skip to Main Content

Eni, tutte le novità su Saipem 12000 fra Cipro e Turchia

Cipro punta alla cooperazione energetica con Egitto, Grecia ed Israele per contrastare Ankara e le sue minacce, mentre Saipem 12000 è impegnata a Las Palmas. L’articolo con tutti gli ultimi aggiornamenti di Giusy Caretto Era il 24 febbraio 2018 quando, sotto minacce della Turchia, la nave Saipem 12000, di proprietà della multinazionale Saipem e a…

Era il 24 febbraio 2018 quando, sotto minacce della Turchia, la nave Saipem 12000, di proprietà della multinazionale Saipem e a lavoro per conto di Eni, abbandonava le acque della Zone Economica Esclusiva di Cipro, dove avrebbe dovuto effettuare delle perforazioni all’interno del Blocco 3, per dirigersi verso le acque del Marocco. Si concludeva con la resa italiana ad Ankara quella che potremmo definire la commedia (anche se da ridere c’era davvero poco) del Mediterraneo.

Dopo aver stazionato in Marocco, la Saipem 12000, l’8 maggio 2018, è attraccata nelle acque di Las Palmas, capitale delle Gran Canarie. Qui dovrebbe restare per tutta l’estate. A Saipem 12000 quindi spetta un nuovo incarico che nulla ha a che fare con Cipro, con le sue acque territoriali e con i suoi pozzi. Eni non ci ha nemmeno riprovato, a distanza di diverse settimane, a solcare le acque dove a febbraio era stata bloccata per diversi giorni.

saipem 12000

E’ tutto finito qui? Cipro si arrende ad Ankara? Non proprio. Nicosia (così come l’Italia) ha scelto sempre la via della diplomazia e delle strade alternative alla “violenza”. Ed è la diplomazia che in questi mesi in cui tutto (o quasi) tace a lavorare. Il ministro dell’Energia cipriota, Giorgos Lakkotrypis, in una intervista rilasciata all’Agenzia Nova ha affermato che sarà la cooperazione tra i paesi del Mediterraneo orientale a contrastare il comportamento e le minacce di Ankara.

NICOSIA INCONTRA IL CAIRO

Nicosia ha le idee chiare: Cipro non deve chiedere permesso alla Turchia (che occupa militarmente dal 1974 la parte nord-orientale dell’isola, dove risiede un governo filo-turco non riconosciuto dalla comunità internazionale) per cercare e produrre idrocarburi nelle acque della Zona Economica Esclusiva. E per contrastare Ankara ha scelto, come accennato, la via delle alleanze.

Sempre come racconta l’Agenzia Nova, Giorgos Lakkotrypis è stato ieri al Cairo per discutere di cooperazione regionale con il ministro dell’Energia egiziano, Tareq el Molla. Durante l’incontro si è discusso del progetto per collegare il giacimento di gas naturale Afrodite, situato al largo delle coste di Cipro, agli impianti gasiferi dell’Egitto.

“Stiamo facendo tutto il possibile insieme ai nostri vicini, tra cui l’Egitto, per avvicinarci e creare tutta la certezza politica commerciale ed economica di cui c’è bisogno per effettuare gli investimenti”, avrebbe commentato il ministro dell’Energia cipriota. “La mia visita in Egitto attesta questi sforzi e continueremo a perseguire questa strada; non permetteremo alla ‘politica delle cannoniere’ di sviare i nostri piani, sia nella fase delle esplorazioni che dello sfruttamento”.

L’UNIONE FA LA FORZA

Non è mancato il riferimento anche a quanto accaduto, a febbraio, a Saipem 12000. “La migliore risposta a queste provocazioni è l’avvicinamento dei paesi e il via libera a questi investimenti. Ciò è esattamente quello che stiamo cercando di fare insieme ai miei colleghi; abbiamo discusso anche di questo con il ministro El Molla e con il primo ministro egiziano Sherif Ismail”, ha affermato Lakkotrypis.

Durante l’incontro, Cipro ed Egitto hanno ribadito l’impegno a far lavorare il gas cipriota negli impianti egiziani, da cui verrà poi esportato.

“Il piano è di avviare simultaneamente lo sviluppo del giacimento e la costruzione del gasdotto. Quando sarà presa la decisione dell’investimento, tramite la società incaricata, noi vogliamo condurre questi progetti in parallelo: lo sviluppo giacimento e la costruzione della condotta. C’è lavoro da fare, ma siamo in uno stadio abbastanza avanzato e questa è la ragione della mia visita qui, per discutere delle due questioni. Vedremo progressi nelle prossime settimane”, spiega il ministro dell’energia cipriota.

GAS CIPRIOTA AD EGITTO?

E c’è di più. Cipro potrebbe anche vendere il Gas naturale liquefatto all’Egitto. “I governi di Cipro ed Egitto sono i regolatori del progetto se vogliamo, ovvero coloro che supervisionano l’andamento delle cose. Abbiamo giurisdizione nelle rispettive acque territoriali. Il ministero non ha ancora deciso; stiamo discutendo e certo c’è interesse attorno al progetto”, spiega Lakkotrypis, che ha aggiunto anche gli egiziano hanno già manifestato l’interesse al progetto che potrebbe convogliare il gas da Cipro ai terminali di Gnl egiziani di Idku e Damietta, a circa 650 chilometri a sud dell’isola del Mediterraneo orientale.

NON SOLO EGITTO

Cipro non punta solo alla cooperazione energetica con l’Egitto. Nicosia, infatti, guarda anche a buoni rapporti con Israele.

Proprio Nicosia ha ospitato, nella giornata di martedì 8 maggio, la quarta riunione trilaterale, dal gennaio 2016 da quando cioè hanno deciso di organizzare gli incontri per rafforzare i legami e la cooperazione, tra i premier di Israele e Grecia, Benjamin Netanyahu e Alexis Tsipras, e il presidente di Cipro Nicos Anastasiades. Durante la riunione è stato deciso che il gasdotto EastMed che unirà i ricchi giacimenti del Mediterraneo Orientale con l’Europa – e segnatamente con l’Italia – si farà.

Secondo quanto detto da Lakkotrypis, i tre paesi intendono firmare un accordo quest’anno per far avanzare il progetto del gasdotto.

LA DISPUTA TRA CIPRO ED ISRAELE

Ma non è tutto rose e fiori. Cipro e Israele, infatti, devono risolvere la disputa sullo sfruttamento del giacimento Afrodite, che si trova al confine con la Zona economica esclusiva di Israele. Il giacimento Afrodite (molto più piccolo di quello israeliano di Tamar e Leviathan) si estende fino ai confini marittimi di Tel Aviv. Il ministro dell’energia di Gerusalemme, però, on è pronto a rinunciare allo sfruttamento di questo come atto di amicizia e Israele, in occasione della quarta riunione su EasteMed, ha minacciato di intraprendere un’azione legale, vale a dire un arbitrato internazionale con il compito di risolvere una volta per tutte la questione.

E QUELLA CON IL LIBANO

Cipro, per avere buoni rapporti nel Mediterraneo, deve anche lavorare alla questione con il Libano, per le rivendicazioni di Beirut su un giacimento di gas nel Mediterraneo orientale.

Back To Top