skip to Main Content

Referendum Trivelle Conte 2

Tutte le tensioni politiche sulle trivelle in Emilia Romagna fra Salvini, Pd, Sardine e aziende

Che cosa ha detto Salvini sulle trivelle a Ravenna, mentre in piazza manifestavano le Sardine e le imprese del settore scrivevano al governo. Fatti, nomi e il commento di Gianni Bessi

“Si lasci andare avanti quello che è cominciato”, l’appello di Matteo Salvini non lascia spazio alle interpretazioni: in fatto di trivelle bisogna proseguire ciò che è stato già avviato e approvato. Salvini ha parlato due giorni fa della questione a Ravenna, in occasione dell’inaugurazione della nuova sezione della Lega, in vista delle elezioni regionali del prossimo 26 gennaio. E tutto questo mentre in piazza, nella stessa città, si riunivano più di 7.000 Sardine e le aziende del settore protestavano contro il governo. Ecco tutti i dettagli.

COSA HA DETTO SALVINI SULLE TRIVELLE

“Ravenna è una delle province più in crisi di tutta l’Emilia-Romagna sul commercio, c’è una crisi più forte che altrove. Non mancano le idee per aiutarla: meno burocrazia e tempi più rapidi per il sostegno alle imprese”, ha detto Matteo Salvini nella muova sede della Lega in via Gioacchino Rasponi 15, al centro della città.

E riferendosi al mondo dell’Oil&gas, ha detto che la questione è da seguire e che lui non è “pro trivelle”, ma bisogna che “ si lasci andare avanti quello che è cominciato, ci sono troppi posti di lavoro a rischio”.

SARDINE IN PIAZZA

Mentre Matteo Salvini teneva il suo comizio, alla Darsena, dove comincia il canale Candiano che porta al mare, dietro la stazione di Ravenna, si sono riunite 7.000 Sardine. E l’iniziativa, come nelle altre occasioni, è stata aperta dalla musica di ‘Com’è profondo il mare’, di Lucio Dalla.

LA NORMA CHE BLOCCA LE TRIVELLE

Ma torniamo alle trivelle. Quello a cui si riferisce Salvini è la moratoria, di 18 mesi, voluta da Lega e Movimento 5 Stelle, per le attività di sfruttamento di gas e petrolio per i soli procedimenti autorizzativi relativi a prospezione e ricerca di idrocarburi. Insomma, il Mediterraneo è off-limits da tempo.

La moratoria, tra gli altri, ha coinvolto Eni, Shell, Total ed Edison e comporta danni per svariati miliardi di euro (come scritto qui).

PD E MOVIMENTO 5 STELLE NO TRIV

Moratoria a parte, anche il Conte 2 non è disposto a cedere sulle trivelle. Nel programma di governo si legge: “Bisogna introdurre una normativa che non consenta, per il futuro, il rilascio di nuove concessioni di trivellazione per estrazione di idrocarburi. In proposito, il Governo si impegna a promuovere accordi internazionali che vincolino anche i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo a evitare quanto più possibile concessioni per trivellazione”.
In pratica, il governo Conte 2 si impegna a non rilasciare nuove concessioni di trivellazioni in futuro.

LE RICHIESTE DI ROCA

Ed è per questo che Roca Oil&Gas, laAssociazione che raggruppa le imprese del distretto di Ravenna, ha scritto a Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, al Presidente Regione Emilia e Romagna, Stefano Bonaccini, e al sindaco di Ravenna Michele de Pascale, lamentando la crisi di settore.

“Sono circa 50 le aziende associate che hanno un’esperienza e specializzazione accumulata in oltre cinquant’anni di attività, in Italia e nel mondo. Attualmente le nostre aziende impiegano solo 4.000 persone, di cui la maggioranza assunte nei paesi di commessa all’estero, mentre fino a pochi anni fa i dipendenti ammontavano ad oltre 10.000 ed erano per lo più basati a Ravenna”. La crisi del settore, spiega Roca, è “causata anche da una rilevante incertezza normativa”.

PUNTARE SUL GAS

Roca chiede al Governo di rivedere la politica nazionale in merito dal momento che “il completo soddisfacimento della richiesta energetica, non può essere coperto, né ora, né nei prossimi decenni, dalle sole fonti alternative. Detto questo, sorge spontaneo chiedersi perché essere costretti a 18 mesi di blocco indiscriminato delle ricerche e delle nuove coltivazioni in attesa di un Piano per la Transizione energetica sostenibile delle Aree idonee (PiTESAI)”.

IL COMMENTO DI BESSI

Commenta con Start Gianni Bessi, consigliere regionale Pd in Emilia-Romagna e autore del libro “Gas naturale. L’energia di domani” (Innovative Publishing): “Matteo Salvini a Ravenna come aveva fatto 10 giorni prima a Rimini ha dichiarato tra i tanti proclami di salvezza nazionale che è preoccupato per Ravenna e nello specifico per la sospensione delle estrazioni di gas. Salvini, ripeto come per Rimini, quando era al Governo, ha bloccato (votato) le estrazioni con il decreto semplificazioni. Al tempo del referendum proposto dai No-Triv andava in giro indossando una felpa su cui era scritto No-Triv. Continuo a essere dalla parte delle imprese e migliaia di occupati di questo settore e continuerò a difendere il loro lavoro. Al Governo, al mio Partito che non è esente da colpe, dico di accelerare l’approvazione di strumenti che permettano di pianificare lo sviluppo del settore, puntando al mix gas-rinnovabili per attuare la transizione energetica verso le fonti pulite. E in questo contesto di mettere in condizione Eni di attuare il piano industriale che prevede a Ravenna un investimento di 2 miliardi di euro”. “Infine se Matteo Salvini vuole sono disponibile a un incontro pubblico su questo tema perché è la sua è preoccupazione tardiva. Quando poteva fare qualcosa non ha mosso un dito e adesso, per puro scopo elettorale, recita la parte di chi ha a cuore il destino di quelle stesse persone che proprio lui ha contribuito a mettere a rischio”, ha concluso Bessi.

Back To Top