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Nomine pubbliche, come si stanno muovendo M5S e Lega sul Gse

Fatti, nomi e indiscrezioni sulla partita delle nomine governative e parlamentare in campo energetico fra l’autorità Arera e il Gse (Gestore servizi energetici) Grazie all’autorizzazione del quotidiano La Verità fondato e diretto da Maurizio Belpietro, pubblichiamo un breve estratto dell’articolo scritto da Alessandro Da Rold Le nomine non finisco mai. È scattata la settimana decisiva…

Grazie all’autorizzazione del quotidiano La Verità fondato e diretto da Maurizio Belpietro, pubblichiamo un breve estratto dell’articolo scritto da Alessandro Da Rold

Le nomine non finisco mai. È scattata la settimana decisiva per trovare la quadra su sottosegretari, viceministri e capi di gabinetto del governo di Giuseppe Conte. Lo stesso vicepremier e numero uno del Viminale, Matteo Salvini, ha auspicato di chiuderà entro la settimana la vicenda.  Dopo scatterà il rinnovo di Cassa depositi e prestiti. Ma appena chiuse queste caselle, che dovranno passare dall’ennesima trattativa tra Lega e 5 stelle, ci sarà una nuova tornata decisiva, quella per le nomine nel settore energetico.

Le nomine dell’Arera (cinque componenti) spettano invece al Consiglio dei ministri e devono ottenere il gradimento delle commissioni parlamentari competenti (Attività produttive, Ambiente e Territorio) con il voto favorevole di due terzi dei componenti.

È un passaggio delicato, perché negli anni queste società sono finite sempre più nel mirino della politica. Nello specifico Gse, dove nel 2013 arrivò come presidente e amministratore delegato Francesco Sperandini, su indicazione dell’allora sottosegretario del Mise, Claudio De Vincenti.

Si trattò di una nomina espressione del Partito democratico di Roma, alla quale persino Il Sole 24 Ore dedicò un articolo nel novembre del 2014, nel quale si raccontava di cene per la raccolta fondi in campagna elettorale. In quegli anni Sperandini è stato un renziano di ferro, in sintonia con l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi.  Ha sempre avuto stretti rapporti con l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi e con Alberto Bianchi, il presidente della Fondazione Open che finanziava la Leopolda di Matteo Renzi.

Negli ultimi tempi, però, dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, ha cercato di costruire un rapporto di stima con Riccardo Fraccaro dei 5 stelle (che ha conosciuto quando il deputato pentastellato era responsabile legale della società energetica Nesco) e soprattutto con Luca Lanzalone, presidente di Acea, nel gruppo grillino che si occupa di partecipate insieme con Stefano Buffagni e Laura Castelli.

Le conoscenze pentastellate hanno aperto una frizione forte con la Lega. Sperandini rischia essere sostituito da Stefano Besseghini, presidente e amministratore delegato di Rse, società del gruppo Gse che si occupa di ricerca di sistema. Vicino alla Lega (cui spetterebbe la nomina, secondo gli accordi con i pentastellati) è conosciuto e gradito dalle grandi società Enel, Acea, A2a, Edison.

Del resto, a lato delle questioni politiche, Sperandini è stato raggiunto da due delibere dell’Anac di Raffaele Cantone, sia per conflitto di interessi sui suoi stessi incarichi (oltre a presidente e amministratore delegato ha avuto l’interim della divisione che assegna gli incentivi) sia per aver ritirato l’incarico al responsabile anticorruzione del Gse: una spada di Damocle sul suo futuro. Anche se il partito di Luigi di Maio sembra intenzionato a sostenerlo.

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