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Libia

Ecco che cosa è successo a Eni in Libia. Tutti i dettagli

Tutti i dettagli sullo scontro avvenuto in Libia che ha portato alla sospensione delle attività del giacimento petrolifero El Feel di Eni

Nuovi scontri in Libia. Le forze del governo di accordo nazionale libico guidate dal premier Fayez al-Sarraj si sono scontrate con quelle del generale Kahlifa Haftar, portando alla chiusura del giacimento petrolifero El Feel (l’elefante), in cui opera Eni. Andiamo per gradi.

I FATTI

Partiamo dai fatti. Le milizie che fanno capo al governo di Tripoli appoggiato dall’Onu hanno attaccato la Libyan Nationa Army del generale Haftar per prendere il controllo del campo di El Feel. Le milizie di Haftar hanno reagito con bombardamenti aerei per spingere gli scontri verso l’area agricola di Tassawa (dove sono approdati nel pomeriggio di ieri).

Le due fazioni rivendicano, con la guerra, il controllo dei grandi giacimenti petroliferi della Libia sudoccidentale.

IL GIACIMENTO EL FEEL

Gli attacchi hanno portato alla sospensione delle attività, sino alla fine delle operazioni militari, del giacimento petrolifero El Feel, controllato da Haftar dal 21 febbraio, dove è attiva l’italiana Eni. L’impianto è situato nei pressi di Sabha, nel sud della Libia.

Alcuni membri dello staff, secondo quanto affermato da un ingegnere a The New York Times, avrebbero lasciato il campo durante gli scontri.

LibiaL’ANNUNCIO

A dare l’annuncio della sospensione delle attività è stata la Compagnia petrolifera nazionale (National Oil Corporation) libica, su Twitter.

“Ci sono stati attacchi aerei alle porte del campo petrolifero di El Feel e all’interno di un compound abitativo nel campo utilizzato dal personale Noc”, ha riferito su Twitter il presidente della Noc, Mustafa Sanalla.

“La produzione rimarrà chiusa fino a quando cesserà l’attività militare e tutto il personale militare si ritirerà dall’area operativa del NOC”, ha detto Sanalla. “Il personale del NOC sul campo è protetto in aree sicure, ma non può riprendere le normali funzioni”.

IL CAMPO

El Feel, della joint venture Mellitah Oil and Gas (NOC 50% e Eni 50%), è un giacimento con una produzione giornaliera comunemente stimata in 70-75 mila barili di petrolio, si trova nei pressi di Sabha, a circa 650 km in linea d’aria a sud di Tripoli.

PRESTO SCONTRI ANCHE NEL GIACIMENTO SHARARA?

Si teme che l’attività militare possa estendersi al campo di Sharara, con una produzione di 300.000 barili al giorno, che si trova a circa 60 chilometri dal sito di El Feel. Il giacimento è controllato dalla Libyan Nationa Army del generale Haftar.

“Dobbiamo aspettare e vedere che tipo di trattative ci saranno e se queste porteranno a nuovi scontri”, ha detto una fonte vicina alla questione. “Dubito che la tregua durerà a lungo, le forze dell’LNA potrebbero essere circondate.”

NAZIONI UNITE PREOCCUPATE

La Unsmil, missione delle Nazioni Unite in Libia, ha espresso “seria preoccupazione per le violenze al giacimento di El Feel”. L’attività militare “minaccia la sicurezza dello staff e l’interruzione della produzione”.

UNA LUNGA STORIA

Scontri e stop di produzione, in realtà, non rappresentano una grande novità in Libia, divisa dal 2014 in due parti: a ovest il governo di Tripoli, appoggiato dall’Onu, il cui capo è Al Sarraj, ad est il parlamento di Tobruk e l’esercito di Haftar, sostenuto da Russia ed Egitto.

Haftar controlla la maggior parte dei giacimenti e delle strutture petrolifere della Libia, ma i ricavi petroliferi sono controllati dalla banca centrale di Tripoli. In questi anni, a causa degli scontri, la produzione di petrolio della Libia è stata ripetutamente, ma è attualmente relativamente stabile a circa 1,25 milioni di barili al giorno.

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