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Aeolus, l’occhio europeo sul vento targato Esa, Airbus e Leonardo

L’articolo di Matteo Massicci, blogger di Start Magazine , sul satellite per l’osservazione della terra Aeolus prodotto dagli sforzi congiunti di Esa, Airbus e Leonardo Martedì 5 maggio, nel corso di un evento dedicato alla stampa, è stato presentato Tolosa Aeolus, ultimo arrivato della famiglia di satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dedicati all’osservazione della Terra.…

Martedì 5 maggio, nel corso di un evento dedicato alla stampa, è stato presentato Tolosa Aeolus, ultimo arrivato della famiglia di satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dedicati all’osservazione della Terra.

Aeolus, un prodigio della tecnologia frutto dello sforzi congiunti di ESA, Airbus e dell’italiana Leonardo, verrà lanciato in orbita il 21 agosto dalla base di Kouru in Guiana. In caso di successo, il satellite consentirà di aumentare sensibilmente la nostra comprensione di un fenomeno che gioca un ruolo decisivo nell’evoluzione delle condizioni meteorologiche e nella diffusione di particelle inquinanti, il vento, favorendo così la realizzazione di modelli di previsione sempre più accurati.

Oltre alle evidenti ricadute scientifiche e a un probabile aumento della capacità di prevenire e gestire eventi climatici estremi, questo e futuri progetti in fase di sviluppo potrebbero rappresentare un’opportunità di rilancio economico per il nostro paese.

Risultato di un lavoro lungo 16 anni, periodo dimostratosi necessario a causa delle sfide tecnologiche che sono state affrontate, Aeolus sarà equipaggiato con un dispositivo unico nel suo genere, ALADIN, anagramma di Atmospheric Laser Doppler Instrument, che si avvale di un sistema di misurazione che non ha precedenti nella storia dell’osservazione della terra. Grazie a un sofisticato telescopio di 1,5 metri di diametro, lo strumento sarà in grado di rilevare la frequenza dei fasci ultravioletti generati dall’interazione tra i raggi laser prodotti da due generatori di fabbricazione italiana e le molecole in movimento presenti nell’atmosfera.

In sostanza, il satellite misurerà l’effetto Doppler, lo stesso fenomeno che determina la differenza tra il suono della sirena di un’ambulanza in avvicinamento e quello della stessa ambulanza mentre si allontana, fornendo così un valore quanto mai accurato della velocità dell’aria in cui le particelle sono in sospensione fino a un’altezza di 30 km.

I dati prodotti da Aeolus, che dovrebbe diventare pienamente operativo a partire da marzo 2019 e per cui si stima una durata di missione di tre anni, consentiranno di elaborare un profilo accurato delle correnti d’aria che circondano il globo terrestre, colmando la nostra mancanza d’informazione su aree come quelle equatoriali, che ancora sfuggono ai mezzi di rilevazione classici quali palloni sonda o aereo veicoli. Con le sue 16 orbite giornaliere, il satellite renderà disponibili i dati ottenuti dopo appena tre ore dalla misurazione, contribuendo così alla diminuzione dei tempi necessari per la realizzazione delle previsione meteorologiche a breve e medio termine.

Non sarà il solo studio del meteo a beneficiare del lavoro di questo attento occhio spaziale. Sulla base della maggiore conoscenza del vento, sarà infatti possibile ricavare un quadro d’insieme molto più esaustivo sui parametri che caratterizzano il clima (pressione e umidità) e di conseguenza sulla formazione di nuvole e tornado, approfondire i fattori all’origine del Global Warming e stimare i tragitti di particelle inquinanti, delle ceneri derivanti da eruzioni vulcaniche e delle polveri, elementi che incidono in maniera consistente su attività umane come la navigazione, sia marittima che aerea, e l’agricoltura.

Aeolus diventerà la quarta missione dell’ESA destinata allo studio esclusivo dei vari aspetti che incidono sulle dinamiche del sistema Terra. I dati provenienti dal satellite verranno elaborati in tre centri dell’Agenzia Spaziale Europea, tra cui quello per l’Osservazione della Terra (ESRIN) di Frascati. Quest’ultimo si occuperà inoltre di rendere disponibili le informazioni ottenute e condividerle con gli istituti di meteorologia di tutto il mondo e con la comunità scientifica. Il valore di simili dati non è tuttavia legato unicamente al loro utilizzo in ambito scientifico. Essi offrono possibilità d’impresa e di business, soprattutto in un contesto come quello italiano, aprendo la strada nel settore ancora poco presidiato dello sfruttamento commerciale dei dati satellitari.

In attesa dell’apertura a Bologna del nuovo data center del “Centro europeo per le previsioni a medio termine” (Ecmwf), prevista per il 2019, e alla luce di realtà già consolidate come il già citato ESRIN e il Centro di Eccellenza per l’Integrazione di Tecniche di Telerilevamento e Modellistica Previsionale di eventi Severi (CETEMPS) dell’Aquila, l’Italia si avvia infatti a diventare l’hub europeo per la gestione dei dati satellitari e meteorologici. Sfruttata correttamente e con una distribuzione mirata delle risorse sia pubbliche che private, questa concentrazione di dati potrebbe trasformarsi in un valore aggiunto per le aziende, attraverso lo sviluppo di applicazioni e servizi, non solo in campo meteorologico.

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