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Turchia, come si muoverà Eni dopo la cose turche di Erdogan su Cipro

Che cosa ha detto Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, su Turchia, petrolio, dazi e sommovimenti geopolitici

 

Mentre la Turchia bombarda la Siria, il sultano Recep Tayyip Erdoğan sfida l’Italia con la nave di perforazione turca Yavuz, violando la territorialità del governo di Nicosia e le concessioni di Eni.

Qual è la posizione di Eni? Ecco quello che ha detto oggi il vertice del Cane a sei zampe.

CHE COSA HA DETTO DESCALZI

L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, a margine della cerimonia di premiazione degli Eni Award al Quirinale, non si è detto preoccupato ed è pronto ad aprire un dialogo con Ankara.

COSA E’ SUCCESSO

Partiamo dai fatti. Come scritto da Start, la nave turca Yavuz, nei giorni scorsi, ha raggiunto l’area del pozzo Guzelyurt-1 nel Mar Mediterraneo, zona concessa in licenza da Nicosia a Eni e Total, che la Turchia rivendica.

Il ministro dell’Energia e delle Risorse naturali turco, Fatih Donmez, annunciando l’avvio delle perforazioni e i lavori della nave fino a gennaio 2020, ha detto che “l’area di perforazione si trova all’interno della piattaforma continentale turca registrata presso le Nazioni Unite”.

ENI PRONTA A DIALOGO

“Non sono preoccupato. Se qualcuno si presenta con le navi da guerra io non faccio i pozzi. Non sono io che mi devo preoccupare. Non voglio certo fare scoppiare delle guerre per fare dei pozzi. Poi ognuno si qualifica con quello che fa e come lo fa”, ha detto oggi l’amministratore delegato di Eni, aggiungendo che ci “sarà un dialogo” sulla questione in futuro. “In questo momento non sto dialogando su questo specifico tema”, ha aggiunto Descalzi.

MEDIO ORIENTE, SITUAZIONE INSTABILE ED ENI

Più della nave Yavuz, a impensierire Eni è l’instabilità geopolitica del Medio Oriente. La cosa “preoccupa noi, come preoccupa tutti chiaramente perché è a quanto imprevedibile soprattutto quello che sta succedendo tra Turchia e la Siria”, ha detto l’ad, aggiungendo: “Chiaramente lì non ci stiamo fortunatamente ma quello che succede in un paese coinvolge tutto il resto del Medio Oriente e del Nord Africa. Comunque noi siamo attenti soprattutto al personale e a seguire le evoluzioni”.

PREZZO DEL PETROLIO STABILE, NONOSTANTE INSTABILITA’

E nonostante questo clima geopolitico instabile, i prezzi del petrolio non ne risentono. “La geopolitica, al quanto instabile guardando la Libia, guardando il Venezuela, l’Iran, la Siria non sta impattando assolutamente sul prezzo del petrolio che è a 59 dollari dopo anche quello che è successo in Arabia Saudita. Sono altre cose che stanno impattando il prezzo del petrolio”, ha detto Descalzi.

DAZI E GUERRA COMMERCIALE IMPATTANO PIU’ DELL’INSTABILITA’

Ad avere un impatto maggiore sui prezzi del greggio, invece, sono i dazi e le guerra commerciale tra Usa e Cina. “La geopolitica diventa un rumore di fondo e chiaramente la crescita economia, che è legata ai dazi e alle chiusure e aperture, stanno impattando ancora di più” sul prezzo del greggio rispetto all’instabilità geopolitoca, ha detto il manager, aggiungendo che “Per la prima volta, vediamo che il concetto geopolitico di ‘disruption’ sulla produzione diventa quasi minimizzato rispetto al concetto più alto del problema dei dazi, delle tariffa e della guerra commerciale”.

L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DI FDI

Il caso turco approda in Parlamento: è stata presentata un’interrogazione parlamentare da parte di Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato di FdI.

“Nel più assordante, clamoroso e imbelle silenzio del governo giallo-rosso il sedicente Sultano Erdogan sfida nuovamente l’Italia e il suo interesse nazionale all’approvvigionamento energetico, violando la territorialità del Governo di Nicosia e le concessioni di Eni”, ha detto Delmastro a Il Secolo d’Italia.

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