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Nasa: scoperto un nuovo sistema planetario. 3 mondi abitabili

La Nasa annuncia: scoperto un un sistema solare con 7 pianeti simili alla Terra. Tre si trovano in zona abitabile   E’ stato scoperto un sistema solare con 7 pianeti simili alla Terra, alcuni quali si trovano in una zona temperata, in cui la temperatura è compresa fra zero e 100 gradi: è il il…

La Nasa annuncia: scoperto un un sistema solare con 7 pianeti simili alla Terra. Tre si trovano in zona abitabile

 

E’ stato scoperto un sistema solare con 7 pianeti simili alla Terra, alcuni quali si trovano in una zona temperata, in cui la temperatura è compresa fra zero e 100 gradi: è il il più grande sistema planetario mai scoperto con tanti possibili ‘sosia’ della Terra. Questi mondi alieni potrebbero anche ospitare forme di vita. Proviamo ad approfondire.

Il Sistema planetario TRAPPIST-1

Il nuovo sistema, chiamato TRAPPIST-1, si trova a meno di 39 anni luce da noi. Secondo quanto osservato dagli scienziati, una stella nana rossa che si trova nella costellazione dell’Acquario, ha infatti un corteo di ben sette pianeti simili alla Terra. E ben 3 di questi nuovi mondi si trovano in una zona abitabile. La scoperta segna un nuovo record per il maggior numero di pianeti abitabili scoperti intorno a una singola stella al di fuori del nostro sistema solare.

La stella TRAPPIST-1, è come scrive la Nasa davvero “cool”, ovvero fredda, con una temperatura superficiale di circa 2400 °C, meno della metà di quella del Sole.

Pianeti osservati dal telescopio Spitzer

Si tratta di una clamorosa scoperta, resa possibile grazie alle osservazioni fatte con il Telescopio spaziale Spitzer, gestito dall’Università di Liverpool. Il telescopio, infatti, ha fornito importanti informazioni alla Nasa.

Il telescopio, situato a La Palma, nelle isole Canarie, è il più grande del mondo nel suo genere ed è molto sensibile ai piccoli mutamenti nella luminosità delle stelle, riuscendo a intercettare quelli inferiori all’1%.

Tre pianeti abitabili

Sono tre i pianeti posizionati in zona abitabile. In base alle stime di densità, alla posizione e alle orbite, i pianeti e, f, g potrebbero trovarsi nella cosiddetta fascia di abitabilità, ovvero ad una distanza ideale dalla stella TRAPPIST-1, con una temperatura che dovrebbe consentire la presenza di acqua liquida.

Questo significa che su questi pianeti potrebbe esserci vita: l’acqua liquida è, infatti, uno degli ingredienti fondamentali per lo sviluppo della vita.

C’è vita? Lo scopriremo tra 10 anni

Si spera di poter scoprire “entro dieci anni” se ci sia o meno vita sugli esoplaneti scoperti. Il passo successivo sarà quindi studiare, con telescopi di nuova generazione, le atmosfere di questi pianeti.

“Questa scoperta potrebbe essere un pezzo significativo nel puzzle che dobbiamo comporre per trovare ambienti abitabili, luoghi che siano favorevoli alla vita”, ha commentato la scoperta Thomas Zurbuchen, amministratore associato della Science Mission Directorate dell’agenzia a Washington. “Rispondere alla domanda ‘siamo soli’ è una priorità della scienza superiore e di trovare così tanti pianeti come questi per la prima volta nella zona abitabile è un notevole passo in avanti verso questo obiettivo”.

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La scoperta di più di un pianeta roccioso con temperature di superficie che consentano la presenza di acqua liquida rendono questo meraviglioso sistema un eccitante obiettivo futuro per la ricerca di vita”, ha invece commentato il professor Chris Copperwheat della John Moore University di Liverpool, tra le guide del team internazionale.

“La stella è così piccola e fredda che i sette pianeti sono temperati, il che significa che potrebbero ospitare un po’ di acqua liquida e forse vita sulla superficie”, ha affermato Michael Gillon, astrofisico dell’università di Liegi.

Credo che abbiamo compiuto un passo cruciale nello scoprire se ci sia vita là fuori“, ha dichiarato Amaury Triaud dell’istituto di astronomia dell’università di Cambridge, “se la vita è riuscita a prosperare e generare gas in maniera simile a quanto accade sulla Terra, lo scopriremo”.

 

 

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