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Fossili

Ecco quanto il prezzo del petrolio schizzerà ancora. Report Morgan Stanley

L’articolo di Roberta Castellarin, giornalista di Mf/Milano finanza, sul report di Morgan Stanley che delinea le prospettive per il petrolio con le ragioni di un possibile, ulteriore, aumento dei prezzi Morgan Stanley alza l’obiettivo sul prezzo del petrolio che potrà arrivare a 90 dollari entro il 2020. Dietro a questa scelta i dati sul mercato…

Morgan Stanley alza l’obiettivo sul prezzo del petrolio che potrà arrivare a 90 dollari entro il 2020. Dietro a questa scelta i dati sul mercato dei distillati, come il diesel e il jet fuel, dove la domanda è in crescita mentre le scorte stanno raggiungendo i minimi a 5 anni.

COSA DICE IL REPORT

“Dal 2011 la domanda di semi distillati è in crescita, ma ha accelerato negli ultimi trimestri e il sistema di raffinazione globale fa fatica a tenere il passo per cui le scorte sono vicine ai minimi a cinque anni”, dicono gli esperti di Morgan Stanley.

IL TREND DEI PREZZI

Questo trend ha un effetto anche sul prezzo del greggio e da qui la scelta di alzare l’attesa per il Brent a 90 dollari entro il 2020. In particolare gli esperti vedono il prezzo del Brent a 77,5 dollari a fine 2018, a 85 dollari a fine 2019 per poi restare a 90 dollari nel 2020. Mentre sempre nel 2020 il Wti potrebbe raggiungere quota 83 dollari al barile.

L’IMPATTO SUI CONTI DELLE MAJOR

Un simile rally dei prezzi dell’oro nero avrà un impatto importante sui conti delle Major e Morgan Stanley alza in media i target price del 13% per le azioni delle grandi società petrolifere. L’apprezzamento del prezzo del greggio porterà a un’accelerazione della crescita dei flussi di cassa e a una riduzione del debito.

I NUMERI E I CONFRONTI

Se con il prezzo del petrolio a 70 dollari nel 2019 l’attesa era per un flusso di cassa complessivo delle Major (Shell, Total, BP, Eni, Statoil e Repsol) di 64 miliardi di dollari nel 2019, con un Brent a 85 dollari sempre nel 2019 il flusso di cassa atteso diventa di 84 miliardi di dollari. L’impatto sulle valutazioni si sente e da qui un rialzo medio dei target price del 13%.

LA MAPPA DELLE COMPAGNIE

Nel dettaglio, per Eni il prezzo obiettivo passa da 16,5 a 19 euro (+16%, ma il resta resta underweight), per Total da 60 a 67,9 euro, per Repsol da 19,2a 20,8 euro. Per Shell il prezzo target viene alzato da 2830 pence a 3160 pence, per BP da 585 pence a 680 pence. Mentre per Statoil si passa da 225 a 255 corone norvegesi. Il titolo preferito da Morgan Stanley resta Total che merita un giudizio overweight.

CHE COSA DICE IL RAPPORTO IEA

Oggi il prezzo del petrolio tratta intorno a 78 dollari e l’Agenzia internazionale dell’Energia nel Bollettino mensile avverte come una doppia incertezza in Iran e Venezuela “potrebbe essere una grande sfida” per i produttori, in termini di numero di barili ma anche di “qualità dell’olio”. L’Agenzia evidenzia come la questione della produzione iraniana, il terzo più grande produttore dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), rimane incerta con il ripristino delle sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti, deciso dal presidente Donald Trump all’inizio di questo mese.

FRA IRAN E VENEZUELA

“Esiste una comprensibile incertezza sul potenziale impatto sulle esportazioni iraniane, che oggi rappresentano 2,4 milioni di barili al giorno”, osserva l’Aie, rilevando anche “l’accelerazione del declino della produzione” in Venezuela a causa della crisi politica. L’Aie ha lievemente abbassato le sue previsioni di crescita della domanda di petrolio nel 2018 alla luce di un rallentamento registrato nel secondo semestre, soprattutto a causa dei prezzi più elevati. L’Organizzazione si aspetta che la domanda globale di petrolio cresca di 1,4 milioni di barili al giorno nel 2018, rispetto a 1,5 barili annunciati il mese scorso. Ad aprile, la produzione di petrolio è rimasta costante a circa 98 milioni di barili al giorno.

(articolo pubblicato su Mf/Milano finanza)

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