburgo il vice presidente della Commissione europea, Andrus Ansip.

UN PIANO DI AZIONE

La Commissione Europea, per ora, comunque, rimanda la palla agli stati membri e ha chiesto ai Ventotto di preparare un piano d’azione entro la fine di giugno, aggiornando i requisiti di sicurezza a cui devono sottostare i fornitori, ha spiegato il Sole24Ore.

“I Paesi membri hanno il diritto di escludere società dal loro mercato nazionale sulla base di motivi di sicurezza, se non vengono rispettati gli standard del paese e il quadro giuridico”, scrive Bruxelles in un comunicato.

NUOVI STANDARD MINIMI DI SICUREZZA ENTRO IL 31 DICEMBRE

Entro ottobre 2019, invece, la Commissione Ue presenterà “un’analisi coordinata dei rischi” ed entro il 31 dicembre verranno definite le misure per ridurre questi rischi con la definizione di standard minimi di sicurezza Ue.

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