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Populismo

Ecco come e perché Di Maio passa la patata bollente Ilva ai sindacati

Le “Mille Battute” di Giuseppe Sabella, direttore di Think-in, esperto di Industria 4.0 e blogger di Start Magazine, sulle ultime novità che riguardano Ilva Dopo il vertice di questa mattina al Mise su Ilva, il ministr odello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, dice che “il governo non ha fretta, non diamo l’acciaieria…

Dopo il vertice di questa mattina al Mise su Ilva, il ministr odello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, dice che “il governo non ha fretta, non diamo l’acciaieria al primo che passa”.

Definire “il primo che passa” Arcelor Mittal che non solo è il più importante player della siderurgia nel mondo, ma che ha legittimamente vinto un bando con cui si è aggiudicato l’azienda che è commissariata dal governo italiano, pare un po’ azzardato, come altrettanto azzardata si sta del resto rivelando la gestione del caso.

Stamattina erano presenti oltre 60 soggetti e dopo l’intervento del ministro, ciascuno di questi oggetti ha avuto un (1) minuto di tempo per le proprie considerazioni tecniche.

Posto che rispetto la piano ambientale l’azienda ha presentato delle migliorie, le vere criticità restano quelle occupazionali. Ma la cosa era ampiamente nota. Su questo punto, Di Maio fa sapere che “l’azienda vuole discutere direttamente con i sindacati e noi non l’abbiamo mai impedito. Nelle prossime ore favoriremo l’incontro, credo già domani si vedranno azienda e sindacati”.

Bene, siamo al giro di boa. Di Maio lascia con favore la patata bollente ai sindacati, perché ha capito che la trattativa con l’azienda sarà durissima.

Lui ha già avuto quel che voleva da Anac, cosa che ha potuto tradurre con queste parole: “Quelli di prima hanno pasticciato, e menomale che erano loro i competenti”.

La sensazione è che solo il sindacato compatto – con Calenda non lo è stato – può portare Ilva fuori dalla palude.

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