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Intesa Sanpaolo, Deutsche Bank, Bnp e non solo. Ecco come la Bce tifa per una carta di credito europea

Come procede il progetto Pepsi (Pan European Payment System Initiative) al partecipano 20 banche europee tra cui anche Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bnp Paribas e Deutsche Bank. Tutti i dettagli

Il progetto Pepsi, che sta per “Pan European Payment System Initiative” per creare un sistema di pagamento elettronico europeo, non dispiace alla Bce. Anzi. Potrebbe essere un modo per evitare rischi per il mercato e la moneta unica, troppo dipendente da operatori e sistemi extra Ue. A benedire il progetto è Benoit Coeurè, membro del board della Bce che ha annunciato addirittura l’intenzione della Banca centrale europea di creare una valuta digitale.

L’OBIETTIVO? CREARE UN SISTEMA DI PAGAMENTI EUROPEO

Innanzitutto, l’obiettivo è quello di creare un sistema di pagamento esclusivamente europeo che consenta ai cittadini del Vecchio Continente di pagare con carta di credito senza passare attraverso la Visa, la Mastercard, o le Big Tech Google e PayPal, solo per citarne alcune. Al momento partecipano 20 istituti bancari del Vecchio Continente, tra cui anche Intesa Sanpaolo e Unicredit e i promotori BNP Paribas e Deutsche Bank.

COEURÈ: L’EUROPA RISCHIA DI PERDERE IL SUO VANTAGGIO ECONOMICO

“Ci sono chiari segnali che l’Europa sta rischiando di perdere il suo vantaggio economico – ha detto Coeurè secondo quanto riporta Mf-Milano Finanza -. Le dimensioni nazionali mancano delle dimensioni e scala necessaria e la frammentazione ha paralizzato la competizione e soffocato l’innovazione a livello continentale: nel peggiore degli scenari questo potrebbe mettere a repentaglio l’autonomia dei sistemi di pagamento europei”.

MINACCIA A STABILITA’ GLOBALE E CONTROLLI ANTIRICICLAGGIO DA MONETE COME LIBRA

Coeurè, in particolare, “teme che ‘l’introduzione di stablecoin globali (leggasi Libra, ndr) possa minacciare la stabilità globale e i controlli antiriciclaggio’. Inoltre ha rimarcato che ‘la dipendenza da attori globali non europei crea il rischio che il mercato dei pagamenti europeo non sia in grado di supportare il mercato e la moneta unici, rendendoli più vulnerabili ad attacchi esterni come quelli cibernetici e che i fornitori di servizi con un potere di mercato globale non agiscano nel migliore interesse dei portatori di interesse europei”.

“Più di due terzi dei pagamenti non in contanti in Europa vengono effettuati utilizzando sistemi di carte di pagamento gestiti all’estero. Il mercato europeo delle carte di pagamento è dominato da Visa e Mastercard, mentre Amazon, Apple e PayPal stanno conquistando quote di mercato. Anche le società cinesi, come Alipay e China UnionPay, si stanno espandendo in Europa”, ha ricordato il Financial Times.

RAGGIUNGERE ALMENO IL 60% DEI PAGAMENTI ELETTRONICI IN EUROPA

Al momento, infatti, la maggior parte delle carte contactless e dei telefoni dotati di chip NFC arrivano dall’altra parte dell’Atlantico. L’idea è quella di sviluppare tecnologie europee concorrenti ed efficienti con le quali pagare in qualsiasi parte del mondo. L’obiettivo di questo progetto è ambizioso: raggiungere almeno il 60% dei pagamenti elettronici in Europa, dice il sito del tg francese Europe 1.

DALLA BCE ASSISTENZA TECNICA, IL PROGETTO DEVE RIMANERE PRIVATO

La Bce ha assicurato Coeurè, sempre secondo quanto riferisce Mf-Milano Finanza, “è pronta a fornire assistenza tecnica al progetto che dovrà restare privato e aperto ad altri operatori nel rispetto delle norme antitrust dell’Unione. Nel frattempo Francoforte continuerà a monitorare l’impatto dell’evoluzione dei sistemi di pagamento sulla trasmissione delle politiche monetarie delle banche centrali”.

LA BCE VALUTA DI EMETTERE UNA MONETA DIGITALE DELL’EUROZONA

Ma non è tutto. Coeurè ha annunciato anche l’intenzione della Bce – che sta valutando il progetto – di “emettere una valuta digitale dell’eurozona”. Un progetto che potrebbe avere “notevoli ripercussioni (non necessariamente apprezzate dall’industria del credito) sull’attività bancaria”. Nella “messa a punto dell’euro digitale, peraltro, Coeurè potrà anche giovarsi del ruolo di responsabile dell’Innovation Hub della Banca dei regolamenti internazionali. Il dipartimento di nuova creazione coordinerà la collaborazione sulle valute digitali fra le 60 banche centrali aderenti alla Bri”.

IL VENEZUELA HA PETRO MA ANCHE SVEZIA, CINA E URUGUAY STANNO PENSANDO ALLE VALUTE DIGITALI

A livello globale, scrive il Financial Times “il Venezuela ha già lanciato la propria moneta criptata, il petro, e diverse banche centrali nazionali, comprese quelle di Svezia, Cina e Uruguay, stanno lavorando all’emissione di valute digitali. Mark Carney, governatore della Bank of England, in un discorso ad agosto ha suggerito che una nuova valuta ‘sintetica’ emessa da una rete di banche centrali, potrebbe sostituire gradualmente il dominio del dollaro statunitense nelle transazioni internazionali”.

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