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Fintech, come l’alleanza tra regolatori lavorerà per una sandbox globale

Il network riunirà undici regolatori tra cui quelli di Regno Unito, Stati Uniti e Hong Kong. Nel prossimo futuro è prevista una crescita impetuosa per il settore delle “chat-box”

Le autorità di regolazione di Regno Unito, Stati Uniti e Hong Kong hanno annunciato un’alleanza nel Fintech con lo scopo di incoraggiare la crescita di questo settore e incoraggiare soprattutto le aziende a testare i nuovi prodotti in più di un paese per volta.

LA UK’S FINANCIAL CONDUCT AUTHORITY (FCA) HA PRESENTATO IN SETTIMANA IL GLOBAL FINANCIAL INNOVATION NETWORK

La UK’s Financial Conduct Authority (Fca) ha presentato in settimana il Global Financial Innovation Network come parte dei piani per formalizzare una “sandbox globale”, lanciata per la prima volta a febbraio. Le sandbox consentono alle imprese di testare prodotti innovativi con un’autorizzazione normativa temporanea, riducendo i tempi e i costi di commercializzazione dei prodotti e facilitando la raccolta di fondi da parte delle giovani imprese.

L’OBIETTIVO È ANDARE OLTRE IL CONCETTO DI “SANDBOX”

Il Regno Unito è stato uno dei primi paesi al mondo a introdurre una “sandbox Fintech”, raccogliendo il plauso dell’industria di settore che si chiede continuamente come le autorità di regolamentazione possano tenere il passo in un settore in rapida evoluzione e garantire la protezione dei consumatori. Il network riunirà, comunque, altri undici regolatori, tra cui l’US Bureau of Consumer Financial Protection, l’autorità monetaria di Singapore e l’autorità monetaria di Hong Kong. L’obiettivo è andare oltre il concetto di “sandbox” e far sì che le autorità di regolamentazione condividano idee politiche e si assicurino che siano aggiornate sugli sviluppi in settori quali l’intelligenza artificiale, i Big data e la blockchain. “Le autorità di regolamentazione dei servizi finanziari devono riconsiderare gli attuali modi di lavorare e collaborare, al fine di bilanciare i potenziali benefici dell’innovazione (per i consumatori e per il settore finanziario nel suo complesso) con gli obiettivi politici tradizionali, vale a dire stabilità finanziaria, integrità, inclusione finanziaria, concorrenza, benessere e protezione dei consumatori”, si legge nel documento di consultazione della Fca.

ENTRO IL 2020 OLTRE L’85% DELLE INTERAZIONI DAGLI ISTITUTI FINANZIARI AVVERRÀ TRAMITE CHAT telemarketing

Uno dei settori su cui è prevista la maggiore crescita nell’immediato è quello dei “chat-bot. Henrik Nordmark, responsabile Data Science di Profusion, ha previsto che entro il 2020 oltre l’85% delle interazioni dagli istituti finanziari avverrà tramite chat. Sebbene sia leggermente controverso, ritiene che l’intelligenza artificiale sia attualmente allo stadio infantile e che questa sia una buona cosa. “Nonostante la capacità di automatizzare molte interazioni con le società finanziarie (ad esempio, realizzare un preventivo, accedere ai dettagli, riportare un errore), dovremmo lasciare che i sistemi di IA capiscano da soli e imparino”, ha riferito a Forbes in un articolo in cui il quotidiano finanziario ha dato conto della riunione svoltasi presso l’Università dell’Essex lo scorso mese tra rappresentanti del settore Fintech, bancario e assicurativo nel quale erano presenti specialisti di Microsoft, Filament, Profusion e Signal Media. Proprio Phil Westcott l’amministratore delegato di Filament, ritiene che entro il 2020 tutti i call-center avranno un chat-bot front-end per rispondere a circa il 25% delle richieste dei clienti, con una crescita fino al 75% man mano che apprendono le principali query. “In questo momento i nostri clienti stanno misurando il successo dei nostri KPI e l’impatto che il nostro sistema ha su un mondo sempre più 24/7. Sia che ci concentriamo sull’efficacia della risoluzione o sulla soddisfazione del cliente, i nostri robot possono lavorare su tutta una serie di discipline per aiutare la produttività – ha ammesso -. In questo momento ci occupiamo di tutto, dalle domande sui mutui e su come ottenere la tariffa migliore, alle richieste interne delle vacanze delle risorse umane e ai frequentatori di locali notturni che preferiscono chattare con le emoji. Con 34 specialisti di IA provenienti da IBM, Capgemini e il mondo accademico, stiamo riuscendo con successo ad andare ‘in-house’ con i nostri clienti per sviluppare la loro esperienza nell’intelligenza artificiale”.

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