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Sia

Sia, che cosa dicono (e non dicono) i soci Cdp, Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediolanum

tte le ultime novità su Sia e sulle preferenze dei soci Cdp, Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediolanum. Fatti, numeri, indiscrezioni e scenari

“Gli azionisti stanno valutando la quotazione in Borsa e non è escluso che la decisione arrivi a breve, entro l’estate”. Così oggi l’amministratore delegato di Sia, Nicola Cordone, presentando il piano industriale al 2021. L’obiettivo è diventare “leader in Europa” nel mercato dei pagamenti digitali, ma “mantenendo la guida italiana”, ha precisato l’amministratore delegato.

QUANTO PIACE ALLE BANCHE L’IPO DI SIA

“L’ipotesi Ipo piace ai soci e, se decidono, noi saremmo pronti a farla in tempi rapidi, entro l’anno”, spiega Cordone, che ipotizza una quotazione da 1 miliardo di euro. Il primo azionista di Sia è Cdp con una quota del 49,48%, attraverso Fsia Investimenti. A seguire ci sono F2i (17,05%), Hat Orizzonte Sgr e il gruppo di banche storicamente presenti nella compagine: Banco Bpm (4,82%), Intesa Sanpaolo (4,05%), Unicredit (3,97%), Mediolanum (2,85%), Deutsche Bank (2,58%).

ECCO LE MIRE DI SIA CON IL PIANO STRATEGICO

Col nuovo piano strategico 2019-2021 Sia vuole creare una “leading pan-european payment & tech company” con ricavi che superanno gli 800 milioni e un Ebitda “in linea con le migliori società del settore e con la storia di Sia”. La società italiana nel 2018 ha registrato ricavi superiori ai 600 milioni e un Ebitda oltre i 200 milioni (circa il 32%).

LE 5 DIRETTRICI DI MARCIA DI SIA

Sono cinque le direttrici di crescita indicate dall’amministratore delegato Nicola Cordone: consolidare il core business, diventare il tech player di riferimento nei pagamenti digitali, accelerare la strategia internazionale, supportare le ‘iniziative di sistema’, efficientare e modernizzare la macchina operativa.

GLI OBIETTIVI DI RICAVO

Ricavi oltre quota 800 milioni di euro nel 2021. E’ uno degli obiettivi che Sia, società di sistemi di pagamento, ha indicato nel piano 2019-2021. Target da confrontare con i conti 2018: ricavi superiori a 600 milioni di euro ed ebitda sopra 200 milioni con un margine sui ricavi del 32% circa.

LE PROSSIME MIRE DI SIA

Sia punta a crescere in Europa non solo per via organica, ma anche attraverso acquisizioni. In quest’ottica è al momento in gara per due operazioni all’estero. “I treni in Europa stanno passando”, ha dichiarato l’amministratore delegato. “In questo momento ci sono due aziende in vendita e noi siamo in short list per entrambe: l’obiettivo è di diventare player di riferimento in Europa nei pagamenti digitali”. Le prede saranno in Austria e Portogallo.

DOSSIER NEXI?

“Non c’è un file aperto su Nexi in cda. Questo non vuol dire che gli azionisti non possano pensare a possibili partnership o aggregazioni”, ha aggiunto Cordone, rispondendo su un’eventuale integrazione con Nexi. “Questa sarebbe un consolidamento nazionale, che non va nella direzione che vogliamo perseguire” ovvero verso la crescita internazionale, ha spiegato. “Ma se questa fosse una scelta per irrobustire i muscoli e andare all’estero può essere interessante”, ha aggiunto il manager.

COSA FA NEXI E QUANTO VALE

Nexi è il leader dei pagamenti, è nata dall’Istituto Centrale delle Banche Popolari (Icbpi) e da CartaSì ed è posseduta da un consorzio di fondi di private equity: Bain Capital, Advent e Clessidra. Ha un valore che, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe essere compreso tra 7 miliardi e 7,5 miliardi. Ha appena avviato un piano di quotazione in borsa stand alone, un piano che potrebbe essere modificato nel caso di fusione con Sia.

CHE COSA FA SIA E QUANTO VALE

Al contrario, Sia è tra i leader nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture per le istituzioni finanziarie, banche, imprese e pubbliche amministrazioni, nelle aree dei pagamenti e della monetica. Potrebbe avere una valorizzazione superiore a 3 miliardi di euro. Per cui “da una fusione tra le due società potrebbe nascere una realtà con una valorizzazione superiore a 10 miliardi di euro, in grado di competere con altri gruppi europei”, ha scritto oggi Mf/Milano Finanza.

IL RUOLO DELLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Cordone è stato indicato come capo azienda di Sia da Cdp. E la Cassa depositi e prestiti è al centro del progetto di campione nazionale del comparto frutto di un’eventuale aggregazione Nexi-Sia. Indicative le parole del numero uno di Cdp, Fabrizio Palermo.

CHE COSA (NON) HA DETTO PALERMO

“Nascerà il polo dei pagamenti tra Sia, di cui siete azionisti, e Nexi?”, è stata una delle domande che il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, ha posto la scorsa settimana all’amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti, Fabrizio Palermo. Il capo azienda di Cdp ha risposto: “Si tratta di altre due eccellenze italiane. Attendiamo il piano industriale di Sia che sicuramente individuerà le soluzioni migliori per valorizzare ulteriormente la società, che già riveste un ruolo di primo piano, anche oltre i confini nazionali”.

LO SCENARIO CASSA

Una risposta che non ha risposto alla domanda di Tamburini. Il silenzio, dunque, può essere considerato assenso: la Cassa controllata dal Tesoro guarda effettivamente a un campione nazionale nel sistema dei pagamenti fra Sia e Nexi.

IL SUBBUGLIO DELLE BANCHE

Ma in Sia c’è unità di intenti sul futuro e sul progetto di campione nazionale? Non pare, come ha ricostruito nei giorni scorsi Start Magazine. Infatti i soci bancari di Sia hanno più di una perplessità sul progetto Sia-Nexi. Le domande-considerazioni che più si rincorrono tra le banche azioniste di Sia sono: Nexi è di fatto un concorrente; svolge compiti che non servono a Sia; ci sarebbero sovrapposizioni con ricadute occupazionali negative; la Cartasì tra Mastercard e Visa avrà molto futuro?

Ma a Roma in particolare i vertici del Movimento 5 Stelle vedono di buon occhio la nascita di un campione nazionale del settore.

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