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Tim Cook

Apple sfida Netflix. Cupertino lancia la sua prima serie

Si tratterà di uno show sull’economia delle App: sarà la prima serie di Apple, che ha deciso di sfidre Netflix per i contenuti Apple ha deciso di sfidare Netflix, società statunitense che offre dal 2008, anche un servizio di streaming online on demand. La Mela Morsicata è al lavoro per lanciare il suo primo show,…

Si tratterà di uno show sull’economia delle App: sarà la prima serie di Apple, che ha deciso di sfidre Netflix per i contenuti

Apple ha deciso di sfidare Netflix, società statunitense che offre dal 2008, anche un servizio di streaming online on demand. La Mela Morsicata è al lavoro per lanciare il suo primo show, in collaborazione con la societa’ Will.i.am e a due veterani della televisione, Ben Silverman e Howard T. Owens. Come riporta il New York Times, si tratterà di nuovo show sull’economia delle app. E’ la prima iniziativa della casa di Cupertino fuori dalla categoria musica, all’interno della quale ha lanciato la serie documentario sul tour mondiale di Taylor Swift.

Apple vuole proporre ai suoi clienti contenuti originali, spiega Eddi Cue, vice presidente per il software internet e i servizi di Apple. “Questo non significa che ci muoveremo in modo massiccio nella produzione di film o prodotti per la televisione”, afferma Cue al New York Times. A proporre lo show sull’economia delle App è stato Ben Silverman e “Abbiamo ritenuto – precisa Cue – che fosse perfetto per Apple”.

Apple pensa anche a server di proprietà

La nuova sfida di Apple non riguarda solo i contenuti, la casa di Cupertino vuole proporre ai suoi clienti anche privacy e sicurezza. La Mela Morsicata sta lavorando a sei progetti per creare infrastrutture cloud, server e apparecchiature di rete di proprietà, in modo da evitare il rischio di spionaggio. La notizia viene riportata dal sito, The Informer citando persone a conoscenza dei fatti.

Apple ha a lungo sospettato che i server ordinati ai fornitori tradizionali fossero intercettati lungo la spedizione e manipolati con l’aggiunta di componenti elettronici (chip e firmware) da parte di sconosciuti per rendere i server vulnerabili a infiltrazioni”, si legge su The Informer. “A un certo punto Apple ha anche messo alcune persone a fotografare le schede madri e ad annotare le funzioni di ogni chip”, per essere certa che non fossero state manipolate. C’è da dire, in effetti, che quando scoppiò lo scandalo Datagate, nel 2013, il mondo venne a conoscenza che l’Nsa, l’agenzia di sicurezza statunitense, intercettava le spedizioni di apparecchiature elettroniche delle persone tenute sotto controllo, modificandole con strumenti per lo spionaggio.

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FBI sblocca iPhone di San Bernardino

In queste ore l’FBI ha trovato il modo di sbloccare l’iPhone utilizzato da Syed Rizwan Farook, l’attentatore di San Bernardino. La causa legale che il dipartimento della Giustizia aveva intentato per indurre la società di Cupertino a collaborare è stata ritirata, ma la guerra non sembra essere finita: Apple vorrebbe sapere il metodo utilizzato dall’FBI per sbloccare lo smartphone.

Il governo e’ riuscito ad accedere con successo ai dati contenuti dell’iPhone di Farook per questo non ha più bisogno dell’assistenza di Apple”, ha comunicato il dipartimento di Giustizia. “Dal punto di vista legale non e’ detto che la battaglia sia finita”, spiega al New York Times Esha Bhandari, avvocato della American Civil Liberties Union (Aclu), sottolineando che il governo potrebbe rifiutare di condividere le scoperte con la Apple, decidendo che l’informazione è ‘top secret’.

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